La Repubblica, le religioni,
la speranza
Nicolas Sarkozy
Nuove Idee, pagg.187, Euro 13,00
 
Con questo saggio, Nicolas Sarkozy affronta uno dei tabù della società francese: il posto delle religioni nella Repubblica. Affronta senza complessi la sfida dell'Islam come religione in Francia, la costruzione delle moschee, il velo nella scuola e nell'amministrazione, il radicalismo di alcuni imam, lo slancio religioso delle giovani generazioni, la formazione dei sacerdoti, le relazioni con il Vaticano, l'anticlericalismo, il controllo delle sette, l'insegnamento del fatto religioso, le violenze razziste che prendono come pretesto le appartenenze religiose.
  Su tutti questi temi, l'Autore propone una laicità aperta, dove tutti, qualunque siano la fede e i dubbi, possano vivere la propria esperienza e partecipare alla costruzione della società democratica.
  Sarkozy ritiene che "sia necessario essere prudenti, addirittura controllati, sull'entrata della Turchia in Europa [rectius: nell'Unione Europea]. [...] non sono persuaso che i nostri concittadini comprenderebbero che la prima nazione di Europa in termini demografici tra venti anni sia una nazione di cultura musulmana. E poi soprattutto ciò mette in discussione la natura dell'Europa che è nei nostri propositi. Integrare tutti nell'Europa, ivi compresi i paesi non europei, significa stemperare l'identità europea a vantaggio della concezione anglo-sassone del grande mercato".
  "In questa situazione - aggiunge il ministro dell’Interno francese e presidente dell’Ump (Union pour un Mouvement populaire, il partito di governo)  - non bisogna scoraggiare la Turchia dandole l'impressione di una bocciatura. Abbiamo tutto l'interesse a stabilizzare questo grande paese, che testimonia una encomiabile civilizzazione. Dobbiamo scegliere l'integrazione della Turchia nell'Unione europea oppure preferire accordi di difesa e di cooperazione economica privilegiata? Penso che esista una strada intermedia da concepire, che non è dunque quella dell'adesione della Turchia all'Unione europea".
  Di recente, Sarkozy ha avuto modo - secondo quanto riferiva Alberto Toscano su "Il Giornale" del 25 aprile 2006 - di "definire la propria linea preelettorale - salvo sorprese sarà lui il candidato del centrodestra alle presidenziali dell’anno prossimo - radicalizzando il suo atteggiamento sui terreni dell’immigrazione e della sicurezza. Agli immigrati che si lamentano, Sarkozy ha mostrato la porta d’uscita, dicendo loro di tornarsene alle terre d’origine. «Se qualcuno prova imbarazzo a essere in Francia - ha affermato il ministro dell’Interno - può perfettamente risolvere il problema lasciando questo Paese che non ama». Da molto tempo un leader del centrodestra non parlava in modo tanto duro nei confronti dell’immigrazione clandestina e anche di quella legale. Immediatamente sono partite le bordate dell’opposizione di sinistra, che accusa Sarkozy di voler catturare i voti dell’estrema destra, ricorrendo ad «atteggiamenti xenofobi»".