Il Caucaso. Popoli e conflitti
di una frontiera europea
Aldo Ferrari
Edizioni Lavoro, pagg.142, Euro 12,00
 
Il Caucaso, la vasta regione montuosa compresa tra il Mar Nero e il Caspio, è un’area di grande complessità culturale che costituisce, sin dall’epoca classica, l’estrema frontiera sud-orientale dell’Europa. Inserito nell’orbita russa e poi russo-sovietica per circa due secoli, sino al 1991 il Caucaso era una sorta di paradiso per gli studi etno-linguistici, ma appariva relativamente poco significativo da un punto di vista geopolitico. Dopo il crollo dell’Urss, questa regione si è invece venuta a trovare al centro del «Grande Medio Oriente», l’enorme spazio, fondamentale per le sue ricchezze energetiche, che va dalle coste orientali del Mediterraneo ai confini della Cina. Negli ultimi anni i conflitti interni – dall’Alto Karabakh alla Cecenia – e le rivalità geopolitiche di cui è oggetto, hanno portato l’area caucasica in primo piano nel panorama internazionale. 
  Questo saggio di Aldo Ferrari (docente di Lingua e Letteratura armena all'Università Ca' Foscari di Venezia), arricchito da cartine e schede paese, presenta un breve ma esaustivo quadro storico, culturale e politico del Caucaso, dall’antichità sino ai nostri giorni, proponendosi come utile strumento di base a chi voglia accostarsi alle complesse dinamiche di questa regione.
  Il Caucaso - spiega l'Autore - rappresenta una "frontiera impervia, ma non certo invalicabile, attraversata infinite volte da invasori che costringevano gli sconfitti a rifugiarsi nelle zone più alte e inaccessibili della regione. Si è creato così un crogiolo di tradizioni, popoli e lingue, troppo complesso per costituire uno spazio politico unitario, ma anche per essere dominato durevolmente dall'esterno. Tanto gli imperi del Vicino Oriente quanto quelli delle steppe eurasiatiche non hanno potuto esercitare che un controllo parziale e temporaneo sul Caucaso. Soltanto la conquista russa, a partire dalla fine del XVIII secolo, ha inserito l'intero spazio caucasico in un unico sistema politico, ricreatosi mutatis mutandis in epoca sovietica".
  In seguito allo scioglimento dell'Unione Sovietica, "il Caucaso è tornato a dividersi: la parte settentrionale fa ancora parte della Federazione russa, nonostante la violenta guerra in Cecenia, mentre le tre Repubbliche della Transcaucasia (Georgia, Armenia e Azerbaigian) sono divenute indipendenti. L'intersezione dei conflitti etnici interni con lo scontro di interessi esterni rende l'area caucasica una delle regioni più conflittuali del panorama internazionale, conferendole una rilevanza politica assai maggiore. Per l'Europa, in particolare, il Caucaso è quindi divenuto una frontiera tanto fondamentale per la sua rilevanza strategica ed economica quanto problematica a causa della sua instabilità. Dopo un periodo di incertezza, l'Europa sembra averne preso di recente coscienza. L'inserimento, nel 2004, di Georgia, Armenia e Azerbaigian nella Politica europa di prossimità, primo passo verso un loro possibile ingresso nell'Unione europea, ne costituisce un segnale chiaro".