La difesa della razza.
Antologia 1938-1943
Valentina Pisanty
Bompiani, pagg.376, Euro 9,50
 
Questa antologia curata dalla semiologa Valentina Pisanty raccoglie gli articoli di "La difesa della razza", la rivista diretta da Telesio Interlandi dal 1938 al 1943.
  "I Romani - scriveva Giorgio Almirante nel settembre del 1938 - non fecero mai mistero del loro profondo disprezzo per i giudei. Disprezzo più che naturale se si pensa che, allora come oggi, ebreo era sinonimo di senzapatria. [...] C'era un contrasto insanabile fra il Romano, devoto all'idea dello Stato, incline a far prevalere gl'interessi della collettività su quelli del singolo; e la moltitudine di giudei che affluivano nei centri più ricchi dell'Impero, sfruttando ogni occasione per conquistar privilegi e ricchezze e spalleggiandosi a vicenda per eludere la severa disciplina statale".
  Aldo Bomba, nell'ottobre 1938, spiegava che, in tutti i Paesi dove "impera" la Massoneria ("setta nefanda"), "l'ebraismo è protetto e aiutato dovunque e comunque. Basti l'esempio della Francia, dove grazie alla Massoneria onnipotente, molti posti di comando sono oggi nelle mani dei figli di Sion, che spadroneggiano così in ogni settore della vita nazionale francese...".
  "La lotta contro l'ebraismo mondiale - osservava Massimo Scaligero su "La difesa della razza" del 20 febbraio 1941 -, già nell'estendersi su un fronte unico, acquisisce una unità capace di neutralizzare infine i due aspetti maggiori della offensiva ebraica: quello plutocratico e quello ideologico, quello pertinente alla sovversione economico-materialistica e quello riguardante l'eversione morale, il lavoro "sottile" nell'anima delle masse, il confusionismo intellettuale. Quest'ultimo ha un'importanza particolare in quanto la sua identificazione giova a far intendere come gli avvenimenti decisivi della storia ultima non siano casuali o dovuti solo agli errori e all'incoscienza degli uomini, ma obbediscano ad un certo piano e ad una precisa intenzione. Essi sono l'effetto dell'azione diretta e indiretta di coloro che formano l'autorità maggiore dell'Internazionale ebraica".