Gli scienziati di Hitler
John Cornwell
Garzanti, pagg.559, Euro 28,00
 
IL LIBRO - All’inizio degli anni Trenta la scienza tedesca era all’avanguardia in diversi campi, dalla chimica alla fisica, dalla biologia alla balistica. Fu proprio questa superiorità tecnologica che diede alla potenza militare del Reich una forza pressoché irresistibile.
  Dal 1933 gli scienziati tedeschi misero le loro conoscenze al servizio di Hitler. Peraltro l’ideologia nazionalsocialista si imponeva anche nelle università e nei centri di ricerca, allontanando gli ebrei dall’insegnamento e dai laboratori, e, per esempio, mettendo al bando la teoria della relatività e sostenendo scienze come l’igiene razziale.
  Di fronte a quello che John Cornwell definisce il «patto con il diavolo» hitleriano, non tutti si comportarono allo stesso modo: alcuni ricercatori erano convinti nazionalsocialisti, molto più numerosi i semplici «compagni di strada», mentre furono pochi quelli che si rifiutarono di collaborare. Anche per questo la macchina bellica nazionalsocialista, restò efficiente così a lungo, prolungando il conflitto. E fino all’ultimo i laboratori tedeschi cercarono di mettere a punto l'«arma finale» in grado di cambiare le sorti della seconda guerra mondiale.
  John Cornwell ricostruisce il complesso rapporto tra gli scienziati e il Terzo Reich. Non mancano pagine dedicate ad alcuni episodi controversi, a cominciare dal fallimento del progetto di bomba atomica tedesca e dalla visita di Werner Heisenberg a Niels Bohr. Ma le questioni affrontate da 'Gli scienziati di Hitler' non riguardano solo il passato: investono più in generale i rapporti tra la scienza e il potere politico, le ricadute della tecnologia sulle tecniche di distruzione, e dunque le responsabilità etiche e politiche dei singoli ricercatori. Perché gli studiosi non lavorano nella torre d’avorio della loro disciplina, e le loro scoperte possono avere effetti clamorosi sull’intera umanità. Anche per questo non mancano, nel saggio di Cornwell, paralleli tra quelle vicende in apparenza lontane e la situazione attuale: perché in un mondo politicamente diviso e minacciato dal terrorismo, la ricerca del sapere rischia di essere sempre più asservita a interessi estranei, di natura economica, politica o militare.
 
  DAL TESTO - "La Germania nazista ha dato un grande impulso alla scienza e alla tecnologia che hanno trasformato radicalmente la natura delle armi da combattimento e il loro uso nel ventesimo secolo. Ma non solo. Al di là, e prima delle scoperte e dei successi della ricerca di laboratorio ci sono gli uomini, gli scienziati, che hanno servito l'ideologia nazista con il loro ingegno, il loro lavoro, mossi dalla loro naturale ambizione e dall'aspirazione al successo nel proprio campo."
 
  L'AUTORE - John Cornwell (1940) è Senior Research Fellow al Jesus College di Cambridge. È autore di numerosi saggi, tra cui il best seller mondiale 'Un ladro nella notte. La morte di papa Giovanni Paolo I' (Pironti, 1990). Ha scritto di Giovanni Paolo II per «Vanity Fair» e «The Sunday Times» e dell’attuale situazione della Chiesa cattolica per «The Independent», «The Observer» e «The Tablet».
  'Il papa di Hitler' è già stato pubblicato con grande successo in molti paesi, a cominciare da Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Germania e Olanda.
 
  INDICE DELL'OPERA - Introduzione. Capire i tedeschi - I. L'eredità scientifica di Hitler - II. La nuova fisica, 1918-1933 - III. Entusiasmo per il nazismo. Acquiescenza e oppresssione, 1933-1939 - IV. La scienza della distruzione e della difesa, 1933-1943 - V. La bomba atomica nazista, 1941-1945 - VI. La scienza nell'inferno, 1942-1945 - VII. All'ombra di Hitler - VIII. La scienza dalla guerra fredda alla guerra al terrorismo - Ringraziamenti - Note - Bibliografia - Indice analitico