Mussolini e la
resistenza palestinese
Stefano Fabei
Mursia, pagg.296, Euro 23,50
 
Tra il 1936 e il 1938 l’Italia versò al Gran Mufti di Gerusalemme, leader della rivolta palestinese contro la Gran Bretagna e i sionisti, circa 138.000 sterline. Questo contributo fu deciso dal Duce non solo a sostegno del nazionalismo arabo e in funzione antinglese, ma anche in omaggio all’anticolonialismo del Mussolini socialista rivoluzionario e del primo Fascismo. Il ministero degli Esteri decise inoltre l’invio ai mujâhidîn della prima grande intifâda di un carico di armi in principio destinato al Negus ma acquistato in Belgio dal SIM. La consegna, cui avrebbero dovuto provvedere i sauditi, non ebbe mai luogo. Per Mussolini fu anche il tentativo di non farsi scavalcare da Hitler nella solidarietà agli Arabi.
  Stefano Fabei ricostruisce, in questo pregevole saggio, una pagina della nostra politica mediorientale sulla base di documenti del ministero degli Esteri e dello Stato Maggiore dell’Esercito.
  "Verso la metà degli anni Trenta - spiega l'Autore - l'Italia fu il primo Stato europeo a sostenere in modo concreto la lotta di liberazione del popolo palestinese dal mandato britannico e dal progetto sionista in Terrasanta. Questo è quanto emerge dall'analisi dei documenti - lettere, appunti, promemoria - dell'ufficio di coordinamento del ministero degli Affari Esteri italiano e di quelli contenuti nel "Carteggio del Servizio Informazioni Militari relativo a vari Stati" conservato presso l'Archivio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito.
  "Viene così smentita in modo definitivo la tesi, sostenuta dallo storico palestinese George Antonius fin dal 1938, secondo la quale nella rivolta araba iniziata nel 1936 non avrebbero esercitato alcun ruolo elementi esterni, dal momento che il sostegno finanziario italiano alla lotta antisionista e antibritannica dei palestinesi giocò una parte se non determinante quanto meno significativa".
  Secondo Fabei, il sostegno dell'Italia fascista alla prima intifâda "fu determinato da varie ragioni e offerto in vista di obiettivi geopolitici che non possono essere analizzati e compresi al di fuori del loro contesto storico: la lotta nazionale degli arabi di Palestina, la sempre più massiccia immigrazione ebraica, determinata dall'avvento al potere del nazionalsocialismo in Germania e rispondente ai progetti del sionismo, l'equivoca e incoerente azione della potenza mandataria in Terrasanta, il desiderio italiano di ricorrere a ogni mezzo per esercitare sull'Inghilterra pressioni, al fine di pervenire con Londra a un accordo generale".