Il racconto dell'antenato. La grande storia dell'evoluzione | ||||
Richard Dawkins | ||||
Mondadori, pagg.597, Euro 37,00 | ||||
IL LIBRO - Come nei "Racconti di Canterbury" un eterogeneo gruppo di pellegrini diretti a un santuario narra, su invito dell'oste di una locanda, alcune storie, ognuna delle quali è espressione di un codice culturale e di un itinerario spirituale, così nel "Racconto dell'Antenato" altri "pellegrini" - non solo esseri umani ma anche animali, funghi, piante, batteri - compiono oggi, su invito di Richard Dawkins, un viaggio ugualmente rivelatore nel nostro passato. In ciascuno dei trentanove "rendez-vous" del percorso a ritroso che ci conduce fino a quattro miliardi di anni fa, i viandanti incontrano nuovi gruppi con cui hanno un antenato in comune, e la folla diventa sempre più imponente a mano a mano che ci si avvicina alla meta. Alla fine il pellegrinaggio giunge alla sua Canterbury, ossia all'evento cruciale della vita sulla terra: l'unione di un organismo unicellulare - il futuro protozoo - con un batterio per formare la cellula nucleata. Da quel momento, tutti gli esseri viventi percorrono insieme l'ultimo tratto verso la comune origine biologica. La cronaca del viaggio, però, è solo il contenitore dei singoli racconti. Se i pellegrini di Geoffrey Chaucer narravano le vicende del loro ambiente sociale, i protagonisti di questa straordinaria avventura illustrano i processi biologici legati allo sviluppo della vita sulla terra. Uniche per ricchezza e varietà, tali storie non solo tracciano l'autoritratto filogenetico del narratore, ma descrivono anche le più recenti acquisizioni della biologia molecolare, che hanno consentito di gettare nuova luce sul processo evolutivo e di riformulare stimolanti interrogativi. In che modo i nostri progenitori si sono propagati dall'Africa negli altri continenti? La stazione eretta venne adottata per liberare le mani e trasportare il cibo? A indurre l'aumento delle dimensioni del cervello fu forse l'acquisita abilità manuale? Quanto differiscono geneticamente le razze umane? E poi, esiste davvero la "razza"? A queste e molte altre domande Dawkins risponde con sapienza scientifica e finezza letteraria, invitandoci a riflettere sull'intima relazione esistente fra tutti gli esseri viventi e sullo stretto legame fra le varie e mirabili espressioni della realtà biologica, unificate da un solo "eroe", quel "tema musicale ricorrente, quasi un leitmotiv wagneriano" che ha nome dna. DAL TESTO - «Il mio modello sono "I racconti di Canterbury" di Geoffrey Chaucer, un'opera trecentesca in cui pellegrini provenienti da punti di partenza diversi vanno aggregandosi per raggiungere la cattedrale. Allo stesso modo l'Homo sapiens si unisce alle altre specie e si dirige verso la Canterbury dell'origine della vita. Incontra gli scimpanzé già unitisi ai bonobo e procede verso l'antenato comune, saluta i gorilla e gli orangutan, le scimmie del vecchio mondo, quelle del nuovo mondo e gli altri mammiferi. Finché a un certo punto del viaggio non si potrà più definire il continente in cui avverranno gli incontri, perché la carta geografica a quel tempo era molto diversa dall'attuale. E alla fine tutti i rendez-vous avverranno nel mare». L'AUTORE - Richard Dawkins ha insegnato zoologia nelle università di Oxford e della California e dal 1995 è titolare della prima cattedra di comunicazione della scienza di Oxford. Ha ottenuto numerosi riconoscimenti per la ricerca scientifica e per l'alto valore divulgativo delle sue opere. Da Mondadori ha pubblicato "Il gene egoista" (1992), "Alla conquista del Monte Improbabile" (1997) e "L'arcobaleno della vita" (2001). |