Il Terzo Reich e il sogno di Atlantide
Franz Wegener
Lindau, pagg.188, Euro 19,00
 
IL LIBRO - Atlantide ha attraversato come un filo rosso la storia del radicalismo di destra: dagli ariosofi, che giocarono un ruolo importante nella fase d’incubazione del Nazionalsocialismo, passando per i numerosi autori nazionalisti degli anni ’20, la Società Teosofica di Helena Blavatsky e illustri esponenti del Partito nazionalsocialista come Wirth e Rosenberg, per arrivare alla nuova destra europea e ai neonazisti tedeschi. Una continuità che esige una riflessione approfondita in grado di decifrare i meccanismi che hanno attivato questa fascinazione.
  In questo volume, Franz Wegener prende in considerazione le analisi di illustri studiosi del mito di Atlantide: fra le altre, quella di Julius Evola, secondo cui l’«uomo dominatore», appartenente alla razza nordica, avrebbe affrontato le «assai meno valorose razze del Sud»; e quella di Georges Sorel, che vedeva nel mito una successione di immagini in grado di suscitare stati d’animo ed emozioni di portata sociale.
  Rifacendosi agli studi sul mito di Roland Barthes, dietro all’immagine dell’isola paradisiaca l'Autore giunge però a scorgere una sostanziale pulsione di morte. Una pulsione da cui non sono esenti le teorie nazionalsocialiste: alla ricerca delle origini della razza arioeuropea, Hitler e Himmler formularono la tesi secondo la quale la pura razza degli abitanti di Atlantide – ravvisata nel Nord del mondo – tramontò essendosi mescolata con specie inferiori. I pochi Arii sopravvissuti, migrati sul continente, sarebbero i progenitori della stirpe germanica destinata a dominare la terra. Seguaci di una visione apocalittica del mondo, i nazionalsocialisti trovarono nell’immagine-modello di Atlantide l'ideale di perfezione e superiorità.
 
DAL TESTO - "Considerata la ricezione del mito nordista e razzista di Atlantide – dovuta a influenti funzionari nazionalsocialisti come Wirth, Rosenberg, Himmler e Hitler –, l’analisi psicostorica del fulcro di tale racconto rende verosimile il fatto che il suo potente ideale suicida si sia concretizzato, in maniera distruttiva, nella manifesta volontà di annientamento che sfociò alla fine in una guerra tale da diffondersi in ogni direzione, prima contro gli altri e poi contro sé stessi. Si deve, di conseguenza, concordare con Amery, quando afferma che tutti i tedeschi, nel profondo del loro inconscio, abbiano un piede in Atlantide – e con ciò, secondo la sua opinione, nel regno ideale del nazionalsocialismo? O non è invece l’immagine del mondo di Atlantide il segno che ci permette di distinguere i rivoluzionari conservatori degni di fiducia da quelli criminali, i nuovi nazionalisti virtuosi dai distruttori, i nazionalsocialisti comuni dagli sterminatori?
  "Un «albero genealogico» dei miti di Atlantide di natura divulgativa, nordista e razzista, doveva necessariamente essere redatto in quanto fondamento della ricerca, proprio perché non esistevano lavori specialistici sul tema. Ciò risulta tanto più sorprendente, in quanto Mohler aveva richiamato l’attenzione su tale «doloroso vuoto nella storiografia delle “visioni del mondo”». Il testo pubblicato nel 1932 da Bessmertny, Das Atlantisrätsel - Geschichte und Erklärung der Atlantishypothesen [L’enigma di Atlantide - Storia e spiegazione delle ipotesi intorno ad Atlantide], non offre che una rapida esposizione di alcune ipotesi correnti, relative al periodo compreso fra le due guerre, senza neanche mettere a fuoco l’ambito nordista e razzista del mito in questione. Nicholas Goodrick-Clarke, nel 1985, ha quindi trattato soltanto marginalmente questa tematica, inserendola nel quadro di una dissertazione riguardante gli ariosofi che tenne a Oxford. Altrettanto incidentalmente essa viene sfiorata nell’opera di Lutzhöft e in quella di Gugenberger e Schweidlenka, mentre la raccolta di saggi sul tema Atlantis zum Beispiel [Atlantide per esempio] pubblicata da Dietmar Kamper, Heinrich Kutzner e Alexander Dill affronta la problematica dal punto di vista filosofico. Nel suo libro Der alte Traum vom neuen Reich - Völkische Utopien und Nationalsozialismus [L’antico sogno del nuovo impero - Utopie popolari e nazionalsocialismo], apparso nel 1988, Jost Hermand dà poi un breve sguardo nell’ambito della letteratura dilettantesca riguardante il tema della «fascistizzazione del mito di Atlantide». Un vago riferimento, infine, si trova anche nell’opera di Salewski, il quale rimanda al fatto che, «se la predisposizione di molti influenti nazisti per speculazioni di tipo fantastico e pseudoscientifico (come la teoria del mondo ghiacciato, quella del mondo vuoto o il mito di Atlantide)» gode oggi di poca considerazione, è semplicemente dovuto al fatto che la «spaventosa incarnazione del “Terzo Reich”» non si sia alla fine realizzata".
 
L'AUTORE - Franz Wegener (Gladbeck 1965) si è laureato in storia, filosofia e pedagogia a Bochum ed è autore di numerosi studi sul rapporto tra gnosi e storia tedesca, con particolare riferimento al periodo del Terzo Reich.

INDICE DELL'OPERA - Introduzione - 1. Genesi dei fenotipi - 1.1 Modelli - 1.2 Trasposizioni - 1.3 Influenza - 2. Elementi ambientali del genotipo - 2.1 Il Nord - 2.2 Dio e razza - 2.3 La Luna e i pagani - 2.4 La riforma - 2.5 Il Führer - 3. Funzioni del mito - 3.1 Prospettiva finale - 3.2 Integrazione - 3.3 Superficie di proiezione - 3.4 Credibilità - 3.5 Motivazione - 4. Atlantide. L’immagine di un mondo - Conclusione - Bibliografia - Indice dei nomi