Essere e tempo
Martin Heidegger
Longanesi, pagg.638, Euro 28,00
 
IL LIBRO - Quando nel 1927 Martin Heidegger pubblicò "Essere e tempo", si ebbe subito la sensazione che un nuovo astro fosse sorto nel firmamento della filosofia. Da anni le sue lezioni - di cui "Essere e tempo" è il distillato - avevano richiamato intorno a quel giovane «sciamano del pensiero» un folto gruppo di allievi e ascoltatori. Ma con l'apparizione del capolavoro fu chiaro a tutti che Heidegger emanava davvero un'aura magica: era un pensatore capace di fare filosofia in grande stile. Adottando una terminologia nuova, a tratti ostica e cruda, con cui cercava di superare la crisi del linguaggio filosofico tradizionale, Heidegger riprende e radicalizza l'antico problema di PLatone e Aristotele: il problema dell'essere. Ma nella sua palpitante interrogazione tale questione è riproposta in modo tut-t'altro che erudito o astratto, riflettendosi in essa le inquietudini di un intero secolo: il venir meno del sentimento religioso, il tramonto della metafisica e la crisi delle ideologie, la fine dell'assoluto e il diffondersi del nichilismo, lo stridente contrasto tra una macchina moderna sempre più complessa e un uomo sempre più elementare. "Essere e tempo" ha così ispirato importanti correnti della filosofia, della teologia, della psichiatria del Novecento. E il continuo susseguirsi di nuove letture - che lo interpretano via via come bibbia dell'esistenzialismo, decostruzione dell'ontologia, parabola gnostica o versione moderna della filosofia pratica - non fa che confermarne l'incontestabile centralità e attualità, alimentando ulteriori interrogativi. Perché quest'opera rimase incompiuta? Qual è il segreto del suo inesauribile fascino? Che significato ha la «svolta» fra il primo e il secondo Heidegger? C'è continuità o rottura fra lo Heidegger «ermeneuta dell'esistenza» e quello che si proclama «pastore dell'essere»? Le risposte vanno cercate in questo libro, al quale sempre si è tornati e sempre si tornerà. La nuova edizione italiana approntata da Franco Volpi - rispettando nella terminologia la storica versione di Pietro Chiodi, ma adeguandola ai criteri richiesti da una ormai consolidata tradiZIone di studi e di rigore filologico - è corredata di cospicui apparati e riporta per la prima volta le Glosse manoscritte da Heidegger a margine della propria copia personale.
 
  DAL TESTO - ""È chiaro infatti che voi da tempo siete familiari con ciò che intendete quando usate l'espressione essente; anche noi credemmo un giorno di comprenderlo senz'altro, ma ora siamo caduti nella perplessità.» (Platone, Sofista, 244a) Abbiamo noi oggi una risposta alla domanda intorno a ciò che propriamente intendiamo con la parola "essente"? Per nulla. È dunque necessario riproporre il problema del senso dell'essere. Ma noi, oggi, siamo almeno in uno stato di perplessità per il fatto di non comprendere l'espressione "essere"? Per nulla. È dunque necessario incominciare col ridestare la comprensione del senso di questo problema. Lo scopo del presente lavoro è la concreta elaborazione del problema del senso dell'"essere". Il suo traguardo provvisorio è l'interpretazione del tempo come orizzonte possibile di ogni comprensione dell'essere in generale".
 
  L'AUTORE - Martin Heidegger nacque a Messkirch, nel Baden-Württemberg, il 26 settembre 1889. Dopo aver cominciato studi di teologia a Friburgo in Brisgovia, cambiò facoltà per dedicarsi allo studio delle scienze naturali, della matematica e della filosofia. I suoi primi interessi filosofici si orientano verso lo studio del pensiero aristotelico (in un primo tempo attraverso la mediazione di Brentano e del teologo Carl Braig) e di quello di Husserl. Nel 1913 conseguì il dottorato discutendo (relatore il filosofo cattolico A. Schneider e correlatore H. Rickert) una dissertazione dal titolo "La dottrina del giudizio nello psicologismo", in cui polemizza con la concezione psicologistica della logica. Nel 1915 ottenne la libera docenza con un lavoro su "La dottrina delle categorie e del significato in Duns Scoto" (fondato però sulla Grammatica speculativa che non è autentica, e che è da attribuirsi allo scotista Tommaso da Erfurt). Il lavoro, presentato dal neo-kantiano Heinrich Rickert, risente anche dell'influenza di Emil Lask nonché di Edmund Husserl. Nello stesso anno, consegue la 'venia legendi' con una lezione sul tema "Il concetto di tempo nella scienza della storia". Nel 1915 fu chiamato a prestare servizio militare dal quale - assegnato al servizio postale e poi a quello metereologico - si congedò nel 1918, potendo peraltro mantenere i contatti con l'università. Nel 1919, ritornato a Friburgo, cominciò la sua collaborazione con Husserl del quale divenne assistente e al quale dedicò il suo capolavoro, "Essere e tempo" (1927), pubblicato sullo "Jahrbuch für Philosophie und Phänomenologische Forschung". Rimase a Friburgo fino al 1923, anno in cui, per interessamento di Paul Natorp, fu nominato professore a Marburgo. Professore prima a Marburgo, poi a Friburgo e per breve tempo rettore di questa Università, Heidegger si tenne appartato dalla cultura ufficiale nel periodo del Nazionalsocialismo, per quanto in un discorso pronunciato da lui come rettore nel 1933, "L'autoaffermazione dell'università tedesca", traspaiano i suoi legami con il Regime (che in questi ultimi anni hanno dato luogo ad accese polemiche, sulle quali è ancora prematuro fare il punto). Il discorso suscitò reazioni negative nell'ambiente filosofico internazionale, tanto che fu bollato da Benedetto Croce, in un articolo apparso su "La critica", come «indecente e servile». "Essere e tempo" rimase incompiuto, ma integrazioni rispetto all'opera possono essere considerati "Kant e il problema della metafisica" (1929), "L'essenza del fondamento" (1929) e "Che cos'è la metafisica" (1929).
  Negli anni che seguirono a questi scritti, cioè a partire dal 1930, l'indagine di Heidegger subisce una svolta decisiva, che si è espressa negli scritti seguenti: "Hölderlin e l'essenza della poesia" (1937); "La dottrina platonica della verità" (1942); "L'essenza della verità" (1943); "Lettera sull'umanismo" (1947); "Holzwege" ("Sentieri interrotti", 1950); "Introduzione alla metafisica" (1956); "Che cosa significa pensare" (1954); "Conferenze e saggi" (1954); "Che cos'è questo - La filosofia?" (1956); "Sulla questione dell'essere" (1956); "Identità e differenza" (1957); "Il principio del fondamento" (1957); "La rassegnazione" (1959); "In cammino verso il linguaggio" (1959); "Nietzsche" (2 voll., 1961); "Il problema della cosa" (1962); "La questione del pensiero" (1969).
  Heidegger è morto a Messkirch il 26 maggio del 1976.
 
  INDICE DELL'OPERA - Introduzione all'edizione italiana - Vita biografica - Nota bibliografica - La presente edizione - Nota preliminare - Introduzione - Esposizione del problema del senso dell'essere - Parte prima - L'interpretazione dell'esserci in riferimento alla temporalità è l'esplicazione del tempo come orizzonte trascendentale del problema dell'essere - Note - Glossario - Indice