Il Fascismo e i partiti
politici italiani
a cura di Renzo De Felice
Le Lettere, pagg.408, Euro 32,50
 
Questa antologia comprende testi redatti e pubblicati in un brevissimo arco di tempo compreso fra il 1921 e il 1923, quando cioè il Fascismo non era ancora giunto al potere o, se vi era giunto, non aveva ancora definito i suoi caratteri e i suoi propositi in maniera inequivocabile. Sono testi che esemplificano gli orientamenti politico-culturali del Paese.
  La raccolta è funzionale all’approccio metodologico adottato da De Felice per la ricerca storiografica: leggere scritti coevi, e di parti politiche diverse, per capire, al di là delle schematizzazioni ideologiche, che cosa il Fascismo sia stato o abbia voluto essere e in qual modo esso sia stato percepito, all’epoca, dai suoi sostenitori e dai suoi avversari. Gli Autori presenti nel volume sono Giulio Aquila, Guido Bergamo, Ernesto Buonaiuti, Giuseppe De Falco, Cesare Degli Occhi, Guido De Ruggiero, Luigi Fabbri, Balbino Giuliano, Dino Grandi, Arturo Labriola, Luigi Miranda, Mario Missiroli, Rodolfo Mondolfo, Romolo Murri, Giuseppe Prezzolini, Giuseppe Rensi, Giovanni Zibordi.
  Curata dal maggiore storico del Fascismo, Renzo De Felice, che vi ha premesso anche un articolato studio introduttivo, questa raccolta - come sottolinea Francesco Perfetti nella Postfazione - "è un lavoro importante, e ancora oggi meritevole di attenzione, per almeno due motivi. In primo luogo, per il fatto stesso di consentire la lettura di saggi significativi ma di reperimento difficile o non troppo agevole. In secondo luogo, per il fatto che la raccolta, per il momento in cui fu concepita e realizzata, testimonia di un interesse, per così dire, teorico di De Felice per il discorso interpretativo sul Fascismo e sulla "natura" del Fascismo. Un interesse che lo avrebbe portato, in seguito, non soltanto a censire e valutare criticamente i diversi approcci interpretativi del fenomeno in alcuni saggi e nel volume "Le interpretazioni del Fascismo", ma a fissare i capisaldi di una sua propria interpretazione del "fenomeno fascista" come fenomeno non dilatabile al di fuori dell'Europa e al di fuori del periodo compreso tra le due guerre mondiali, con radici cioè tipicamente europee e radicate nel processo di trasformazione della società europea dopo il primo conflitto mondiale".