Heliopolis
Ernst Jünger
Guanda Editore, pagg.376, Euro 19,00
 
IL LIBRO – Heliopolis è una città lontana, proiettata in un futuro che la tecnica domina in modo onnipervasivo. Teatro delle passioni umane in cui confluiscono frammenti del nostro tempo, la città è scossa da uno scontro di potere ai vertici del regime. Tradizioni venerabili e antiche comunità sono spazzate via dalle infallibili armi dell'esercito, ma l'apparato tecnologico, che miete le sue vittime in nome del progresso, sa anche preservare la memoria del passato, grazie a potenti apparecchiature che archiviano l'intero scibile umano. Il comandante Lucius, protagonista del romanzo, si dibatte nelle contraddizioni di un'utopia malata, oscillando tra il culto della disciplina e l'attrazione per Budur, donna sfuggente e altera, immagine dell'amore salvifico. Romanzo visionario, sinistra prefigurazione e insieme una delle prove narrative più alte dello scrittore tedesco, 'Heliopplis' fu pubblicato da Jünger nel 1949.
 
  DAL TESTO – "Nella cabina, cullata da un dolce rollio e scossa da un lieve fremito, era buio. Su in alto un gioco di linee luminose si agitava ruotando. Scintille d’argento si disseminavano lucenti e tremule, si incontravano di nuovo liberamente e si univano trasformandosi in onde. Generavano forme ovali e raggiere che impallidivano verso l’esterno, riconfluivano al centro, crescevano in lucentezza e rapidamente scomparivano come lampi verdi inghiottiti dall’oscurità. Le onde riapparivano sempre e si allineavano leggere e veloci. Formavano un tessuto a disegni che ora si facevano più netti ora si cancellavano, a seconda che la nave si alzava o si abbassava. E il movimento produceva sempre nuove forme. Le figure sfilavano come sopra un tappeto che uno scotimento continuo svolge e riavvolge. Sempre dissimili fra loro non si ripetevano mai, e tuttavia si assomigliavano come le chiavi che aprono stanze segrete o come il motivo conduttore di una sinfonia che descrive o commenta la trama di un’azione. Un lieve brusio le accompagnava scandendo il tempo, un brusio simile al battito di flutti lontani e al ritmo di vortici che si ode su coste rocciose. Scaglie di pesci brillavano, un’ala di gabbiano traversò l’aria pregna di salsedine, le meduse tendevano e allentavano le ombrelle, le foglie di una palma da cocco si dondolavano al vento. Ostriche perlifere si aprivano alla luce. Nei giardini del mare si agitavano i fuchi crespati bruni e verdi e i ciuffi purpurei delle ninfee. La fine sabbia cristallina delle dune si sollevava come polvere."
 
  L’AUTORE – Nacque a Heidelberg nel 1895 (il 29 marzo). Volontario nella prima guerra mondiale, ha idealizzato la guerra come prova di coraggio e presa di coscienza di ignote dimensioni psichiche. Si veda il diario di guerra Nelle tempeste d'acciaio (In Stahlgewittern, 1920), nei racconti di Fuoco e sangue (Feuer und Blut, 1925), Ludi africani (Afrikanische Spiele, 1936), e nei saggi "La lotta come esperienza interiore" (1922) e "Il cuore avventuroso" (Das abenteuerliche, 1929; una seconda edizione fu pubblicata dall'editore francofortese Klostermann nel 1938). Nel saggio "L'operaio" (1932) polemizzò con il romanticismo politico e identificò nel lavoratore-soldato il rappresentante dell'epoca moderna che ha distrutto in sé ogni individualità. Del 1934 è la raccolta di scritti Foglie e pietre (Blätter und Steine; edito da Hanseatische Verlags-Anstalt di Amburgo) in cui rientrarono anche scritti precedenti: Fuoco e movimento (Feuer und Bewegung, 1930), I demoni della polvere (Die Staubdämonen, 1931) breve saggio sull'opera di Alfred Kubin, Lettera dalla Sicilia all'uomo nella luna (Sizilischer Brief an den mann im Mond, 1930), La mobilitazione totale (Die totale Mobilmachung, 1930) questi ultimi due scritti teorizzazioni sull'Operaio che è tema di un altro libro di Jünger, Il lavoratore (Der Arbeiter, 1932). E ancora: il diario di Soggiorno in Dalmazia (Dalmatinischer Aufenthalt), un Elogio delle vocali (Lob der Vokale), degli Epigrammi (Epigramme) di carattere filosofico-schopenhaueriano. Jünger è stato un nazista non integrato nel regime nazista. Già nel romanzo Sulle scogliere di marmo (Auf den Marmorklippen, 1939) si avverte un certo distacco dall'ideologia nazista. Condannò l'attacco alla Francia nel diario Giardini e strade (Gärten und Strassen, 1942) che fu proibito. Mentre altri intellettuali in Germania si schieravano apertamente con il Nazionalsocialismo (il giurista Carl Schmitt, il filosofo Martin Heidegger ecc.) Jünger se ne distanziò ponendosi su posizioni di aristocratica distanza; solo l'interesse personale di Hitler gli evitò l'eliminazione (come poi farà Stalin con Bulgakov). Tra gli scritti successivi sono: il diario della seconda guerra "Irradiazioni" (Strahlungen, 1949), e i romanzi allegorici "Heliopolis" (1949) e "Le api di vetro" (Gläserne Bienen, 1957), "Un incontro pericoloso" (1985, ma iniziato nel 1960). La sua prosa, limpida fino alla freddezza, tende a trasfigurare la realtà in allegoria. Sopravvissuto a due guerre, vissuto centenario, Jünger ha acquisito negli anni il ruolo del sopravvissuto e del testimone di ambienti e nicchie culturali del passato. Rivendicando sempre il titanismo quale poetica e ideologia fondamentale.
  Le sue Opere nel catalogo Guanda: "Il contemplatore solitario", "Irradiazioni. Diario 1941-1945", "Nelle tempeste d'acciaio", "La forbice", "L'operaio", "Cacce sottili", "Il cuore avventuroso", "Ludi africani", "Rivarol", "Massime di un conservatore", "La pace", "Le api di vetro", "Due volte la cometa", "Sulle scogliere di marmo", "Lo stato mondiale", "Boschetto 125", "Il tenente Sturm", "Eumeswil" e "Avvicinamenti. Droghe ed ebbrezza".