Il crepuscolo
delle ideologie
Gonzalo Fernández de la Mora
Nuove Idee, pagg.205, Euro 13,00
 
Gonzalo Fernández de la Mora y Mon (nato a Barcellona il 30 aprile 1924) è stato una delle figure più rilevanti della cultura spagnola del secondo '900. Laureato in Filosofia e Giurisprudenza all'Università d Madrid, si è parimenti dedicato all'attività intellettuale e alla carriera diplomatica. Nel 1969 è diventato Sottosegretario agli Affari Esteri, nel 1970 è stato Ministro dei Lavori Pubblici e nel 1972 è entrato a far parte dell'Accademia di Scienze Morali e Politiche. Scrittore fecondo e poliedrico, è stato a lungo firma di punta del settimanale della destra monarchica spagnola "ABC", e nel 1982 ha fondato la rivista di pensiero "Razón Española", lo strumento con cui per due decenni ha influito sulla vita culturale e politica della Spagna. Con la sua opera intellettuale ha rappresentato un riferimento fondamentale negli anni della transizione dal franchismo alla democrazia; divenendo poi il più importante pensatore della destra spagnola. Ma questo ruolo non deve essere inteso come riduttivo della sua figura. E soprattutto dell'importanza della sua opera e del suo pensiero. E' morto a Madrid il 10 febbraio 2002, all'età di 77 anni.
  Di recente, l'Editrice Nuove Idee ha pubblicato la prima traduzione italiana di "El crepúscolo de las ideologías", una delle opere più interessanti del pensatore spagnolo. Scrive Andrea Marcigliano nella Prefazione: "pur scritto a metà degli anni '60 - era un saggio proiettato per molti versi nel futuro. Un libro, a suo modo, profetico".
  L'Autore, infatti, "era stato uno dei primi ad intravedere i profondi mutamenti del nostro mondo, prima ancora che questi, davvero, si inverassero. E lo aveva fatto ancora negli anni '60. Certo, potremmo dire che, in qualche modo, l'idea di partenza di questo libro sulla fine delle ideologie - ma sarebbe, appunto, meglio parlare di fine dell'"era ideologica" - sia stata ispirata dalle trasformazioni, sociali e politiche, della Spagna nell'ultimo scorcio del franchismo. Nel passaggio da un regime autoritario in qualche modo ancorato alle ideologie del "nazionalismo" del primo '900 - anche se in una versione tutta particolare, tutta spagnola - e al (pesante) retaggio di una guerra che, prima ancora che civile, era stata ideologica, ad un sistema che vedeva sempre più affermarsi una nuova élite di tecnici. O meglio di tecnocrati che miravano a favorire il progresso sociale ed economico del paese, guidandone il ritorno a pieno titolo nel consesso europeo e, in prospettiva, il passaggio - il più possibile indolore - ad una democrazia parlamentare".
  Il testo è intriso di "razionalismo" e questo è anche alla base di tutta la filosofia dell'Autore; e de la Mora fu filosofo proprio nei termini che a questa parola attribuiva Platone. Filosofia come ricerca della verità; filosofare come continuo confronto con la realtà attraverso il dialogo e la ricerca inesauribile di conoscenza. Senza mai cadere, quindi, nelle trappole dell'astrattismo. Realismo e ragione, dunque. Ma anche senso dell'identità e della tradizione.