La politica sociale del III Reich
Timothy W. Mason
Bruno Mondadori, pagg.365, Euro 22,50
 
Di recente, la Casa Editrice Bruno Mondadori ha encomiabilmente riproposto questo pregevole saggio dello scomparso Thimothy W. Mason (già docente di Storia moderna al St. Peter's College di Oxford). Esso rappresenta un contributo importante allo studio dei rapporti sociali e delle relazioni fra i ceti nella Germania nazionalsocialista.
Con l'avvento al potere di Adolf Hitler, a circa due milioni e mezzo di disoccupati venne rapidamente trovata un'occupazione regolare. Secondo i dati riportati dall'Autore, inoltre, "Fra l'inizio del 1933 e l'autunno del 1936 il numero degli occupati aumentò […] di 6,3 milioni, quello dei disoccupati diminuì di circa 4,9 milioni".
Le efficaci misure adottate dal Governo nazionalsocialista privilegiavano l'assunzione di disoccupati maschi. "Lo strumento più efficace - scrive Mason - si rivelò la concessione di prestiti matrimoniali statali alle operaie che dopo la contrazione del matrimonio abbandonavano il posto di lavoro". A causa della crisi economica internazionale, molte giovani coppie erano state costrette all'inizio degli anni Trenta a rinunciare a sposarsi: da 597.000 nel 1929 il numero dei matrimoni era diminuito a 516.000 nel 1932. "In seguito all'assegnazione da parte dello Stato di 366.000 prestiti matrimoniali - continua l'Autore -, nel 1933 e 1934 il numero dei matrimoni salì rapidamente a 638.600 e 740.200 […]. Il prestito medio ammontava a 600 RM. In tal modo si perseguivano contemporaneamente parecchi obiettivi politici: l'agevolazione a sposarsi in un periodo di gravi difficoltà economiche doveva necessariamente incontrare l'apprezzamento della cerchia di persone che ne traeva beneficio; nello stesso tempo si rendevano liberi posti di lavoro per altri, spesso uomini adulti. Il provvedimento doveva altresì ripercuotersi favorevolmente sulla crescita demografica, in quanto l'ammontare della somma da rimborsare del prestito veniva ridotta di un terzo per ogni figlio".
Gli uffici del lavoro cercarono anche "di colmare l'ozio coatto dei disoccupati con corsi di qualificazione professionale". Per tale via si preparava l'inserimento nell'industria di un congruo numero di operai specializzati. Nel 1933 i corsi furono frequentati "da 116.000 impiegati e da 169.000 operai dell'industria".
Per quanto attiene strettamente alla politica sociale nazionalsocialista, bisogna ricordare l'organizzazione del tempo libero denominata "Kraft durch Freude", attraverso la quale si cercò di finalizzare il tempo libero e l'attività ricreativa dei lavoratori al recupero delle energie psichiche e fisiche e quindi all'aumento del rendimento. "Kraft durch Freude" diede il via "alla costruzione di una propria organizzazione di turismo di massa e a una propria industria del divertimento. Vennero presto promossi concerti sinfonici nelle aziende, viaggi in nave fino a Madeira, "serate di varietà", spettacoli teatrali e sport popolare. "Furono costruiti grandi stabilimenti balneari e la distribuzione di una "vettura KDF" fu bloccata solo dalla guerra. Un'operazione organizzativa gigantesca trasformò il paesaggio naturale e la cultura in beni di consumo che rese accessibili a tutti ponendoli al servizio della gioia di vivere politica e dell'incremento produttivo". Ai viaggi turistici presero parte nel 1938 oltre dieci milioni di persone. Nello stesso anno i partecipanti alle attività ricreative furono 54,6 milioni! A testimonianza della popolarità di KDF, Mason ricorda che il volume d'affari della stessa raggiunse alla fine degli anni Trenta i 2,5 miliardi di RM.