Il ragazzo di Portoria. La canzone italiana durante il Fascismo
Piero Palumbo
De Ferrari, pagg.117 (con CD), Euro 18,00
 
IL LIBRO - “Il ragazzo di Portoria”, più conosciuto come Balilla, entrò nella storia per aver dato (nel lontano 1746) il segnale della rivolta contro gli austriaci che occupavano Genova. A lui fu dedicato negli anni Venti l’inno delle generazioni più giovani. Il Regime fascista lo scelse come simbolo di una gioventù che si voleva generosa e intrepida. A lui furono intitolate l'organizzazione giovanile del Partito ("Opera Nazionale Balilla") e una popolare automobile. A lui fu dedicato l'inno delle generazioni più giovani. Gli inni furono, in pace e in guerra, la colonna sonora di quegli anni ruvidi. All'epoca, gli Italiani, fascisti o no, cantavano più di quanto cantino adesso.  
  Questo volume di Piero Palumbo racconta la storia di quelle canzoni che appartengono alla memoria degli italiani al pari degli entusiasmi e dei lutti che le accompagnarono. L'Autore ha laboriosamente scandagliato gli archivi di musicisti e parolieri dell’epoca. “Lo scopo - si legge nel testo - era di recuperare ricordi impalliditi con il trascorrere dei decenni. La storia non è fatta solo di battaglie epiche e di decisioni memorabili. La storia è anche l’atmosfera che respirammo, gli entusiasmi e le amarezze che vivemmo”.
  Al volume è allegato un CD con 25 canzoni.
 
  DAL TESTO - “L’Italia dei nostri padri era incline a cantare più di quanto oggi accada. Canti di esaltazione e di protesta, celebrativi e irridenti, rassegnati o minacciosi segnavano lo svolgersi della vita politica. Cantavano i socialisti, gli anarchici, i soldati emergendo dal fango delle trincee. Cantavano, reciprocamente massacrandosi, i protagonisti degli scontri armati che insanguinarono la penisola nel primo dopoguerra. Cantavano a gola spiegata gli italiani inquadrati nelle organizzazioni del Regime, i soldati mandati a morire sui fronti di battaglia proclamando certezze che gli avvenimenti si incaricarono di smentire. Cantavano i militi  della Repubblica Sociale come i partigiani che con loro si confrontarono”.
 
  L'AUTORE - Piero Palumbo è nato a Benevento da famiglia abruzzese. E’ stato redattore e inviato dei quotidiano "Il Tempo" e "Giornale d’Italia" oltre che del settimanale "Gente". Ha collaborato a molti quotidiani e periodici, dal "Giorno" al "Resto del Carlino", dalla "Domenica del Corriere" al "Giornale" di Montanelli. Con Castellacci, Cirri e Pingitore fondò negli anni Sessanta Il Bagaglino, tempio della satira capitolina. Con Castallacci e Biagioli ha scritto il testo del musical “Forza venite gente”, ancor oggi rappresentato in molti luoghi della penisola. E’ stato autore di programmi radiofonici e televisivi.
 
  INDICE DELL'OPERA - Prefazione, di Giano Accame - Pugnal fra i denti - I devoti del randello - Ziki Paki e il 3 gennaio - Il ragazzo di Portoria - Trecce bionde e labbra rosa - Il mormorio del Piave - Va in onda il Regime - L'artiglio del Duce - "Aspra ma dolce partenza" - Altra legge altro re - La battaglia del Karkadè - Vincere e vinceremo - La casetta e l'orticello - Tiepidi e fiammeggianti - Le canzoni del fratricidio