Il fascio, la svastica e la mezzaluna
Stefano Fabei
Mursia, pagg.407, Euro 26,00
 
Questo libro di Stefano Fabei affronta la storia dei rapporti che, negli anni Trenta del secolo scorso, si instaurarono fra i Governi dell'Italia fascista e della Germania nazionalsocialista, da un lato, e alcuni esponenti dei movimenti di liberazione arabi e islamici del Terzo Mondo, dall'altro, con specifico riferimento a quei movimenti nazionalisti dell'Africa settentrionale e del Medio Oriente che si schierarono a fianco delle Potenze dell'Asse con l'obiettivo di ricevere aiuti e appoggi nella lotta contro l'oppressione colonialistica francese e inglese. Si tratta, come rileva l'Autore nell'Introduzione, "di un capitolo della storia contemporanea trascurato non solo dagli storici dei "fascismi" che in quel periodo si svilupparono un po' ovunque, ma anche, lacuna ancor più grave, da quelli del colonialismo e della decolonizzazione, sebbene il fenomeno, tipico di alcuni Paesi, in modo particolare del mondo arabo, ma anche, al di là di questo, di quello islamico, sia stato anzitutto un corollario dell'opposizione al colonialismo".
Nella prima parte dell'opera, "Il fascismo, il nazionalsocialismo e la decolonizzazione", l'Autore ripercorre "le relazioni che intercorsero, dal 1919 in poi, tra Mussolini, il fascismo delle origini e quello del regime, da una parte, e i più rappresentativi esponenti del nazionalismo arabo e del mondo islamico dall'altra, analizzando <<affinità ideologiche>> del fascismo con l'Islam, la contraddittoria politica araba dell'Italia, <<ponte tra Oriente e Occidente>>, ma attenta a non pregiudicare più di tanto i suoi rapporti con Londra".
Fabei passa quindi a esaminare i contatti tra il Nazionalsocialismo e i movimenti di liberazione arabi e islamici, la politica araba di Adolf Hitler e del Terzo Reich, le somiglianze tra la visione del mondo islamica e quella nazionalsocialista.
La seconda parte, intitolata "La spada dell'Islam", ricostruisce in dettaglio la storia delle unità militari che i Tedeschi costituirono con volontari musulmani. "E' la storia - scrive Fabei - delle unità arabe della Wehrmacht; delle tre divisioni di SS islamiche costituite con europei della Bosnia-Erzegovina e dell'Albania; delle tante unità dell'esercito e delle Waffen SS cui dettero vita uomini originari delle repubbliche musulmane dell'URSS: tartari, uzbeki, turcomanni, tagiki, azeri, kirghisi". Un capitolo è infine dedicato alla effimera e simbolica esperienza delle <<Frecce Rosse>>, "i volontari arabi che l'esercito italiano, sotto gli auspici del Gran Mufti, tentò di organizzare prima della caduta del fascismo".