Le bugie della storia | ||||
Piero Melograni | ||||
Mondadori, pagg.125, Euro 15,00 | ||||
IL LIBRO – La verità su alcuni personaggi e avvenimenti del XX secolo che hanno dato vita a miti ingiustificati e assurde leggende. Piero Melograni, studioso anticonformista, ci presenta una scelta di dieci grandi menzogne tramandateci dalla storiografia ufficiale. A partire dalla principale: la Storia si ripete e il suo studio serve a prevedere il futuro. Procedendo a un lavoro di ricostruzione che troppo spesso è stato trascurato, Melograni ci guida alla scoperta di casi esemplari di mistificazione della realtà, ristabilendo - prove alla mano - alcune verità scomode e provocatorie: la Belle Epoque fu tutt'altro che una «bella» epoca, poiché contrassegnata da gravi difficoltà e da miserie; Rosa Luxemburg era anticomunista e fu uccisa dai servizi segreti tedeschi, ma è probabile che le autorità sovietiche fossero d'accordo; le rivoluzioni scoppiano molto più facilmente nei momenti di prosperità che non in quelli di povertà e di stenti; Lenin preferì difendere lo stato sovietico piuttosto che perseguire la rivoluzione mondiale; l'egualitarismo è un mito che, di fatto, impoverisce i popoli; il potere dei cosiddetti potenti è assai più limitato di quel che si crede; Marx non ebbe esperienza diretta del mondo del lavoro e non visitò mai una fabbrica; Hitler non aveva programmato lo scoppio della seconda guerra mondiale. E nella Russia comunista del 1921 i bambini furono effettivamente mangiati. Tutte queste verità, e molte altre, sono state occultate, o non adeguatamente messe in luce, dagli storici di professione: sia stato per mancanza di coraggio, che ha indotto a non occuparsi di problemi scottanti, o per opportunismo, giacché le carriere accademiche dipendono in larga misura dalle correnti politiche, di sicuro questo lavoro di dissimulazione non ha reso un buon servizio a nessuno. Dieci bugie smascherate in dieci capitoli che si possono leggere come altrettanti saggi autonomi, oppure come un sorprendente, ma ampiamente documentato, viaggio nel secolo appena trascorso. DAL TESTO – “Nel laboratorio della storia abbiamo l’esempio di nazioni le quali hanno almeno in teoria predicato l’egualitarismo attribuendo allo Stato tutto o quasi tutto quanto era possibile attribuirgli. La prima osservazione da fare al riguardo è che in questi paesi, cosiddetti socialisti, la produttività e i salari reali sono cresciuti meno che altrove portando alla rovina quelle economie collettivistiche”. L’AUTORE – Piero Melograni (Roma 1930), storico, uscito dal Pci nel 1956 per i fatti di Ungheria, ha collaborato al periodico "Passato e presente" diretto da Antonio Giolitti. Nel 1996 è stato eletto deputato. Dal 1971 al 1996 ha insegna storia contemporanea all'università di Perugia. Da Mondadori ha pubblicato: "La modernità e i suoi nemici" (1996) e "Storia politica della Grande Guerra" (1998). Ha curato, inoltre, "Intervista sull'antifascismo" di Giorgio Amendola (Laterza 1994). Scrive sul "Corriere della Sera". INDICE DELL’OPERA – Avvertenza - I. La storia conosce poco il passato e nulla sa del futuro - II. La "Belle Epoque" non fu poi tanto bella - III. Le rivoluzioni scoppiano quando si vive meglio - IV. L'egualitarismo non giova - V. Marx ignorava il mondo del lavoro - VI. Hitler non desiderava la guerra mondiale - VII. Lenin non volle la rivoluzione mondiale - VIII. Rosa Luxemburg non fu comunista - IX. Perchè si disse che "i comunisti mangiano i bambini" - X. I potenti sono diversi da come ci appaiono - Note bibliografiche - Indice dei nomi |