Enrico Mattei.
Contro l'arrembaggio al petrolio
e al metano
a cura di Claudio Moffa
Aracne, pagg.103, Euro 6,00
 
Questo saggio, che contiene alcuni scritti e discorsi anche inediti o in parte inediti di Enrico Mattei, non ha altra pretesa che fornire alcuni spunti di riflessione sulla figura e sul ruolo del fondatore dell'Eni nella politica interna e internazionale del nostro Paese, dal dopoguerra alla fine degli anni Cinquanta. Nulla di più, dunque, di un sasso gettato nell'acqua delle celebrazioni, dei convegni, dei dibattiti che si svolgeranno quest'anno in occasione del centenario della sua nascita, il 29 aprile 1906.
  Il volume, curato dal Prof. Claudio Moffa (docente di Storia e istituzione dei Paesi afroasiatici all'Università di Teramo), intende comunque cogliere due aspetti centrali dell'opera e del pensiero di Mattei. In politica interna, la sua strenua battaglia per la difesa del ruolo dello Stato nell'economia, secondo una visione "sociale" dell'attività industriale che trovò sponda all'epoca anche in una parte della Democrazia cristiana - il modello di "economia mista" - e che anche per questo, oltre che per la concorrenza "esterna" del Pci e del Psi, fu alla fine vincente, almeno per quel che riguarda la politica energetica dell'Italia del dopoguerra. In politica internazionale, la rivoluzionaria formula del rapporto diretto fra Paesi produttori e Paesi consumatori di petrolio, proposta da Mattei in un'epoca di grandi trasformazioni storiche, dall'emergere dell'Unione Sovietica come potenza mondiale, alla nascita del movimento dei non allineati e delle prime concrete rivendicazioni economiche dei Paesi del "Terzo Mondo", come l'Iran di Mossadeq e l'Egitto di Nasser.
  "Temi del passato - scrive il Prof. Moffa nella Presentazione -, ma che oggi sono di grande attualità per la loro reversibilità critica sugli eventi odierni, come chiunque può vedere seguendo l'attuale crisi in Medio Oriente - negazione delle idee di pace e di cooperazione di Mattei - e la diffusione delle politiche neoliberiste in tanti paesi dell'Occidente, in Italia peraltro ben simboleggiate dalla privatizzazione dell'Eni del 1992: la più grande industria nazionale voluta con energica determinazione da Enrico Mattei nel 1953, e che oggi rischia di perdere la memoria storica - rara se non unica nella storia dell'Italia repubblicana - del suo fondatore".