Hitler e Stalin
Mario Ragionieri
Editori dell'Acero, pagg.269, Euro 14,00
 
In questo libro, Mario Ragionieri approfondisce gli aspetti più reconditi delle fasi storiche antecendenti e immediatamente successive allo scoppio del secondo conflitto mondiale, delineando uno scenario inquietante e subdolo che illumina di diversa luce gli avvenimenti.
Dopo il 22 giugno 1941, l'Urss e Stalin "si guadagnarono [...] fama di strenui oppositori al fascismo e nazismo". Secondo l'Autore, tuttavia, questo è "uno dei più grossi falsi storici contemporanei: viste le prove che attestano Stalin alleato sia di Hitler che di Mussolini".
"Vi sono - aggiunge l'Autore - delle relazioni ideologiche esistenti tra nazional-socialismo, comunismo e fascismo. Il socialismo era presente nella matrice stessa del regime tedesco, pur opponendosi al comunismo, e possiamo ricordare che Benito Mussolini fu il più giovane (e senza dubbio uno dei migliori) direttore dell'"Avanti!" (anche se i socialisti deliberatamente lo escludevano dall'elenco dei direttori, provandone vergogna con visibile imbarazzo)".
Tedeschi e sovietici collaborarono attivamente nel corso degli anni Trenta. "La Germania aveva bisogno di materie prime, e Mosca cercava tecnologie che permettessero di ammodernare l'Armata Rossa ed in generale il paese. Non fu una collaborazione di poco conto, come non lo fu quella con l'Italia".
"E' chiaro - osserva Ragionieri - che si possono mantenere rapporti commerciali anche con paesi ostili, ma questo scambio di tecnologie militari indica che le relazioni tra i tre paesi erano di altro tipo (non si scambiano tecnologie militari tra paesi ostili e che rischiano una guerra tra loro). In buona sostanza, al di là della propaganda ufficiale, vi era una basilare alleanza fra URSS e il III Reich in funzione anti-imperialistica occidentale".
Il punto massimo di questa collaborazione fu raggiunto il 23 agosto 1939 con la firma del Patto Ribbentrop-Molotov. "I comunisti dicono che fu un espediente, ma non si comprende a quale eventuale messa in scena dovesse partecipare Stalin, che appariva di ottimo umore nei filmati dell'epoca, e tutt'altro che oppresso da tale accordo".
La collaborazione continuò fino al 22 giugno 1941, allorché le truppe tedesche invasero l'Unione Sovietica. Secondo l'Autore, "Stalin e Hitler avevano realmente intenzione di colpirsi vicendevolmente, ma in tempi diversi, così attuarono una politica volta a mascherare le rispettive intenzioni. La responsabilità dovrebbe ricadere in pari modo su entrambi, ma la storia ha dovuto tenere conto che in fondo se il nazismo è stato sconfitto, questo si deve in larga parte allo sforzo fatto dall'esercito sovietico".
Il saggio di Mario Ragionieri è pubblicato dagli Editori dell'Acero (posta elettronica: ed.acero@libero.it).