Germanesimo e romanità
Onorato Bucci
Edizioni Scientifiche Italiane, pagg.288, Euro 23,00
 
IL LIBRO – Lo studio dei rapporti tra insegnamento del diritto romano, e quindi tradizione romanistica, e istituzioni giuridiche della Germania antica e moderna rappresenta il filo conduttore della presente indagine scientifica che parte dalla proposta espressa nel § 19 del programma del Partito nazionalsocialista di sopprimere l’insegnamento del Diritto romano nelle aule universitarie tedesche. L’indagine si muove così lungo cinque traiettorie: a) le radici culturali del Nazionalsocialismo ed il § 19 del programma nazionalsocialista del 24 febbraio 1920 («il diritto romano è un diritto asservito al materialismo del mondo»); b) lo studio del Diritto romano nelle Università tedesche dalla Codificazione del Bürgerliches Gesetzbuch (BGB) all’avvento del potere del Nazionalsocialismo; c) analisi del rapporto tra consuetudine giuridica germanica e diritto romano; d) la reazione germanica al diritto romano e alla romanità; e) la costruzione della futura Germania. La conclusione cui giunsero i circoli culturali tedeschi (diritto romano come diritto di una razza inferiore e quindi subordinato al diritto nazionalsocialista erede del diritto germanico espressione diretta della tradizione giuridica indoeuropea) pone in evidenza - sulla base di fonti dirette e documentate - a che cosa avrebbe portato la vittoria nazionalsocialista del secondo conflitto mondiale e a quali responsabilità andò incontro la Romanistica italiana che, eccetto nella presa di posizione di Pietro De Francisci, tacque completamente su questa distorsione scientifica allineandosi interamente alla politica ufficiale del Fascismo e accettando quindi il progetto di Stato nazionalsocialista che era antiromano, antigiudaico e anticristiano.
 
  DAL TESTO – “Per la costruzione di uno Stato siffatto occorreva ricostruire la memoria storica delle genti germaniche e a questo compito dovevano essere indirizzati gli studiosi antichistici, fossero essi anche gli studiosi del mondo greco-romano, non fosse altro perché gli unici a disporre degli strumenti tecnici idonei al compito richiesto. Il disegno era del resto chiaro ai membri del Partito Nazionalsocialista fin dal congresso del 1927, quando fu presentato un progetto di dar vita ad una “Società Scientifica Nazionalsocialista” che fu in effetti fondata due anni dopo, nel 1929, con il nome di “Kamfbund für deutsche Kultur" (Lega per la cultura Tedesca) e la cui presidenza fu affidata ad Alfred Rosenberg”.
 
  L’AUTORE – Onorato Bucci è professore straordinario di Istituzioni di diritto romano nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi del Molise, dove è titolare anche degli insegnamenti di Diritto romano e di Diritto dell’Antico Oriente Mediterraneo. Già direttore del Dipartimento di Scienze Giuridiche, Sociali e dell’Amministrazione presso la stessa Facoltà, è Direttore del «Centro "Andrea d’Isernia" per lo studio della tradizione romanistica e l’unificazione dei diritti europei» afferente alla facoltà medesima. Autore di oltre trecento pubblicazioni, i suoi interessi coprono un’area storico giuridica che coincide con il Mediterraneo orientale prima e dopo l’occupazione romana in un periodo che va dall’epoca achemenide fino all’occupazione islamica. Insegna anche nella Pontificia Università Lateranense Jus graecoromanum (Jus byzantinum) e Historia Institutorum Antiqui Orientis.
 
  INDICE DELL’OPERA – Sommario – Sigle e abbreviazioni – Introduzione - Capitolo I: Le radici culturali del Nazionalsocialismo e il programma del Partito Nazista del 24 febbraio 1920 - Capitolo II: Lo studio del diritto romano nelle università tedesche dalla codificazione del Bürgerliches Gesetzbuch all'evento del potere in Germania del nazionalsocialismo - Capitolo III: Consuetudine giuridica germanica e diritto romano - Capitolo IV: La reazione germanica al diritto romano e alla romanità - Capitolo V: La costruzione della futura Germania