Grandezza di Yasser Arafat | ||||
Gilles Deleuze | ||||
Cronopio, pagg.44, Euro 5,50 | ||||
In questo pregevole volumetto, sono raccolti due saggi: l'uno di Gilles Deleuze, "Grandezza di Yasser Arafat"; l'altro di François Châtelet, "Riflessioni su un'ipotesi: "la Grande Palestina"". Entrambi - si legge nella nota dell'Editore - sono stati "pubblicati nel numero 10 (1984) delle "Revue d'études palestiniennes", diretta da Elias Sanbar, periodico dell'Institut des études palestiniennes, con sede a Beirut. Sono stati scritti nell'autunno del 1983, circa un anno dopo i massacri di Sabra e Chatila". Deleuze scrive che la "causa palestinese è innanzitutto l'insieme di ingiustizie che questo popolo ha subito e continua a subire. Queste ingiustizie sono gli atti di violenza, ma anche la mancanza di logica, i ragionamenti viziati e le false garanzie che pretendono di compensarli o di giustificarli". "Israele - aggiunge l'Autore - non ha mai nascosto il suo obiettivo, fin da principio: fare il vuoto nel territorio palestinese. Anzi, fare come se il territorio palestinese fosse vuoto, destinato da sempre ai sionisti. Era sì colonizzazione, ma non nel senso europeo del XIX secolo: non si trattava di sfruttare gli abitanti del luogo, ma di farli andare via. E quelli che restavano non sarebbero diventati mano d'opera dipendente locale, ma mano d'opera itinerante e separata, come se fossero immigrati, messi in un ghetto. Fin da principio l'acquisto delle terre ha come condizione che siano vuote o che lo possano diventare. È un genocidio, ma un genocidio in cui lo sterminio fisico resta subordinato all'evacuazione geografica: poiché non sono che arabi in generale, i palestinesi sopravvissuti debbono andare a fondersi con gli altri arabi. Lo sterminio fisico, affidato o meno a mercenari, è interamente presente. Ma non è un genocidio, si dice, perché lo sterminio non è "lo scopo finale": ed effettivamente non è che un mezzo fra gli altri". Degno di nota è quanto scrive Deleuze a proposito del rapporto fra gli Stati Uniti e l'entità sionista: "La complicità fra gli Stati Uniti e Israele non deriva soltanto dalla potenza di una lobby sionista. Elias Sanbar ha mostrato come gli Stati Uniti ritrovino in Israele un elemento della loro storia: lo sterminio degli indiani, che anche in quel caso fu fisico solo parzialmente. [...] Per molti aspetti i palestinesi sono i nuovi indiani, gli indiani di Israele". |