La Russia contemporanea
Giovanna Cigliano
Carocci, pagg.258, Euro 18,50
 
Questo saggio di Giovanna Cigliano (docente di Storia dell'Europa orientale presso la facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università "Federico II" di Napoli) traccia un profilo storico della Russia dal 1855 ai giorni nostri, dedicando particolare attenzione "alla dialettica tra Stato e società, all'alternativa riforma/rivoluzione, al rapporto tra impero e nazionalità, ai processi di empire building e di nation building".
  Le dimensioni della Russia, spiega l'Autrice, "la sua espansione coloniale, cominciata nel XVI secolo e giunta al culmine alla fine dell'Ottocento, e poi le profonde ripercussioni della rivoluzione, hanno fatto sì che l'influenza delle sue trasformazioni interne fosse avvertita anche nelle aree più remote del pianeta. Ma non è solo per questo motivo che la conoscenza delle linee essenziali della storia russa tra Otto e Novecento si rivela indispensabile per comprendere l'età contemporanea. Il percorso della Russia, caratterizzato da un ritmo sussultorio e da elevatissimi costi umani e sociali, ha visto il susseguirsi e sovrapporsi, nell'arco di circa centocinquanta anni, di una pluralità di regimi politici e sistemi sociali ed economici: dalla servitù della gleba al capitalismo post-socialista, dall'assolutismo autocratico, attraverso il regime totalitario, alla democrazia post-sovietica. La compresenza, e talvolta la stridente giustapposizione, di arcaismo e modernità contraddistingue il periodo tardo zarista, ma si protrae ben dentro il Novecento, quando a scuotere la società russa dalle fondamenta intervengono guerre, rivoluzioni e guerre civili, terremoti demografici, massicci trasferimenti di popolazione, e il paesaggio urbano e rurale viene ridisegnato da fenomeni imponenti quali l'industrializzazione, l'urbanizzazione, la collettivizzazione. A partire dalla seconda metà degli anni sessanta subentra una fase di stabilizzazione, ma le riforme gorbaceviane, la fine del regime comunista e la dissoluzione del'Unione Sovietica hanno ancora una volta ridefinito radicalmente l'assetto interno e la collocazione internazionale della Russia".
  Alla Russia di Putin è dedicato l'ultimo capitolo del libro. La prof.ssa Cigliano scrive che il Presidente russo "è stato salutato come colui che ha posto nuovamente al centro dell'agenda politica la salvaguardia della forza e della compattezza della Russia, che ha superato la contrapposizione tra fautori intransigenti del mercato e nostalgici della tutela statale "dalla culla alla bara", che ha combattuto lo strapotere degli oligarchi e le speculazioni selvagge, arginato la minaccia del terrorismo e della disgregazione, messo sotto controllo le spinte centrifughe del separatismo regionale, ripristinato il funzionamento della "verticale di potere" e la forza e l'autorevolezza dello Stato, recuperato l'orgoglio della tradizione storica, russa e anche sovietica, ad esempio reintroducendo la melodia dell'inno nazionale. Con la seconda guerra cecena agli occhi di molti russi ha lavato l'onta della sconfitta subita nella prima. Gli si riconosce il merito di aver stabilizzato la politica e la società dopo gli sconvolgimenti della transizione, anche beneficiando di una congiuntura economica favorevole connessa all'innalzamento del prezzo del petrolio".