I palestinesi
Xavier Baron
Baldini&Castoldi, pagg.736, Euro18,85
 
"L'unità araba e la liberazione della Palestina sono obiettivi complementari. Ognuno dei due contribuisce a realizzare l'altro. L'unità araba porta alla liberazione della Palestina e la liberazione della Palestina all'unità araba. Il lavoro su questi due obiettivi deve procedere di pari passo."
(art.12 della "Carta nazionale palestinese", 2 giugno 1964)

Xavier Baron è un giornalista di France Presse. Dagli anni '70 segue la lotta di liberazione del Popolo palestinese dall'oppressione sionista. E proprio alla storia dei Palestinesi ha voluto dedicare quest'opera, descrivendo "il lungo cammino di un popolo che cerca instancabilmente di ottenere il riconoscimento della propria identità in mezzo alle bufere della Storia".
Di un certo interesse risultano, fra le altre, le pagine che l'Autore dedica alla Guerra del Golfo Arabico del 1991. Mentre l'OLP si schierò a fianco dell'Iraq, Hamas, che dovette i suoi "successi" iniziali al supporto finanziario e "logistico" ricevuto dai sionisti, "chiede il ritiro delle truppe irachene [dal Kuwait] e manifesta il suo sostegno al "popolo musulmano kuwaitiano"".
Ma tutto il Popolo palestinese era, ed è ancor oggi, con l'Iraq del Presidente Saddam Hussein. "La popolazione palestinese - scrive l'Autore -, nei territori [occupati] come nei campi di rifugiati del Medio Oriente è con Saddam Hussein, e lo manifesta, per odio verso i ricchi governanti del Golfo che assai poco [a differenza del Governo iracheno] hanno utilizzato il petrolio in favore della causa palestinese, per latente antiamericanismo provocato dall'alleanza di Washington con Israele, per rifiuto della politica dei due pesi e delle due misure e perché il presidente iracheno suscita l'ammirazione popolare opponendosi a una formidabile coalizione militare occidentale".
Il Presidente Saddam Hussein, continua Baron, il 12 agosto 1990 "propone una sistemazione generale dei problemi del Medio Oriente con lo scopo di realizzare, "adottando le stesse regole e gli stessi principi", il ritiro israeliano dai territori palestinesi e dal Libano, il ritiro siriano dal Libano e il ritiro iracheno [dalla storica diciannovesima dell'Iraq, il Kuwait…]. Aggiunge che queste situazioni diverse devono essere sistemate in ordine cronologico, cioè bisogna occuparsi prima dei territori palestinesi per concludere col caso iracheno".
Gli Stati Uniti e l'entità sionista non prendono minimamente in considerazione la generosissima offerta di Baghdad, "ma migliaia di palestinesi sfilano nelle città e nei campi per esprimere il loro appoggio alle proposte irachene. Ritratti di Saddam Hussein sono innalzati a fianco di quelli di Yasser Arafat. Anche in Giordania manifestazioni in sostegno all'Iraq si susseguono ogni giorno".
Un mese dopo lo scoppio della crisi, il 3 settembre 1990 (millesimo giorno della prima Intifada), il Presidente Arafat illustra le motivazioni che hanno indotto i Palestinesi a non unirsi alla coalizione antirachena: "L'OLP non può che stare dalla parte ostile a Israele e ai suoi alleati imperialisti". E ancora: "Noi non possiamo stare dalla stessa parte di Israele e dei suoi alleati, che hanno messo insieme una sofisticata macchina da guerra non per soccorrere l'uno o l'altro ma per proteggere i propri interessi".
"Massicciamente approvato e sostenuto dall'opinione pubblica palestinese, poteva Arafat - si chiede Xavier Baron - rinnegare Saddam Hussein che […] aveva accolto l'OLP dopo la partenza dal Libano, quando il movimento palestinese era dato, nelle capitali arabe come nei Paesi occidentali, per agonizzante? Poteva rinnegare un alleato […] per stare dalla parte dei suoi nemici, dai quali non poteva aspettarsi niente [se non ulteriori sofferenze a danno del suo Popolo]?".
"Di fronte ai palestinesi dei territori occupati - scrive ancora Baron - che avevano avuto parecchie centinaia di morti dall'inizio dell'Intifada, di fronte alla politica di colonizzazione portata avanti con ostinazione dal governo israeliano, di fronte alle demolizioni di case e all'espulsione di palestinesi, Yasser Arafat poteva davvero trovarsi dalla parte di Israele? Poteva porsi a fianco della Siria, che da diversi anni gli aveva sferrato una guerra senza quartiere?".
No, il Popolo palestinese e i suoi legittimi dirigenti non potevano che stare dalla parte dei Fratelli iracheni. I fondamentalisti islamici di Hamas (amici degli ayatollah iraniani…), invece, "preferirono" appoggiare gli sceicchi del Golfo Arabico e, di fatto, gli oppressori sionisti…