La pista inglese. Chi uccise
Mussolini e la Petacci?
Luciano Garibaldi
Edizioni Ares, pagg.240, Euro 15,00
 
IL LIBRO - Sulla morte di Benito Mussolini e di Claretta Petacci  restano ancora solo nuvole nere. Che cosa accadde veramente tra Dongo e Bonzanigo nella giornata del 28 aprile 1945? Chi ha materialmente premuto il grilletto? Chi fu l’effettivo mandante? Questo libro fa il punto sulla “vulgata” ufficiale, evidenziandone le contraddizioni sia nelle argomentazioni sia negli stessi fatti. Gli unici elementi certi sono che insieme con Mussolini scompaiono l’ingente tesoro e i documenti riservati che portava con sé; e che chiunque abbia abbozzato un tentativo di intervento a salvaguardia o recupero dell’uno o degli altri ha pagato nel sangue. Su tutti il valoroso “capitano Neri”, capo di stato maggiore della brigata che arrestò Mussolini, e la “Gianna”, sua inseparabile compagna d’armi. Fu a lei che toccò di catalogare il cosiddetto “oro di Dongo” al seguito del convoglio fascista, che autorevoli fonti finora sottaciute attribuiscono alla proprietà degli ebrei, spogliati dalla polizia prima della deportazione in Germania. Un patrimonio che, nell’ipotesi suggestiva dell’Autore, suffragata da una molteplicità di testimonianze convergenti in un’unica logica ricostruzione, potrebbe essere finito nelle casse dell’allora Pci; col tacito benestare dei servizi segreti inglesi, ma in cambio della documentazione sui contatti segreti che il Duce intrattenne con Winston Churchill fino a poco prima della fine. Un’ipotesi che ha affascinato Massimo Caprara, segretario per vent’anni di Palmiro Togliatti, il quale nella Postfazione consegna importanti rivelazioni.  
 
  DAL TESTO – “[…] alcuni documenti resi pubblici dal generale delle Ss Karl Wolff offrono qualcosa in più di una semplice traccia sull’effettività dei contatti tra Mussolini e Churchill negli anni 1944-45, sostenuti peraltro da molteplici testimonianze, dando anche un’indicazione attendibile della natura degli stessi. Da alcune registrazioni di telefonate e lettere del Duce e della Petacci in possesso dell’alto ufficiale tedesco si evince come Churchill nel '44 avesse già individuato in Stalin il pericolo più grande per l’Occidente, e premesse su Mussolini per un maggior coinvolgimento di Hitler sul fronte sovietico. Con la caduta del Reich e del fascismo, sullo sfondo degli accordi di Yalta tra Washington, Londra e Mosca, i servizi segreti britannici avrebbero avuto comprensibili motivi perché su quei contatti tra Churchill e Mussolini calasse il sipario.”
 
  L’AUTORE – Luciano Garibaldi, giornalista e storico, autore di molti libri, ha già pubblicato per le Edizioni Ares “L’altro italiano”, biografia di Edgardo Sogno, e “La guerra (non) è perduta”, che raccoglie le testimonianze degli ufficiali italiani nell’8ª Armata britannica dopo l’8 settembre 1943. La sua opera più recente è “I giusti del 25 aprile. Chi uccise i partigiani eroi?”. Appassionato di automobili, collabora con "Quattroruote".
 
  INDICE DELL’OPERA - Introduzione – Morte senza condanne – Quanti giustizieri per due cadaveri – A Dongo, quel 28 aprile – Tracce indiziarie – Spunta Lonati col capitano “John” – I diari (secretati) di Claretta – Il “giallo” Biggini – Storia definitiva di “Neri” e “Gianna” – Origine e fine dell’”oro di Dongo” – Memoria. La “pista” in 10 punti – Documenti – Postfazione di Massimo Caprara – Indice dei nomi – Indice.