Lettere dalla Turchia
Don Andrea Santoro
Città Nuova Editrice, pagg.252, Euro 10,00
 
IL LIBRO – “…Il Vangelo del giorno paragonava il regno di Dio al più piccolo dei semi (il granello di senapa) e al lievito che la donna depone nella pasta: … qui […] siamo ancora più piccoli del più piccolo dei semi, ma l’importante è stare dentro la terra, con amore, con rispetto, sciogliendosi e diventando un tutt’uno con essa nel silenzio, disposti a morire e a fiorire quando Dio vuole, sentendo che la terra è stata amata, [...] visitata e vangata in mille modi. Il divieto poi mi ha fatto tanto pensare alle mani di una donna, Maria, che impasta lentamente e amorevolmente: è Lei che per incarico di Gesù, da vera madre, prende il lievito e lo nasconde nella pasta degli uomini, di tutti gli uomini, di ogni uomo. Ricevo esempi di bontà e di generosità in ogni momento: perché grande è la ricchezza di questa pasta e profonda la fecondità di questa terra. Non voler essere più di un po’ di lievito e più di un minuscolo granello di senapa; ma neanche di meno, naturalmente!”.

  DAL TESTO – “Noi non abbiamo giornali, dibattiti televisivi e conferenze, ma forse questa è la nostra fortuna. Ci siamo confrontati ogni giorno ampiamente, in spirito di preghiera e di ascolto, con la Parola di Dio, con la realtà spicciola del musulmanesimo locale, con i problemi concreti di un Paese che da una parte è proteso verso l'Europa, dall'altra ha una sua lunga storia, molto diversa dalla nostra, e affonda profondamente le sue radici nella cultura mediorientale e nella religione musulmana”.

  "Sono qui per abitare in mezzo a questa gente e permettere a Gesù di farlo prestandogli la mia carne. In Medio Oriente il peccato dell'uomo ha assunto forme terribili. In Medio Oriente i peccati della Chiesa si sono manifestati in modo drammatico e i suoi dolori hanno avuto delle caratteristiche particolari. Il Medio Oriente deve essere riabitato come fu abitato ieri da Gesù: con lunghi silenzi, con umiltà e semplicità di vita, con opere di fede, con miracoli di carità, con la limpidezza inerme della testimonianza, con il dono consapevole della vita”. 

  L’AUTORE – Don Andrea Santoro nasce a Priverno (LT) il 9 settembre 1945. Nel 1956 la sua famiglia si trasferisce a Roma, dove due anni più tardi, nel 1958, egli entra in seminario. Nel 1970 viene ordinato sacerdote. Inizia la sua attività pastorale nella parrocchia romana dei Santi Marcellino e Pietro, quindi è viceparroco nella chiesa della Trasfigurazione. Nel 1981 viene nominato parroco della comunità di Gesù di Nazareth e nel 1994 di quella dei Santi Fabiano e Venanzio. I ripetuti contatti di don Andrea con il Medio Oriente (a partire da una permanenza di sei mesi a Gerusalemme alla fine del 1980) e i molteplici pellegrinaggi in vari Paesi medio-orientali fanno maturare in lui la convinzione che la Chiesa abbia un debito di riconoscenza nei confronti del Medio Oriente, in quanto luogo scelto da Dio per rivelarsi all’umanità. Da tale senso di gratitudine nasce la richiesta alla sua diocesi di esservi mandato come “fidei donum”; richiesta in Turchia. Dopo cinque anni di autentica presenza cristiana – prima nella città di Urfa-Harran, poi in quella di Trabzon – viene ucciso a Trabzon nella chiesa Maria il 5 febbraio 2006.

  INDICE DELL’OPERA – Introduzione – Nota all’edizione – Lettere – Omelia del card. Camillo Ruini per la S. Messa di esequie di don Andrea Santoro – Nota biografica