Dopo il cataclisma
Noam Chomsky - Edward S. Herman
Baldini e Castaldi Dalai Editori, pagg.426, Euro 19,50
 
IL LIBRO - La storia editoriale di questo libro è forse la miglior prova della longevità e lungimiranza del dissenso ragionato di Chomsky. Ritirata dal commercio la prima edizione, l’opera vide la luce in patria anni dopo, in sordina, malgrado il successo ottenuto all’estero. Tradotto oggi per la prima volta in Italia, a dispetto degli anni (o forse grazie a essi) il saggio rivela tutta la validità predittiva e la profondità d’analisi delle sue tesi. Tesi che in due volumi, sostenuti da una mole ciclopica di fatti e note, condannano impietosamente il «disegno» sottostante le scelte politiche globali degli Stati Uniti dal secondo dopoguerra in poi. Per sostenere una politica neocoloniale che favorisse i loro interessi economici e strategici, gli USA hanno appoggiato, e spesso instaurato regimi dittatoriali clientelari in quasi tutto il Sud del mondo.

  Lo schema ideologico che vedeva (e vede) negli USA i paladini del Bene, della libertà e della democrazia, ha giustificato le più aberranti conseguenze: la tortura e l’uccisione sistematica di migliaia di dissidenti (con il beneplacito della CIA e del Pentagono) nell’America Latina, nel Medio Oriente e nel Sudest asiatico; la proliferazione della corruzione delle élite locali che saccheggiavano le ricchezze dei loro Paesi compromettendone il futuro; il tutto in nome di una dottrina di «stabilità&sicurezza» che serviva solo agli investimenti delle multinazionali, e all’ombra di una colossale manipolazione della verità ipocritamente spacciata e accettata dall’establishment politico e mediatico statunitense.

  Oggi, nel nuovo ordine mondiale orfano del comunismo e ferito dall’11 settembre, tornano parole d’ordine quali «stabilità», «lotta contro il Male» (un tempo rappresentato dalla «minaccia rossa» oggi dal terrorismo) e «libertà», principi per la cui attuazione si accettano tortura, menzogne istituzionali e spudorate violazioni del diritto internazionale. Così, nella generale crisi di valori e logiche politiche che attanaglia l’Occidente (e gli USA in particolare), queste pagine e la loro pubblicazione acquistano una chiara «necessità». Quello che era nato come un caustico pamphlet di denuncia politica, attraverso la sua analisi convalidata dalla Storia ci costringe a interrogarci sulle radici delle storture attuali e diventa un viatico di onestà intellettuale per questo caotico inizio di millennio. 

  Questo studio, in due volumi collegati fra loro, si occupa dei rapporti tra gli Stati Uniti e il Terzo Mondo, concentrandosi su due aspetti: i fatti e le credenze. Il «fatto» basilare è che gli Stati Uniti hanno organizzato, sostenuto e protetto un sistema neocoloniale di Stati clienti, retti principalmente dal terrore e funzionali agli interessi di una piccola élite economico-militare locale e straniera. La «credenza», o assunto ideologico fondamentale, è che gli Stati Uniti sono impegnati a difendere in tutto il mondo la democrazia e i diritti umani, anche se talvolta commettono errori nel perseguire il loro obiettivo.

  DAL TESTO – “L'Occidente attribuisce in genere tutte le tribolazioni e le sofferenze dell'Indocina ai mali del comunismo, senza però suggerire un modo diverso e più umano per risolvere un tipo di problemi che lui stesso non ha mai affrontato. Ma commette un errore ancor più grave di cui tuttavia non fa menzione. Mentre deplora ipocritamente il fatto che il popolo indocinese non riesca a uscire da una grave situazione in larga misura causata dal suo intervento nel Paese, non si sente affatto obbligato a offrirgli aiuti, né sotto forma di un'assistenza umanitaria che predica costantemente né sotto forma di risarcimento. Di tanto in tanto, qualcuno dimostra però di riconoscere questi errori. Il direttore della 'Far Eastern Economic Review' nel denunciare la "politica cinica" che ha creato nel Vietnam comunista una società "ripugnante" ha aggiunto, per inciso, che "se si risale all'origine delle responsabilità si deve ammettere che l'adesione del Vietnam al sistema socialista e la sua crisi economica vanno attribuite a quei Paesi che hanno negato aiuti o altre forme di sostegno ai moderati oggi sconfitti che lanciavano appelli sempre più disperati". Il direttore della celebre rivista non fa i nomi dei Paesi, ma è evidente che fra i primi ci sono gli Stati Uniti i quali hanno rifiutato gli aiuti e cercato di bloccare quelli offerti da altri, rifiutando perfino di avviare normali rapporti commerciali e ignorando gli sforzi dei vietnamiti miranti a normalizzare il Paese". 

  GLI AUTORI - Noam Chomsky è nato nel 1928 negli Stati Uniti. Ha rivoluzionato gli studi linguistici con la teoria generativista che ha avuto fondamentali ricadute nell’ambito della ricerca psicologica, logica, filosofica. Attualmente insegna al Dipartimento di Linguistica e Filosofia del Massachusetts Institute of Technology (MIT). 

  Edward S. Herman è professore emerito di Finanza alla Wharthon School, Università della Pennsylvania. Economista e critico dei media, ha all'attivo numerose pubblicazioni sulla manipolazione del consenso e di politica internazionale.
  INDICE DELL’OPERA – Prefazione – 1. Lo scenario – 2. I precedenti - 3. I profughi in Indovina e altrove – 4. Il Vietnam – 5. Il Laos – 6. La Cambogia – 7. Commenti finali - Note – Indice dei nomi.