Il Medio Oriente
contemporaneo 1914-2005
Rudy Caparrini
Masso delle Fate, pagg.257, Euro 16,00
 
Rudy Caparrini (analista di politica internazionale del periodico telematico "Pagine di Difesa") ricostruisce, in questo pregevole saggio, la storia del Medio Oriente dalla Prima guerra mondiale ai giorni nostri, raccontando i fatti "per come sono accaduti", senza quindi indulgere a posizioni ideologiche e/o preconcette.
  Il Medio Oriente, spiega l'Autore, "è un sucontinente tutto particolare. La regione non ha vissuto i grandi mutamenti, culturali e sociali, che hanno caratterizzato l'Europa e altre zone del mondo. [...] In questa complessa regione il potere si concentra nella figura del capo carismatico. [...] in parecchi paesi, il leader accentra nelle sue mani un potere assoluto. Governo e parlamento (laddove esistono) sono strumenti senza reale capacità decisionale, sottomessi al volere del leader supremo cui obbediscono per ammirazione o per timore. La storia del Medio Oriente è soprattutto la storia di pochi capi carismatici, capaci di imprimere svolte decisive per tutta la regione".
  Secondo l'Autore, "la responsabilità per i problemi del Medio Oriente è da suddividere fra più soggetti. Le colpe non sono da attribuire né esclusivamente alle potenze occidentali né soltanto agli stati mediorientali. Le responsabilità di Gran Bretagna e Francia appaiono evidenti, per come il medioriente è stato gestito prima, durante e dopo la Prima Guerra Mondiale. Gli stati europei egemoni della regione, Gran Bretagna in primis, stipularono intese che si contraddicevano, promettendo a più soggetti i medesimi territori. Finita la guerra, Francia e Gran Bretagna commisero nuovi gravi sbagli. Prima di tutto impedirono il sorgere di un grande stato arabo, soffocando l'ambizione del principe hascemita Feisal di formare una Grande Siria che poteva includere anche la Palestina. In secondo luogo, si diede vita a stati sovrani che non presentavano i requisiti propri di una nazione. Entità come Transgiordania e Iraq non erano mai esistite, i loro confini furono stabiliti in modo arbitrario. Nacquero nazioni del tutto inventate, che univano popolazioni poco inclini ad amalgamarsi. Il problema della coesistenza fra etnie, evidente oggi in Iraq e devastante in Libano negli anni '70 e '80, è il frutto di quelle scelte arbitrarie".
  Caparrini sottolinea, inoltre, come la responsabilità della mancata nascita di uno Stato arabo in Palestina ricada in parte anche sui "governi arabi". La spartizione della Palestina fu decisa dall'ONU, "con un piano che prevedeva la nascita di uno stato arabo accanto a uno ebraico. I rappresentanti di Israele avevano accettato la soluzione proposta, mentre gli arabi la rifiutarono. La mancata costituzione di una repubblica araba (o regno) di Palestina fu colpa soprattutto dei paesi fratelli, che si spartirono i territori destinati dall'ONU a questo stato mai sorto. La Giordania si annetté la Cisgiordania, mentre Gaza passò sotto l'amministrazione dell'Egitto. Si perse la grande occasione per spartire la Palestina".