Il nichilismo europeo | ||||
Friedrich Nietzsche | ||||
Adelphi Edizioni, pagg.64, Euro 5,50 | ||||
IL LIBRO – In un taccuino scritto nella solitudine di un villaggio di montagna, il profilo di un fenomeno su cui il mondo continua a interrogarsi. DAL TESTO – “Pensiamo questo pensiero nella sua forma più terribile: l’esistenza, così com’è, senza senso e scopo, ma che ritorna ineluttabilmente senza un finale nel nulla: “L’eterno ritorno”. E’ questa forma estrema del nichilismo: il nulla (il “non senso”) eterno! Forma europea del buddismo: l’energia del sapere e della forza “costringe” a una tale credenza. E’ la “più scientifica” di tutte le ipotesi possibili. Noi neghiamo gli scopi finali: se l’esistenza ne avesse uno, sarebbe già stato raggiunto”. “La “morale” ha dunque protetto la vita dalla disperazione e dal salto nel nulla presso quegli uomini e quelle classi che sono stati violentati e oppressi da altri “uomini”: giacché è l’impotenza nei confronti della natura, che genera la più disperata amarezza nei riguardi dell’esistenza. La morale ha trattato come nemici coloro che detenevano il potere, i violenti, i “signori” in genere, dai quali l’uomo comune doveva essere protetto, cioè “anzitutto incoraggiato, rafforzato”. La morale ha quindi insegnato a “odiare” e a “disprezzare” nel modo più profondo quella che è la caratteristica fondamentale dei dominatori: “la loro volontà di potenza”. Abolire,negare, dissolvere questa morale: ciò significherebbe conferire all’istinto più odiato un sentimento e una valutazione “opposti”. Se, sofferente, l’oppresso “perdesse la fede” nell’avere il “diritto” di disprezzare la volontà di potenza, entrerebbe nello stadio della più nera disperazione. Ciò avverrebbe se questo carattere fosse essenziale alla vita, se risultasse che anche in quella “volontà di morale” è camuffata solo questa “volontà di potenza”, che anche quell’odio e quel disprezzo è ancora una volontà di potenza. L’oppresso si renderebbe conto di stare “sullo stesso piano” dell’oppressore, e non aver alcun “privilegio” né “rango superiore” rispetto all’altro”. L’AUTORE – Wilhelm Friedrich Nietzsche nasce a Röcken il 15 ottobre 1844, nella famiglia di un pastore protestante, ma rimane presto orfano del padre. Studia filologia classica a Bonn e a Lipsia sotto la guida di Friedrich Ritschl, che gli procura una cattedra di lingua e letteratura greca all'Università di Basilea, dove insegna per dieci anni, fino al 1879. (Qui conosce Richard Wagner diventandone presto amico). Nel 1872 Nietzsche pubblica il suo primo libro, "La nascita della tragedia" (respinto dall'ambiente accademico) e tra il '73 e il '76 le "Considerazioni inattuali". I rapporti con Wagner si deteriorano perché Nietzsche vede nei suoi ultimi lavori un ritorno mascherato al cristianesimo e in "Umano, troppo umano", pubblicato nel 1878, scrive il suo distacco da Wagner e da Schopenhauer. Dal 1879, costretto a lasciare la cattedra per motivi di salute, vive con una pensione datagli dall'università, tra la costiera francese e quella italiana e in Svizzera. Nel 1880 esce la seconda parte di "Umano, troppo umano", che porta il titolo "Il viaggiatore e la sua ombra"; nel 1881 "Aurora" e nel 1882 "La gaia scienza" dove si legge la speranza del filosofo di insegnare all'umanità la strada verso un nuovo destino. Nello stesso anno si innamora di Lou Salomé che però respinge la sua proposta di matrimonio. Tra il 1883 e il 1884 scrive "Così parlò Zarathustra" (pubblicato soltanto nel 1891); nel 1885 "Al di là del bene e del male" e di seguito "La genealogia della morale" (1887); e poi, "Il caso Wagner", "Il crepuscolo degli idoli", "L'anticristo", "Ecce homo", "Nietzsche contro Wagner" nel 1888. Nel 1889 a Torino viene colto da un attacco improvviso di pazzia. Sopravvive a se stesso per più di dieci anni e muore, infine, a Weimar il 25 agosto 1900. INDICE DELL’OPERA – Il nichilismo europeo – Il frammento di Lenzerheide. Riproduzione dell’autografo e trascrizione – Il “sentimento del deserto”. Dalle pianure slave al vecchio Occidente, di Giuliano Campioni. |