L'orrore della realtà. La visione del mondo del rinnovatore della narrativa fantastica. Lettere 1915-1937
Howard P. Lovecraft
Edizioni Mediterranee, pagg.296, Euro 24,50
 
IL LIBRO – Howard Phillips Lovecraft, attraverso le sue opere, ha rinnovato completamente la narrativa del fantastico e dell'orrore. Quando morì – nel 1937 ad appena 47 anni – era praticamente uno sconosciuto, ma nei suoi straordinari racconti, nei suoi saggi, nelle sue lettere ricche di umanità e di vero genio aveva piantato i semi di una rivoluzione copernicana della cultura: soltanto oggi si comincia a capire la portata del suo influsso sulle generazioni che gli sono succedute. L'ingresso del fantastico a tutti i livelli della cultura popolare – dalla narrativa al cinema, dai videogiochi alla pubblicità, dai fumetti alla televisione – è avvenuto attraverso i moduli stilistici da lui individuati e delineati nella prima metà del secolo scorso. Non solo, ma in una società come quella fra le due guerre mondiali, orgogliosa delle sue certezze e dei suoi progressi tecnologici, fu tra i primi a individuare i sintomi dello shock del futuro, della crisi delle ideologie, del rovesciamento dei valori, delle incertezze derivanti da una scienza senza coscienza che oggi turbano le menti di tutti. Ed espresse queste inquietudini attraverso una serie di simboli di orrore che sono i medesimi che s'annidano nell'inconscio di ciascuno di noi, pronti a irrompere nella nostra consapevolezza quando le certezze, come oggi, vacillano.
In questo volume, sono raccolti i passi essenziali, tratti dal suo incredibilmente vasto epistolario, in cui Lovecraft tracciò le sue idee sul mondo, sulla società, sul fantastico, sulla scienza, sulla politica, sul futuro dell'uomo, e in cui delinea i contorni di un cosmo immenso e inconoscibile, che non potremo mai afferrare con la ragione, ma dai cui abissi emerge un frullio d'ali di tenebra che viene a turbare la nostra serenità fondata sull'ignoranza. Una visione apocalittica densa d'orrore. Ma non priva di speranze.

DAL TESTO – “Una società che si fondi soltanto sul lavoro, il mangiare, il bere, la cura della prole, l’ozio indifferente o i passatempi infantili, non merita di essere difesa. Gli individui che la compongono potrebbero anche non esistere, perché la vita in quella società non è degna di essere vissuta; e anche coloro che si distinguono dalla massa per sensibilità o superiorità intellettuale – o per entrambe – farebbero una figura migliore se non esistessero affatto.
“Per essere più precisi: l’essere coscienti e in vita è un processo troppo intimamente doloroso – troppo dominato dalle sofferenze, anche considerando tutte le concessioni ai piaceri naturali – per meritare di essere sopportato da chiunque abbia perso gli istinti primitivi e selvaggi, a meno che a questo individuo non sia consentito di migliorare la propria comprensione dell’esistenza grazie a un perfezionamento mentale ed estetico di molto superiore a quello raggiungibile dalla maggioranza sottosviluppata”.

L’AUTORE – Howard Phillips Lovecraft nacque a Providence (Rhode Island), il 20 agosto 1890. Narratore, saggista e scrittore di letteratura fantastica tra i più noti del Novecento, crebbe in fama dopo la morte (15 marzo 1937), quando la sua opera, apparsa inizialmente su riviste popolari, fu pubblicata in volume. In essa si fondono influssi eterogenei, dall'influenza di Poe ai legami con la tradizione e il paesaggio della Nuova Inghilterra, agli spunti fantascientifici: il tutto innestato su una innovativa visione cosmica dell'orrore. Tra le sue opere più famose si ricordano: “Il richiamo di Cthulhu”, “Il caso di Charles Dexter Ward”, “L'orrore di Dunwich”, “Colui che sussurrava nelle tenebre”, “Le montagne della follia”, oltre al “Ciclo di Carter”.

INDICE DELL’OPERA – Introduzione: le miniere di H. P. Lovecraft, di Gianfranco de Turris e Sebastiano Fusco – 1. A Maurice W. Moe (1915) – 2. A Maurice W. Moe (1915) – 3. A Rheinhart Kleiner (1915) – 4. A Rheinhart Kleiner (1915) – 5. A Rheinhart Kleiner (1915) – 6. Al Kleicomolo (Kleiner, Cole, Moe & Lovecraft) (1916) – 7. Al Kleicomolo (Kleiner, Cole, Moe & Lovecraft) (1916) – 8. A Rheinhart Kleiner (1916) – 9. Al Kleicomolo (Kleiner, Cole, Moe & Lovecraft) (1917) – 10. A Maurice W. Moe (1917) – 11. A Rheinhart Kleiner (1917) – 12. A Maurice W. Moe (1918) – 13. A Rheinhart Kleiner (1921) – 14. Ad Anne Tillery Renshaw (1921) – 15. A Frank Belknap Long (1922) - 16. A James Ferdinand Morton (1923) – 17. A Maurice W. Moe (1923) – 18. A Frank Belknap Long (1923) – 19. A Donald Wandrei (1927) – 20. Ad August Derleth (1927) – 21. A Donald Wandrei (1927) – 22. A Donald Wandrei (1927) - 23. A Bernard Austin Dwyer (1927) - 24. A Farnsworth Wright (1927) - 25. A Frank Belknap Long (1929) - 26. A Woodburn Harris (1929) - 27. A Elizabeth Toldridge (1929) - 28. A James Ferdinand Morton (1929) - 29. A James Ferdinand Morton (1929) - 30. A Woodburn Harris (1929) - 31. A James Ferdinand Morton (1930) - 32. A Frank Belknap Long (1930) - 33. A James Ferdinand Morton (1931) - 34. A Elizabeth Toldridge (1931) - 35. A Elizabeth Toldridge (1931) - 36. A maurice W. Moe (1932) - 37. A Robert Erwin Howard (1932) - 38. A Robert Erwin Howard (1932) - 39. A Robert Erwin Howard (1933) - 40. A J. Vernon Shea (1933) - 41. A J. Vernon Shea (1933) - 42. A Clarck Ashton Smith (1934) - 43. A Natalie H. Wooley (1934) - 44. A Catherine L. Moore (1936) - 45. A Jennie Kendall Plaisier (1936) - 46. A Catherine L. Moore (1936) - 47. A Kenneth Sterling (1936) - 48. A Catherine L. Moore (1936) - 49. A Henry George Weiss (1937) - 50. A William Lumley (1937) – Fonti dell’epistolario