A caccia di ebrei. Mussolini, Preziosi e l’antisemitismo fascista
Romano Canosa
Mondadori, pagg.390, Euro 19,00
 
IL LIBRO - Tra Ottocento e Novecento l'Italia, a differenza di altri paesi europei, non aveva né una vera e propria tradizione di antiebraismo, né "teorici" che se ne fossero fatti banditori. Sembrava pertanto impossibile costruire un "antiebraismo italiano". Subito dopo la prima guerra mondiale, però, qualcuno fu di diverso avviso. Questo qualcuno fu Giuseppe Preziosi. Nato nel 1881 in provincia di Avellino, laureatosi in filosofia e presi gli ordini religiosi, Preziosi compì numerosi viaggi all'estero, in particolare negli Stati Uniti, dove si occupò di questioni legate all'emigrazione e dove cominciò a maturare i primi germi del suo pensiero, che negli anni successivi si sarebbe concentrato sul problema dell'Internazionale ebraica operante in Italia. Tornato in patria e abbandonata la tonaca, nel 1915 fondò la rivista "La vita italiana", che divenne la più importante pubblicazione antiebraica nel nostro Paese. Nel decennio successivo si legò sempre più strettamente a Roberto Farinacci, diventando il nume tutelare della svolta antiebraica intrapresa dal Duce nella seconda metà degli anni Trenta. Durante il conflitto, dalle pagine della sua rivista, Preziosi non si stancò di denunciare il pericolo giudaico, giungendo al punto di stilare una sorta di decalogo che consentisse "un'opera di ricerca e di indagine per precisare quanto sangue ebraico fosse stato immesso palesemente o alla chetichella negli italiani". Quale ricompensa per il contributo dato alla lotta contro le potenze occulte della massoneria e dell'ebraismo, nel 1942 fu nominato ministro di Stato. La caduta del Regime e la creazione della Repubblica sociale italiana, che per il Fascismo costituirono l'inizio della fine, furono per Preziosi il momento del trionfo. Entrato infatti in contatto con il Governo tedesco e addirittura con lo stesso Hitler, venne nominato Ispettore generale per la razza da Mussolini.
  Romano Canosa, studioso di fenomeni e personaggi del Ventennio spesso ingiustamente trascurati, offre in queste pagine un ritratto di una figura cruciale dell'antiebraismo italiano e insieme analizza un aspetto spinoso della nostra storia.
 
  DAL TESTO – “L’Italia, a differenza di altri paesi europei, non aveva, negli anni compresi tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo successivo, né una tradizione di antisemitismo né “teorici” di un qualche seguito che se ne fossero fatti banditori. Questo, molto probabilmente, più che della “bontà” innata degli italiani, era frutto del fatto che gli ebrei erano pochi (anche se alcuni di essi occupavano posizioni di rilievo) e pertanto non tali da suscitare le stesse “attenzioni” loro dedicate nei paesi dove costituivano una fetta non trascurabile della popolazione”.
 
  L’AUTORE - Romano Canosa, storico, vive e lavora a Milano. Ha scritto, fra l'altro, "Storia dell'Inquisizione in Italia dalla metà del Cinquecento alla fine del Settecento" (Roma 1986-90), "Storia di una grande paura" (Milano 1991), "Storia dell'Inquisizione spagnola in Italia" (Roma 1992), "La restaurazione sessuale" (Milano 1993), "Milano nel Seicento" (Milano 1993) e "Storia dell'epurazione in Italia" (Milano 1999) e, da Mondadori, "Milano nel Seicento" (1993), "I servizi segreti del Duce. I persecutori e le vittime" (2000), "La voce del Duce" (2002), "Graziani. Il maresciallo d’Italia, dalla guerra d’Etiopia alla repubblica di Salò" (2004).
 
  INDICE DELL’OPERA – Introduzione - I. Dalla difesa degli emigranti al nazionalismo - II. L'attacco alla Banca Commerciale Italiana - III. Il dopoguerra e l'impresa di Fiume - IV. L'antisemitismo in Italia tra Ottocento e Novecento - V. "L'Internazionale ebraica" - VI. Il secondo attacco alla Banca Commerciale - VII. Anche la "Rivista di Milano" diventa antisemita - VIII. Dall'antiebraismo all'antisionismo - IX. Il fascismo al potere - X. Preziosi a Napoli - XI. Il ritorno Roma - XII. Gli arresti di Torino - XIII. La calma prima della tempesta - XIV. "La civiltà cattolica" torna a occuparsi degli ebrei - XV. Un libro da non trascurare - XVI. Verso un antisemitismo istituzionale - XVII. Le "leggi razziali" - XVIII. La chiesa e la legislazione razziale - XIX. Dal centro alla periferia - XX. Farinacci e Preziosi continuano i loro attacchi agli ebrei - XXI. La guerra - XXII. Alla ricerca di consensi - XXIII. Preziosi diventa ministro di Stato - XXIV. La caduta del regime - XXV. Intrighi a Berlino - XXVI. Mussolini nomina Preziosi ispettore generale per la razza - XXVII. I tedeschi in azione - XXVIII. Ultime polemiche - XXIX. La fine – Note – Bibliografia - Indice dei nomi