Le radici perdute dell'Europa.
Da Carlo V ai conflitti mondiali
Franco Cardini - Sergio Valzania
Mondadori, pagg.192, Euro 16,00
 
Dall'inizio del Cinquecento, per almeno un secolo, la maggior potenza mondiale fu un'entità politica multiculturale e multietnica che aveva il suo centro nel bacino occidentale del Mar Mediterraneo e i suoi punti di forza in Castiglia, Italia del Sud e Lombardia. I territori a essa collegati andavano dalle regioni più ricche delle Americhe, al Portogallo e ai Paesi Bassi, comprendevano la Germania, l'Austria e l'Ungheria, insieme a Genova e a tutte le isole maggiori del Mediterraneo.
  Estranea al concetto di nazione che avrebbe preso il sopravvento nei secoli successivi, l'esperienza della "Monarchia" rappresentò uno dei momenti più effervescenti e produttivi della storia mondiale. I suoi artisti diedero vita all'arte barocca, i suoi tecnici inventarono la navigazione moderna, i suoi soldati si dimostrarono spesso imbattibili, la sua fede si incarnò nella Riforma cattolica del Concilio di Trento. La sua letteratura raggiunse uno dei vertici assoluti della produzione dell'intera umanità: il Don Chisciotte di Miguel de Cervantes.
  Eppure di tutto ciò non resta quasi nulla. O almeno è scomparsa dalla memoria dei moderni la realtà unificante che diede senso e impulso ad artisti e marinai, mercanti e amministratori, santi e letterati. Chi seppe affermare le proprie ragioni su quelle di Carlo V e dei successori ne ha disperso meriti e primati.
  Franco Cardini e Sergio Valzania, due fra i più autorevoli storici cattolici italiani, hanno scritto questo libro per riscattare dal passato la memoria di una grande avventura politica, culturale, etica e anche religiosa: quella dell'impero di Carlo V e dei sovrani che vennero dopo di lui, ultima ipotesi concreta per una unificazione europea la cui realizzazione avrebbe forse evitato la stagione degli stati nazionali e il disastro delle guerre mondiali.