Il radioso avvenire
Aleksandr Zinov’ev
Edizioni Spirali, pagg.427, Euro 15,49
 
IL LIBRO – “Descrivere un formicaio, non una formica isolata…”. Già in 'Cime abissali' il genio di Zinov’ev stava nell’essere il primo scrittore sovietico a offrire una visione totale di un mondo totalitario. Nel 'Radioso avvenire' affronta la stessa sfinge, ma se il primo libro evocava un’Urss simbolica, iperbolica nella sua assiduità, il secondo ci immerge nel cuore di Mosca, all’inizio degli anni settanta, in una normale famiglia sovietica, con un banale professore come eroe principale. Quel regime misterioso, ideocrazia terrificante e distruttrice, eccolo adesso nel quotidiano più piatto e meno romantico che si possa immaginare. Come dice uno dei personaggi, “Bisogna pur vivere”.
 
  DAL TESTO – “Noi ci lamentiamo continuamente di qualcosa e di qualcuno. Cerchiamo le cause al di fuori di noi stessi, contiamo sulle circostanze. Ma basta un po’ di cervello e di spirito di osservazione per capire una semplice verità: tutto ciò che abbiamo avuto e che abbiamo, è un prodotto della nostra attività personale. Siamo noi che abbiamo fatto e facciamo tutto, noi, i bravi cittadini sovietici. D’altra parte, com’è che siamo così? Non dipenderà mica dalla nostra natura biologica?! Tutto sommato qui di problemi non ce ne sono: esisteva un materiale umano e sociale prodotto dalla storia, e la rivoluzione aprì una strada sulla quale vennero formandosi insieme il tipo dell’uomo sovietico e il tipo della società sovietica”.
 
  L’AUTORE – Aleksandr Zinov’ev (1922-2006) nasce a Pachtino (Kostroma), un villaggio della Russia europea. Completati gli studi, diviene docente di logica matematica presso l'Università di Mosca. E' autore di numerosi lavori in materia ma si fa conoscere più che altro per alcuni scritti di satira e di critica al sistema comunista. Nel '76 appare, prima in edizione russa poi francese, una sorta di autopsia satirica e clinica del totalitarismo nel suo funzionamento quotidiano: si tratta del romanzo 'Cime abissali' (Adelphi) in conseguenza del quale viene sollevato da tutte le funzioni, privato dei diplomi, escluso dal partito comunista dell’Urss e - nel 1978 - espulso dal paese (dove verrà riammesso solo nel 1990). Trasferitosi a Monaco di Baviera, dottore in filosofia, diviene professore membro dell’accademia finlandese delle scienze e per la sua attività scientifica viene unanimamente considerato tra i grandi logici contemporanei. Scrive libri di logica, di filosofia, di linguistica; particolarmente importanti risultano i suoi lavori di analisi delle manifestazioni culturali in nesso con il linguaggio. Nella sua variegata produzione spiccano anche romanzi, saggi, poesie, disegni e dipinti, anche se la notorietà presso il largo pubblico rimane legata all'opera letteraria. Dedica una particolare attenzione ai temi dell'oppressione burocratica realizzatasi nella Russia sovietica e dell'utopia intorno alla costruzione dell'“uomo nuovo”. La sua voce, autonoma e sempre personale anche rispetto a quella di altri dissidenti, mette al centro l'uomo: riconosce profondamente la tragedia avvenuta nel corso della storia, scagliandosi nel merito analitico contro le semplicazioni, i superficialismi e le facili llusioni. Tra le pubblicazioni più recenti apparse in Italia ricordiamo 'Appunti di un guardiano notturno', 'La casa gialla', 'La caduta dell’Impero del male'; ed ancora 'L'umanaio globale' (Spirali, 1998), visione apocalittica del mondo nel XXI secolo. Per Spirali ha pubblicato anche: 'Lo slancio della nostra giovinezza' (saggio letterario e filosofico sullo stalinismo), 'Catalogo dei dipinti e dei disegni' (arte), 'Katastrojka. La perestrojka nel culo della Russia' (romanzo).