La Rivoluzione in camicia nera.
Dalle origini al 25 luglio 1943
Paolo Buchignani
Mondadori, pagg.464, Euro 20,00
 
IL LIBRO - Che cosa è stato il Fascismo? Reazione o rivoluzione? In realtà, un fenomeno articolato e complesso, mutevole e contraddittorio. Contro il Regime autoritario edificato negli anni Venti dal nazionalista Alfredo Rocco, resiste e si sviluppa il Fascismo delle origini, rivoluzionario e totalitario, ostile alla restaurazione da esso imposta.
  Sedotti dal potente mito della guerra come rivoluzione, i fascisti rivoluzionari non apprezzano né l'esito governativo della "marcia su Roma", giudicato un mediocre compromesso con il liberalismo conservatore, né il "ritorno all'ordine" seguito al discorso di Mussolini del 3 gennaio 1925.
  Approvano invece la fine dello Stato liberale e l'instaurazione della dittatura, ma si battono per trasformarla da autoritaria e conservatrice in totalitaria e rivoluzionaria: il loro scopo, seppellire la "civiltà borghese" e fondare la "nuova civiltà fascista", una sorta di "terza via" alternativa tanto al liberalismo (e al capitalismo) quanto al comunismo.
  In questa essenziale componente del Fascismo (non riducibile a un ribellismo sterile, ma in larga misura progettuale, vitale, proiettata nel futuro, e di conseguenza quanto mai pericolosa, al di là della buona fede di molti suoi aderenti) spicca la figura di Giuseppe Bottai, già "ardito" e futurista, finissimo intellettuale e gerarca di primo piano, punto di riferimento significativo, negli anni Trenta, per la generazione cresciuta in camicia nera; la quale, tuttavia, appare ancor più stregata dal fascino magnetico del Duce, a cui attribuisce la sua stessa volontà rivoluzionaria. A torto o a ragione? Quale fu il ruolo di Mussolini in questa vicenda?
  Paolo Buchignani ricostruisce e analizza, per la prima volta in modo organico, la genesi del Fascismo rivoluzionario e la sua ventennale battaglia, che si conclude con una sconfitta. Infatti la rivoluzione sociale non decolla, quella antropologica fallisce, il sogno della "nuova civiltà" s'infrange ben presto sui fronti di guerra, travolto dalla disfatta militare subita in un conflitto (la seconda guerra mondiale) che avrebbe dovuto tradurlo in realtà. Un esito scontato? La trasformazione del Fascismo in regime totalitario, realizzatasi progressivamente dalla metà degli anni Trenta, è stata un esperimento interrotto? E si può dire che il Fascismo, figlio della prima guerra mondiale, sia stato ucciso dalla seconda? Domande, queste, che riaprono questioni tuttora irrisolte nel nostro Novecento.
 
  DAL TESTO - "[...] risulta evidente quanto totalitaria fosse la vocazione del fascismo rivoluzionario, quanto più dura, pervasiva, repressiva (assai più simile al nazismo e allo stalinismo) sarebbe stata la dittatura fascista se le istanze in esso contenute si fossero interamente realizzate. E non era impossibile che ciò, in larga misura, potesse avvenire (tenendo conto [...] delle posizioni del Duce negli ultimi anni), se la disfatta militare non avesse determinato il crollo del Regime.
  "Tanti giovani che in esso si erano formati, che erano stati educati al disprezzo della democrazia parlamentare (giudicata, con argomentazioni assai longeve e riaffioranti più tardi, in altri contesti, "formale" e "borghese" e, comunque, morta e sepolta), si erano battuti per trasformare il fascismo da autoritario e conservatore in totalitario e rivoluzionario, perché convinti, in perfetta buona fede e animati dalle più nobili intenzioni, che quella fosse la strada per superare le secolari arretratezze della società italiana, le ingiustizie sociali, per costruire quell'Italia "grande" e "popolare" sognata dai padri del Risorgimento democratico (Mazzini, Garibaldi), emarginati e "traditi" dalla monarchia sabauda e dalla borghesia liberale e giolittiana".
 
  L'AUTORE - Paolo Buchignani, storico del Novecento, collaboratore di "Nuova Storia Contemporanea", ha pubblicato numerosi saggi sulle avanguardie e sul Fascismo. Ricordiamo, tra gli altri: "Marcello Gallian. La battaglia antiborghese di un fascista anarchico" (1984); "Un fascismo impossibile. L'eresia di Berto Ricci nella cultura del ventennio" (1994; Premio Luigi Russo 1994) e, da Mondadori, "Fascisti rossi. Da Salò al Pci, la storia sconosciuta di una migrazione politica, 1943-53" (1998).
 
  INDICE DELL'OPERA - Introduzione - I. Le origini - II. Da Tripoli a Roma (1911-22) - III. La crisi del fascismo e la nascita della dittatura (1922-26) - IV. Dalla politica alla cultura (1926-29) - V. Terzo tempo (1929-36) - VI. L'"accelerazione rivoluzionaria e totalitaria" (1936-40) - VII. La "guerra rivoluzionaria" (1940-43) - Note - Ringraziamenti - Indice dei nomi