Operazione Hotel California
Guido Olimpio
Feltrinelli, pagg.199, Euro 13,00
 

In questo saggio, Guido Olimpio (giornalista del "Corriere della sera") racconta - con il piglio del migliore giornalismo d’inchiesta  - le storie dei musulmani rapiti dalla Cia nei paesi occidentali per poi essere reclusi nelle carceri di regimi compiacenti.  

  Il 17 febbraio 2003, Abu Omar, cittadino egiziano e imam della moschea di via Quaranta a Milano viene sequestrato da un commando nei pressi della sua abitazione. È un colpo di mano degli agenti della Cia. Un caso di “consegna speciale”, in inglese “extraordinary rendition”, una chiara violazione della sovranità di un altro Paese. Abu Omar viene infatti portato prima nella base di Aviano, quindi con un aereo speciale al Cairo. L’imam, al centro di molte inchieste sul terrorismo, finisce in un carcere di massima sicurezza egiziano. Uno di quei penitenziari chiamati dalla Cia gli “Hotel California”: perché – come recita la canzone degli Eagles – sai quando entri ma non quando esci. Di posti come questo ve ne sono molti nel mondo. Una rete di prigioni segrete per prigionieri fantasma. In Giordania, in Siria, in Afghanistan, in Marocco, in Egitto. Abu Omar è solo uno di una lunga lista di terroristi veri o presunti sequestrati dalla Cia ed estradati in paesi dove è possibile usare la tortura.
  Olimpio spiega perché è nata questa modalità di contrasto verso il radicalismo islamico. Descrive il "modus operandi" degli 007 in queste missioni: dagli uomini sul campo alla flotta di miniaerei, registrati a società fantasma, usati nelle “consegne”. Con testimonianze e documenti, illustra i metodi di tortura impiegati e le carceri che fanno parte del network.
  Nel libro si raccontano decine di casi clamorosi: dalla presunta mente dell’11 settembre, Khaled Sheikh Mohammed, al canadese-siriano preso per sbaglio. Per ognuno la sua storia, le accuse, le circostanze della cattura, il suo destino. E ancora, i trucchi usati dagli estremisti per sostenere gli interrogatori, le misure di sicurezza. Infine, le prospettive della lotta al terrorismo, i rischi per i diritti del cittadino, le garanzie e le minacce che provengono da un mondo di tenebra.
  "Con le "Operazioni Hotel California" - scrive l'Autore -, l'intelligence americana ha sequestrato quasi centocinquanta persone, legate alla realtà qaedista, trasferendole poi, a seconda dei momenti, in Egitto, Giordania, Marocco, Uzbekistan, Siria, Guantanamo (Cuba).  Un'estensione brutale della guerra al terrorismo, azioni preventive e repressive a tutto campo in nome della sicurezza. A sostegno della strategia un poderoso apparato di agenti segreti, arei speciali, tecnologia sofisticata e prigioni spaventose".
  "Secondo il Washington Post e l'organizzazione statunitense Human Rights Watch - si legge su "il manifesto" del 4 novembre 2005 - la Cia avrebbe creato una rete di carceri segrete per presunti terroristi in giro per il mondo. Anche in Europa, ed esattamente in alcuni paesi dell'ex blocco comunista. Già circolano con insistenza i nomi di Polonia e Romania, un già membro e un ormai prossimo membro della Ue. «Le nostre informazioni - dichiara Jean-Paul Marthoz, portavoce di Hrw - indicano che la Polonia e la Romania sono i paesi che hanno ricevuto prigionieri della Cia», ma non si escludono installazioni anche in altri paesi dell'est Europa. Da Bucarest, Varsavia, Budapest e Bratislava giungono smentite, mentre il governo ceco avrebbe detto no alla richiesta Usa di accogliere alcune persone detenute a Guantanamo, dice Frantisek Bublan, ministro degli interni. Nei documenti classificati della Casa bianca, della Cia, del Congresso e del Dipartimento di giustizia queste carceri verrebbero chiamate siti neri. Aree situate in otto paesi - dalla Thailandia, all'Afghanistan fino appunto all'Europa orientale - in cui un centinaio di presunti terroristi legati ad Al Qaeda verrebbero tenuti in completo isolamento: prigionieri fantasma senza alcun diritto. Non si sa nulla dell'identità dei reclusi, nulla dei metodi con cui sono interrogati, nulla su modi e tempi degli arresti. Come a Guantanamo, con l'aggravante che queste carceri sono pure segrete. La cosa non sorprende comunque il Comitato internazionale della Croce rossa, Cicr: «In passato - afferma la portavoce Antonella Notari - gli stessi Stati uniti hanno annunciato l'arresto di alcune persone che non sono mai apparse nei luoghi di detenzione da noi visitati»".
  Sul "Corriere della sera" del 6 novembre 2005, Guido Olimpio ha rivelato i metodi di interrogatorio usati negli "Hotel California": "1) Rovesciare l'orologio biologico dell'arrestato. 2) Privazione del sonno. 3) Esposizione del sospetto a temperature elevate, quindi costringerlo a stare al freddo. 4) Luce sempre accesa nella cella, musica ad alto volume per giorni. 5) Manipolazione della dieta alimentare. 6) Tenerlo in piedi o sui talloni per ore. 7) L'isolamento prolungato. 8) Il «sottomarino»: il detenuto è immerso in vasche d'acqua. 9) Possibile presenza di cani (animale impuro per i musulmani). 10) Uso di donne-soldato negli interrogatori".