Mosè. Una vita
Jonathan Kirsch
Garzanti, pagg.525, Euro 29,50
 
Da sempre sospeso tra storia e mito, Mosè resta una figura di straordinario fascino e potenza. E al tempo stesso misteriosa, sia nei contorni indefiniti sia negli enigmi che la sua vicenda – già nel testo biblico – lascia aperti: dalle sue origini alla sua morte, proprio alle soglie di quella terra promessa. Perché nella terra di Israele, dove aveva finalmente condotto il proprio popolo superando mille difficoltà e sacrificando tutto, il celebre profeta non entrò mai.
  Non sorprende che un personaggio di questa statura abbia incuriosito per millenni teologi e storici, e ispirato grandissimi artisti. Ma proprio queste incrostazioni hanno finito per rendere difficile individuare il profilo reale di Mosè. Appoggiandosi alle più recenti acquisizioni storiche e scientifiche, Jonathan Kirsch (editorialista del "Los Angeles Times") indaga in varie direzioni, a monte e a valle del testo biblico, per capire quali sono gli elementi da valorizzare, e quali quelli che dobbiamo lasciare in secondo piano.
  Emergono i tratti problematici e ambivalenti del Mosè biblico, ma solo così diventa possibile confrontarsi davvero con i valori morali e spirituali che emergono dalla sua figura.

  L'Autore spiega che "molto di ciò che noi pensiamo di sapere riguardo a Mosè è semplicemente inventato, e molto di ciò che la Bibbia dice di lui è tralasciato sia dall'arte sacra sia da quella profana. [...] Per ironia della sorte, molti dei dettagli più intriganti che si scoprono nella narrazione della Bibbia su Mosè non trovano accesso nell'arte, né nella letteratura, né nei sermoni o nel catechismo domenicali, e ciò che viene inventato è spesso molto meno interessante di quello che viene tralasciato".

  Secondo Kirsch, "il vero Mosè ci è stato nascosto, a volte mediante sottili manipolazioni del testo antico, altre volte tramite precisi silenzi e omissioni, e altre volte ancora per mezzo di censure non apologetiche o complete falsità, all'inizio grazie ai sacerdoti e agli scribi che furono gli autori e i redattori originari della Bibbia, poi per opera dei predicatori e degli insegnanti che furono i custodi del testo sacro, e infine per mano degli artisti e dei poeti che tradussero la Bibbia in opere d'arte e di letteratura. La tradizione devota, sia dell'ebraismo sia del cristianesimo, si è sempre sentita in obbligo di rappresentare immancabilmente Mosè come buono e mite, nobile e devoto, giusto e sicuro: ed è questo il motivo per cui non sentiamo spesso parlare dei passi della Sacra Scrittura in cui si mostra un Mosè che agisce in modo pavido e persino vigliacco, che manifesta furenti accessi di collera, che si immerge nella magia, che conduce epurazioni, inquisizioni e guerre di sterminio, e che battibecca con Dio. Il vero Mosè - il Mosè che nessuno conosce - era molto più intenso e più strano di quello che di solito ci viene permesso di vedere".