Terra e mare | ||||
Carl Schmitt | ||||
Adelphi, pagg.150, Euro 9,00 | ||||
IL LIBRO – Nel 1942, totalmente isolato nella Berlino in guerra, Carl Schmitt decide di scrivere per la figlia Anima questo singolare saggio in forma di racconto, in cui la storia del mondo viene riletta nella prospettiva di una opposizione fondamentale, quella tra terra e mare. Non si tratta soltanto di due elementi, di due forze naturali, di due spazi vitali che determinano la vita dell’uomo: Schmitt intende mostrare come la terra e il mare, nella loro polarità, siano le componenti di uno dei segreti motori della storia. In un abbagliante intreccio di interpretazione storica e teoria politica, mitografia e teologia, filosofia ed esoterismo, il grande giurista si inoltra così in un affascinante territorio al confine tra speculazione e immaginazione, dove la ricerca dell’«elementare» si spinge «alle soglie dell’escatologia». Con pochi tratti Schmitt ripercorre millenni di storia, svelandone la trama invisibile, fino ad approdare all’evento decisivo: quella «rivoluzione spaziale planetaria» da cui è nato il nomos dell’Europa moderna. Per poi guardare oltre – e preconizzare, con chiaroveggenza, gli scenari del mondo futuro. Dove non faticheremo a riconoscere il nostro presente. DAL TESTO – “In realtà ci troviamo soltanto di fronte alla fine del rapporto fra terra e mare invalso finora. Eppure la paura umana del nuovo è spesso grande quanto la paura del vuoto, anche quando il nuovo rappresenta il superamento del vuoto. Perciò molti vedono solo un disordine privo di senso laddove in realtà un nuovo senso sta lottando per il suo ordinamento. Non vi è dubbio che il vecchio nomos stia venendo meno, e con esso un intero sistema di misure, di norme e di rapporti tramandati. Non per questo, tuttavia, ciò che è venturo è solo assenza di misura, ovvero un nulla ostile al nomos. Anche nella lotta più accanita fra le vecchie e le nuove forze nascono giuste misure e si formano proporzioni sensate". L’AUTORE – Nato nel 1888 da una famiglia operaia cattolica, Carl Schmitt studiò giurisprudenza a Berlino, Monaco e Strasburgo. La sua idea politica centrale risale al periodo successivo alla Prima Guerra Mondiale: la legittimità dello stato è determinata dal modo in cui agisce di fronte al 'pericolo concreto' o nella 'situazione concreta', piuttosto che da qualsivoglia scopo morale. Il sovrano o il dittatore legittimo è colui che decide lo 'stato di eccezione' per preservare l'ordine e proteggere la costituzione. Seguace delle idee di G.W.F. Hegel e Thomas Hobbes, secondo cui l'uomo è 'caduto' e 'cattivo', Schmitt sostiene che tutta la vita politica si riduce ai rapporti tra “amici e nemici”. Nella teoria di Schmitt, le democrazie fondate sulle 'norme', sulle regole giuridiche, e sulla separazione dei poteri, perdono ogni potere quando debbono affrontare delle grandi minacce religiose carismatiche, o politiche, come quella bolscevica della sua epoca. L'esistenza di “situazioni eccezionali”, come gli stati d'emergenza, va ad infrangere le fondamenta stesse dei sistemi politici liberali che si basano su leggi prestabilite e su norme che in teoria dovrebbero essere applicabili a tutte le situazioni possibili. Schmitt si fece beffe dell'idea che un dibattito razionale possa portare alla verità, affermando che se si chiedesse ad un socialdemocratico del suo tempo chi volesse, “Barabba o Gesù?”, egli convocherebbe subito delle consultazioni e stabilirebbe una commissione per studiare il caso. Dal 1921 Schmitt si dedicò all'insegnamento e produsse trattati polemici che furono attentamente studiati soprattutto in quegli ambienti bancari sinarchisti che alimentavano l'esperimento fascista in Europa. Poi, come consigliere dei governi Brüning (1930-1932) e von Papen (1932), Schmitt fu impegnato a criticare e a minare la Costituzione di Weimar. In «Teologia politica», già nel 1922 Schmitt sosteneva che il vero sovrano è l'individuo o il gruppo che prende le decisioni in una situazione eccezionale. Questo individuo, o gruppo, e non la Costituzione, è il sovrano. Tutto ciò che una Costituzione può contribuire al proposito è stipulare a chi compete prendere l'iniziativa quando la situazione diventa eccezionale. Nello scritto «Il concetto del politico» del 1927, Schmitt sostenne che l'esistenza e l'identità stesse dello stato si fondano sulla realtà più profonda ed essenziale del rapporto “amico e nemico”, e che la sovranità è determinata dall'individuo o dall'entità che è capace di definire e proteggere la società dai nemici nelle situazioni di minaccia esistenziale. Piuttosto che ricorrere alle norme, sostiene Schmitt, il sovrano ricorre alla legge del campo di battaglia o “al decisionismo concreto”. Fino alla sua scomparsa, nel 1985, Schmitt rimase un devoto ammiratore del Fascismo mussoliniano, al quale egli riconobbe la capacità di unire la chiesa, lo stato autoritario, un'economia libera, e i miti forti che motivano la popolazione. INDICE DELL’OPERA – I. Primo sguardo su terra e mare – II. Che cos’è un elemento? – III. La terra contro il mare – IV. Dalla costa nell’oceano – V. Elogio della balena e del baleniere – VI. Dal remo alla vela – VII. Pirati e schiumatori del mare – VIII. Storia di Lady Killigrew – IX. L’Inghilterra erede delle imprese marinare europee – X. Che cos’è una rivoluzione spaziale? – XI. Tre esempi nella storia del mondo – XII. La prima rivoluzione spaziale planetaria – XIII. La conquista europea del Nuovo Mondo – XIV. La lotta fra i conquistatori – XV. Terra e mare nella guerra di religione – XVI. Conquista britannica del mare e separazione fra terra e mare – XVII. Mutamento della natura di isola – XVIII. Dal pesce alla macchina – XIX. L’“isola maggiore” di Mahan – XX- Il nuovo stadio della rivoluzione spaziale planetaria. Nota – Il potere degli elementi, di Franco Volpi |