Disarmare l'Iraq
Hans Blix
Einaudi, pagg.265, Euro 14,80
 
In questo recente saggio, Hans Blix (già direttore esecutivo dell'Unmovic, la Commissione di monitoraggio, verifica e ispezione dell'Onu per l'Iraq) ripercorre il diario dei mesi precedenti l'aggressione anglo-americana contro la Repubblica dell'Iraq.
L'Autore osserva come gli eventi dei primi mesi del 2003 "si siano svolti seguendo un percorso in parte già programmato, per finire tuttavia col deragliare rovinosamente. [...] Gli Stati Uniti in quella fase erano vivamente interessati alle ispezioni e ci avevano chiesto di ampliarle velocemente e di condurle in modo "aggressivo", nascondendo forse la speranza, o quanto meno l'aspettativa, che l'Iraq ci negasse l'accesso ai siti, violando così la risoluzione di novembre [2002] ed esponendosi a "gravi conseguenze"".
"Gli ispettori - aggiunge Blix - individuarono alcuni missili la cui gittata eccedeva in qualche modo i limiti massimi consentiti e ne supervisionarono la distruzione, ma non trovarono nessuna delle armi di distruzione di massa che mancavano all'appello, né ottennero spiegazioni plausibili della loro assenza. Gli Iracheni brontolavano ma si comportavano in modo decisamente tollerabile, non opposero neanche una seria resistenza alle ispezioni di due siti presidenziali, che per loro dovevano rappresentare presumibilmente i luoghi più sacri dell'Iraq".
Blix scrive, inoltre, che gli Stati Uniti esagerarono consapevolmente l'entità dei rischi connessi alle (inesistenti) armi di distruzione di massa irachene "al fine di ottenere l'appoggio politico che altrimenti non avrebbero avuto [...]. Il risultato che ne deriva è una perdita in termini di credibilità. Il fatto che nei paesi democratici i governi debbano semplificare questioni internazionali complesse per spiegarle all'opinione pubblica è un processo assodato e accettato, ma i politici non sono semplici venditori, bensì leader a cui è richiesta una certa dose di correttezza quando esercitano le loro responsabilità per la guerra e la pace nel mondo".