I giudizi della storia | ||||
Sergio Romano | ||||
Rizzoli, pagg.520, Euro 19,00 | ||||
IL LIBRO - La drammatica importanza che in questi anni ha assunto la politica estera nella nostra vita quotidiana (e nella graduatoria delle nostre preoccupazioni) ci ha resi sempre più attenti alle radici dei conflitti attuali. Conoscere e capire i giudizi che la storia ha pronunciato su eventi e protagonisti ci aiuta a giudicare “in diretta” e con cognizione di causa le complesse vicende contemporanee. I saggi di approfondimento di Sergio Romano svolgono proprio questa funzione: ci consentono di giudicare il presente attraverso la prospettiva del passato. Impariamo così a conoscere i nuovi Paesi che dal 2004 fanno parte dell’Unione Europea e ripercorriamo le tappe che hanno condotto alla formazione della UE; vediamo scorrere davanti agli occhi il film dei tanti crolli di un regime: da quello zarista dei Romanov al Governo di Saddam Hussein; osserviamo il succedersi delle crisi nelle aree calde del pianeta: dall’Afghanistan all’Iraq a tutto il Medio Oriente; ci addentriamo nel mondo dell’Islam condotti per mano da avventurieri, missionari ed esploratori; percorriamo alcune tappe della storia americana che svelano lo spirito profondo degli Stati Uniti; dipaniamo il filo di alleanze e vecchi rancori e ci addentriamo nelle zone grigie del nostro recente passato. Non mancano i ritratti di uomini di ieri e di oggi (da Tocqueville a De Gaulle, dal conte Giuseppe Ricciardi, “antipapa” ottocentesco, a Gianni Agnelli) che la penna di Sergio Romano delinea con sapiente eleganza, e i divertissements della “storia fatta con i se”: gli americani che aiutano i francesi a pacificare il Vietnam, o la flotta russa che batte i giapponesi a Tsushima nel 1905. Anche questi raffinati esercizi di intelligenza ci ricordano che, in realtà, nessuna storia è mai “già scritta”. Quarto di una serie di successo che ha avuto inizio con I luoghi della storia, questo libro è un nuovo esempio dell’acutezza di un osservatore capace di trovare nel passato spunti e risposte alle inquietudini, alle questioni insolute del presente. DAL TESTO - "Questo libro è composto da articoli e saggi che sono spesso provocati dalla "guerra delle memorie", ma non si propongono di portare acqua al mulino di una qualsiasi tesi. Non credo che la storia sia "maestra di vita", nel senso che l'espressione ha assunto nel linguaggio corrente. Credo che sia utile risalire alle origini storiche di ogni avvenimento, ma sono convinto che la storia non impartisca lezioni univoche, che non possa essere usata come manuale per il presente e, soprattutto, che non conferisca alcuna legittimità ai programmi politici di chi cerca di appropriarsene. Sono sempre stato affascinato dalla somiglianza tra eventi remoti e contemporanei, ma so che è soltanto somiglianza e che le differenze rendono ogni confronto rischioso, se non impossibile. Questo non significa che lo studio della storia sia inutile. Ma la sua utilità è diversa da quella di cui si parla abitualmente. Serve ad allargare l'orizzonte delle nostre riflessioni, a individuare i fili che attraversano la trama dei secoli, a meglio calcolare il tasso di casualità e imprevedibilità che affligge ogni programma umano. E serve infine a soddisfare un legittimo desiderio: quello di ampliare lo spazio temporale della nostra esistenza. In questo senso, anche se l'affermazione non piacerà a molti storici, anche la scrittura della storia è un esercizio letterario". L'AUTORE - Sergio Romano, ex ambasciatore, storico, giornalista, editorialista del “Corriere della Sera”, di cui cura la rubrica delle lettere, e di “Panorama”. Tra i suoi libri più recenti ricordiamo "Anatomia del terrore" (Rizzoli 2004), "Europa. Storia di un’idea. Dall’Impero all’Unione" (Longanesi 2004) e "Libera Chiesa. Libero Stato?" (Longanesi 2005). La serie composta dai volumi "I luoghi della storia", "I volti della storia" e "I confini della storia" è disponibile in edizione Bur. I saggi raccolti e rielaborati in questo libro sono usciti sul “Corriere della Sera”, su settimanali e riviste e come prefazioni negli ultimi tre anni. |