Incontri da vicino e da lontano
Joachim Fest
Garzanti, pagg.456, Euro 21,50
 
Joachim Fest – giornalista e direttore di giornali, scrittore e storico – è un protagonista della vita culturale del nostro tempo, un testimone dell’evoluzione della Germania e una delle coscienze più lucide di un’Europa che ha superato con fatica l'età dei totalitarismi. In questa triplice veste, ha incontrato molti dei protagonisti del Novecento, e con altri grandi uomini che non ha potuto conoscere di persona ha vissuto un serrato confronto.
  In questi "Incontri da vicino e da lontano", l'Autore ha voluto raccogliere una serie di ritratti di personalità che hanno variamente segnato il suo percorso: tra gli altri, scrittori come Thomas e Heinrich Mann e Ernst Jünger, un filosofo come Hannah Arendt, un giornalista come Sebastian Haffner, un editore come Wolf Jobst Siedler, la leader della "Rote Armee Fraktion" Ulrike Meinhof; ma anche due britannici le cui vicende si sono intrecciate con quelle tedesche come Winston Churchill e Hugh Trevor-Roper.
  Si sono tutti misurati – in maniere certo assai diverse – con la storia, e più precisamente con gli aspetti più tragici del Novecento. Per loro, come per Fest, Hitler e il Nazionalsocialismo hanno avuto un enorme potere catalizzatore, e per molti è stato fondamentale accogliere e sviluppare la lezione che conteneva quella dirompente irruzione. Perché questo è un libro che affonda le sue radici nel cuore più nero dell’Europa, e che al tempo stesso non cede mai al pessimismo e al giudizio sommario, ma pone domande e vuole capire. Fest diffida di chi, da destra come da sinistra, pensa di poter pianificare l’avvenire, rifiuta ogni moda e «political correctness», coltiva il dubbio e l’autonomia del giudizio. Anche per questo – oltre che per il fascino dei soggetti ritratti in queste pagine – il volume in oggetto offre un'appassionante lezione dove la storia interseca la psicologia, la politica si misura con l’etica, in pagine dalla scrittura sempre brillante e ricca di sollecitazioni.
  «Solo durante la stesura di questo libro - spiega Fest - mi è divenuto chiaro che dei postumi di Hitler fa parte anche il potere catalizzatore che egli ha esercitato quanto meno sulla mia generazione. Divenuto oggetto di analisi come quasi nessun altro personaggio della storia, Hitler non ha assunto tratti storicizzati e si protende invece in modo sempre più insistente nella contemporaneità. E il suo impatto dirompente rimane intenso quanto la sua funzione di riferimento. Perfino durante la stesura della maggior parte di questi ritratti, lui o quanto meno la sua ombra sono emersi ripetutamente in primo piano».
  «Diversamente dalla concezione allora dominante e tuttora per molti aspetti diffusa - aggiunge l'Autore -, il dubbio come principio non sta a indicare un difetto caratteriale o addirittura un disturbo della fiducia, ed è invece, assai di più, una dimostrazione di civiltà nonché, trasposto nella dimensione politica, una virtù civica. Assume numerose gradazioni, dalla malinconica apprensione universale che si esprime spesso non senza amarezza in Golo Mann fino all'entusiasmo costantemente intenso ma anche e contemporaneamente preoccupato di altri».