Etologia della guerra | ||||
Irenäus Eibl-Eibesfeldt | ||||
Bollati Boringhieri Editore, pagg.323, Euro 25,82 | ||||
IL LIBRO – I conflitti armati che hanno funestato il secolo che volge al termine, e non sembrano destinati a cessare, sono la prova di quanto sia illusoria l'idea del "pacifismo lacrimoso" di cui parla Aldous Huxley: l'idea cioè che basti mostrare agli uomini le crudeltà della guerra perchè essi finalmente vi rinuncino. E' urgente invece, secondo Eibl-Eibesfeldt , elaborare una nuova cultura della pace che, spazzando via ogni pregiudizo antropocentrico, riconosca la realtà istintuale che condiziona i nostri comportamenti. Le ricerche condotte per anni dal nostro autore hanno contribuito a demistificare i luoghi comuni del buon selvaggio e di società animali idilliache: l'aggressività è diffusa ovunque, ma è sciocco colpevolizzare una funzione naturale per il semplice fatto che l'abbiamo in comune con la bestia. Proprio dal regno animale viene invece la prova che la natura ha imboccato la strada della risoluzione non violenta dei conflitti. Fra i vertebrati le lotte per il rango e per il territorio raramente portano all'uccisione di un individuo della stessa specie perchè il coflitto assume forme ritualizzate, ove rimane solo una traccia della originaria distruttività. La via alla pacificazione resta aperta, perchè segnali di acquietamento bloccano la spirale pericolosa della violenza. Così nell'animale e così anche nell'uomo; non però nel conflitto fra gruppi, dove per una sorta di malaugurata mutazione culturale (la "pseudospeciazione") i freni inibitori perdono ogni efficacia.
DAL TESTO – “Quando discutono dell’aggressività umana, psicologi, sociologi e antropologi prendono regolarmente in esame i lavori dei biologi del comportamento, cioè degli etologi. Eppure, la lettura dei contributi a questa discussione suscita l’impressione che gli avversari dell’etologia contestino concetti e opinioni risalenti agli inizi di questa disciplina, che gli etologi stessi hanno ormai riveduto. Alcuni ragionano come se gli etologi credessero in istinti misteriosi e infallibili: un concetto di istinto, questo, che in biologia non viene più impiegato da cinquant’anni e oltre. Altri malintesi riguardano i concetti di ereditarietà (o innatismo) e di adattamento. E il frequente riferimento all’”illiceità” del trasferimento all’uomo di conclusioni raggiunte sugli animali rivela scarsa familiarità con i metodi e con la teoria della comparazione biologica”. L’AUTORE – Irenäus Eibl-Eibesfeldt, nato a Vienna nel 1928, insegna Zoologia all'Università di Monaco di Baviera. Dal 1970 dirige il Gruppo di ricerca per l'Etologia umana presso il Max-Planck-Institut di Andechs (Baviera), e dal 1992 l'istituto viennese di Etologia urbana della Ludwig-Boltzmann-Gesellschaft. INDICE DELL’OPERA – Prefazione – Introduzione. I termini del problema – 1. Metodo e teoria dell’indagine etologica – 2. L’aggressione intraspecifica – 3. I “pacifici” primati: territorialismo e aggressività – 4. L’aggressività nell’uomo – 5. L’aggressione tra i gruppi e la guerra – 6. Verso la pace – Conclusione – Bibliografia – Elenco delle opere citate nella bibliografia originale di cui esiste la traduzione italiana – Indice dei nomi – Indice analitico |