Hugo Chávez tra Bolivar e Porto Alegre
Roberto Massari
Massari Editore, pagg.160, Euro 8,00 
 
IL LIBRO – Ai primi di dicembre si è svolto a Caracas un convegno internazionale di un'intera settimana, convocato dal governo di Hugo Chàvez. Scopo del convegno era far conoscere la realtà del processo in corso in Venezuela attraverso viaggi nell'interno, visite a centri popolari, dibattiti e conferenze. Di queste conferenze Chàvez è stato l'interprete principale. Nel libro di Massari si fornisce una breve ricostruzione dell'itinerario di Chàvez, si misura il personaggio sui parametri del leader populista (già elaborati all'epoca del libro sul peronismo) e del leader nazionalista con aspirazioni internazionalistiche (già elaborati nei vari libri su Che Guevara). Il tutto per arrivare a una definizione del fenomeno e a qualche previsione. 
 
  DAL TESTO – “Chávez si colloca pienamente in questa “sociologia delle élites militari al potere”, per storia personale e dinamica delle forze sociali. Non è un Perón venezuelano (storicamente non potrebbe esserlo). Ma come già per il “caudillo” argentino, la sinistra di gran parte del mondo si è dimostrata dapprima diffidente e settaria nei suoi confronti, non cogliendo la dinamica delle forze messe in movimento; mentre ora si dimostra apologetica e totalmente acritica, non cogliendo i pericoli insiti in un’esperienza così personalizzata di gestione del processo rivoluzionario bolivariano. Una sinistra irrazionale in entrambi i casi.
  "Con questa preoccupazione, ma animato da sincera ammirazione per quanto Chávez è riuscito a realizzare sin qui, vorrei accompagnare il lettore in una riflessione critica sulla sua avventurosa vicenda, illudendomi di poterne ricavare insegnamenti, come già con l’Algeria, con Cuba, col Cile, col Portogallo e chissà cos’altro nel futuro”.
  “Abbiamo visitato lo stato di Vargas nel 2004; [...] abbiamo potuto toccare con mano il lavoro immane di ricostruzione che è stato compiuto nell’arco di soli sei anni. Nell’incontro a La Guaira, il governatore Rodriguez e i suoi collaboratori hanno insistito molto sul fatto che la spiegazione del miracolo va cercata nella volontà della gente di impegnarsi e di collaborare alla ricostruzione. Senza una tale mobilitazione “politica” dal basso, gli aiuti economici inviati dall’alto non avrebbero conseguito gli stessi risultati.
  "Non siamo ingenui. Parole del genere le avremmo potute ascoltare da qualunque funzionario pubblico dotato di un minimo di furbizia, consapevole di trovarsi davanti a un interlocutore di sinistra. E allora siamo andati a parlare con la gente di alcune “misiones “Barrio Adentro””, in un ambulatorio, in un consultorio popolare autogestito, in cima alle colline, in una scuola delle “misiones “Robinson”” (temi sui quali torneremo). Ovunque le stesse parole del Governatore, ovunque lo stesso orgoglio di avercela fatta grazie allo sforzo collettivo. Ovunque la bellissima sensazione che emana dal volto della povera gente quando la prima cosa che riconquista è la dignità.
  "E ovunque giovani medici cubani che per un periodo di due-tre anni partecipano ai programmi di assistenza sanitaria in località svantaggiate, dove il medico di famiglia tradizionale venezuelano non vuole o non riesce ad arrivare. Al momento ce ne sono circa diecimila di cubani impegnati in programmi di assistenza. Molti (non ho le cifre) nello stato di Vargas, dove maggiore è stato il fabbisogno dopo l’immane catastrofe".
 
  INDICE DELL’OPERA – Introduzione – 1. Formazione politico-militare (1954-1988) – 2. Il “Caracazo” (1989) – 3. Il putsch di febbraio (1992) – 4. La “prigione feconda” (1992-1994) – 5. Al potere per via elettorale (1998) – 6. La nuova Costituzione – 7. Dal golpe al referendum (2002-2004) – 8. Economia e programmi sociali – 9. In difesa dell’umanità – 10. Idee per un’Alba nuova – Appendice: Discorso a Porto Alegre (genn. 2003) – Discorso alle Nazioni unite (sett. 2005).