Iraq
Daniela Salmoiraghi
Editrice Nuovi Autori, pagg.45, Euro 7,75
 
Daniela Salmoiraghi ha raccolto in questo saggio i ricordi del viaggio compiuto in Iraq alcuni anni or sono, nel 2001 (prima cioè degli attentati dell'11 settembre, della "guerra al terrorismo" e della recente aggressione anglo-americana che ha rovesciato il governo di Saddam Hussein).
Visitando il villaggio di Nippur (nei pressi di Babilonia), l'Autrice si è imbattuta in un "gruppo composto da una decina di ragazzi la cui età media era attorno ai 13-14 anni, il cui compito era di proteggerci ad ogni costo, sacrificando se necessario la propria vita". Si tratta dei "fedayn di Saddam, bambini e ragazzi orfani di guerra ed estremamente poveri reclutati dall'esercito del Raìs allo scopo di proteggerlo. Vengono raccolti dallo Stato e cresciuti come selvaggi cibandosi di radici, piante o di cani selvatici. Diventano così pronti a tutto. A noi ricordano i kamikaze giapponesi".
A Bassora, nel sud dell'Iraq, la Salmoiraghi ha potuto "ammirare" la riva dello Shatt al Arab "costellata da numerose statue, forse un centinaio, raffiguranti i comandanti uccisi durante la guerra con l'Iran. Le statue hanno la mano destra alzata e il dito indice puntato verso l'Oriente. Come un monito, ci dicono, per ricordare che il nemico viene dall'Est: dall'Iran". …ma anche per sottolineare che la responsabilità del conflitto Iraq-Iran, durato dal settembre 1980 all'agosto 1988, ricade 'interamente' sul regime degli ayatollah…
L'Autrice non si è limitata a visitare i siti archeologici e le principali città della Mesopotamia, ma ha anche cercato di capire "cosa pensano gli iracheni del loro leader, della loro attuale situazione economica e soprattutto sul fatto che il loro paese sia tagliato fuori dal mondo [a causa dell'embargo ultradecennale decretato dal consiglio di sicurezza dell'Onu]".

Saddam Hussein - osserva Daniela Salmoiraghi - è per gli Iracheni "il grande leader che ha avuto la forza di opporsi alla temuta potenza americana. Per questo ha tutto il rispetto del suo popolo".

"Le sanzioni - aggiunge - hanno reso gli iracheni un popolo forte e nello stesso tempo dignitoso: "Meno cose arrivano più cose produciamo" dicono. Tutti si ingegnano a fare qualcosa, ogni genere di lavoro è ben accetto, anche se pagato poco".
Il libro di Daniela Salmoiraghi è pubblicato dall'Editrice Nuovi Autori (tel. 02-89409338 - e-mail: faglier@tin.it).