L'impero si è fermato a Baghdad | ||||
Valeria Poletti | ||||
Edizioni Achab, pagg. 288, euro 13,50 | ||||
In Iraq, la più imponente forza militare del pianeta si è impegnata in una guerra che non riesce a vincere. Tutte le strategie dell'amministrazione imperiale degli Stati Uniti sono, fino a ora, fallite. La Resistenza patriottica irachena rappresenterà forse il primo agente storico di una nuova fase di lotte anticoloniali, una fase che vedrà l'avvio del declino inevitabile dell'egemonia della superpotenza? Partendo dall'attualità e dall'analisi delle motivazioni dell'aggressione, inquadrando di conseguenza le ragioni presenti della Resistenza militare e civile all'occupazione, Valeria Poletti (ricercatrice indipendente) ripercorre, in questo saggio assai pregevole, le fasi storiche della decolonizzazione nel mondo arabo, della rivoluzione del '58 e della successiva evoluzione dello Stato e della società irachena, fornendo una visione complessiva delle strategie occidentali che ne hanno condizionato le trasformazioni. Si arriva così all'osservazione degli ultimi avvenimenti, all'indagine sui soggetti politici che animano la Resistenza, all'esame delle prospettive per l'Iraq e dei presupposti per un allargamento del conflitto. Il testo è integrato da schede tematiche e cartine geografiche. “Le informazioni, gli approfondimenti di questo libro, autentiche rivelazioni per la maggioranza dei lettori - scrive il giornalista Fulvio Grimaldi nella Prefazione -, capovolgeranno, a chi in buonafede si appresta alla lettura di questo impareggiabile e ricchissimo documento, quanto finora aveva ritenuto credibile e condivisibile dell'immane tsunami di falsità e imposture con cui l'imperialismo occidentale, coadiuvato dall'opportunismo e dalla passività di chi avrebbe dovuto saper reagire, ha letteralmente lobotomizzato l'opinione pubblica”. Gianfranco Bertolo (docente di Storia dei Trattati e politica internazionalepresso l’Università degli Studi Milano) osserva nella Postfazione: “Pur non condividendo in diverse parti i contenuti più che l'impianto del testo, ho considerato quest'opera molto interessante ed inusuale rispetto a quanto sinora apparso sull'argomento sia come personali testimonianze giornalistiche che come testi storico-scientifici usciti dall'ambito accademico". Scrive l'Autrice: “La resistenza irachena sbarra la strada all’Impero. In Iraq gli Stati Uniti stanno perdendo la guerra contro la Resistenza armata e popolare, una Resistenza che si è opposta all’occupazione fin dai primi giorni e che è stata capace di fronteggiare una forza militare che, alla fine del 2004, aveva raggiunto 155.000 soldati, coadiuvati da più di 35.000 mercenari. Alla guerra di annientamento (“shock and awe”, colpisci e terrorizza, questa è la definizione che danno gli americani) – fatta di bombardamenti al fosforo sulle città, distruzione delle centrali idriche ed elettriche, rastrellamenti continui, torture – la guerriglia risponde con attacchi quotidiani alle basi militari, azioni precise, coordinate ed efficaci contro gli eserciti di occupazione e le milizie mercenarie, e contro gli esponenti e le strutture del governo collaborazionista, i funzionari e gli emissari della multinazionali imperialiste”. “Non si è formato [...] - aggiunge la Poletti - un vero asse russo-franco-tedesco di opposizione all’aggressione [scatenata nel marzo 2003 dagli anglo-americani contro la Repubblica dell'Iraq], asse che, se fosse esistito, avrebbe potuto mettere in atto misure di pressione diplomatica e militare da impedirla (come era avvenuto durante gli anni della “guerra fredda”). Ed avrebbe anche controbattuto con un’informazione corretta e razionale alla megalitica campagna di disinformazione, studiata e fatta diffondere su tutti i media del pianeta dalle centrali della propaganda bellica statunitense. La diffamazione sistemica, giunta sovente ai livelli del grottesco da trivio, del sistema politico iracheno e del suo governo, l’occultamento della ragione della storia, la mistificazione della cultura e della coscienza nazionale delle popolazioni arabe, sono state invece promosse dalle TV e dalla stampa di tutto il mondo “democratico" e dei suoi satelliti. Sostenitori e oppositori della guerra, organizzazioni della destra o della sinistra, maggioranze silenziose e “pacifisti” hanno così condiviso lo stesso immaginario collettivo: per tutti Saddam Hussein è diventato il “male assoluto” e il popolo iracheno una vittima afona e incapace di esercitare l’autodeterminazione, una vittima cui portare la democrazia con le bombe o con il cosiddetto “dialogo costruttivo””. Sommario dell’opera: Prefazione – Postfazione – Introduzione – 1991-2003, dalla guerra alla guerra – La storia non la scrivono solo i colonizzatori – La Resistenza irachena sbarra la strada all’impero – La questione islamica – La guerra continua con la “pace” – Riferimenti cronologici essenziali – Appendice – Bibliografia – Indice dei nomi – Indice delle schede – Indici Il volume di Valeria Poletti può è pubblicato dalle Edizioni Achab di Verona (tel. 045 8489196 - Fax 045 8403149). |