Lo slancio della nostra giovinezza. Saggio letterario-sociologico sullo stalinismo
Aleksandr Zinov’ev
Edizioni Spirali, pagg.202, Euro 12,91
 
IL LIBRO – "Lo slancio della nostra giovinezza", secondo una canzone patriottica russa, è Stalin. Questo libro narra e commenta la "giovinezza del comunismo reale": gli anni di Stalin che hanno dato origine alla società sovietica, alla sua forma di governo e di potere, alla sua cultura ed economia, all'unificazione di molti popoli in un unico stato. In una parola, a quello che era l’Unione Sovietica. Protagonisti del libro sono il trionfo dell'ideologia e la ferocia della ragion di stato e di partito, i grandi piani economici e il mercato nero, ma anche le balorde canzonette e la smarrita idiozia dei funzionari che Zinov'ev dall'esilio tratteggia con sferzante ironia.

  DAL TESTO – “Il titolo di questo libro è tratto dalle parole di una canzone che i sovietici cantavano al tempo di Stalin ('Stalin, di battaglia. / Stalin slancio della nostra gioventù. / Nella guerra, nella vittoria, / Segue Stalin il nostro popolo vieppiù'). La cantavo anch'io insieme agli altri, nonostante che l'odio per Stalin e per tutto quello ch'era allora legato al suo nome fosse la passione dominante dei miei anni verdi. Cantavo questa canzone e non vi sentivo ipocrisia. Vi sentivo qualcosa d'altro, molto più terribile dell'ipocrisia. In questo libro voglio raccontare com'era inteso e percepito quest'uragano storico da parte di alcuni rappresentanti della mia generazione che vi furono coinvolti, cos'era per noi lo stalinismo".

L’AUTORE – Aleksandr Zinov’ev (1922-2006) nasce a Pachtino (Kostroma), un villaggio della Russia europea. Completati gli studi, diviene docente di logica matematica presso l'Università di Mosca. E' autore di numerosi lavori in materia ma si fa conoscere più che altro per alcuni scritti di satira e di critica al sistema comunista. Nel '76 appare, prima in edizione russa poi francese, una sorta di autopsia satirica e clinica del totalitarismo nel suo funzionamento quotidiano: si tratta del romanzo 'Cime abissali' (Adelphi) in conseguenza del quale viene sollevato da tutte le funzioni, privato dei diplomi, escluso dal partito comunista dell’Urss e - nel 1978 - espulso dal paese (dove verrà riammesso solo nel 1990). Trasferitosi a Monaco di Baviera, dottore in filosofia, diviene professore membro dell’accademia finlandese delle scienze e per la sua attività scientifica viene unanimamente considerato tra i grandi logici contemporanei. Scrive libri di logica, di filosofia, di linguistica; particolarmente importanti risultano i suoi lavori di analisi delle manifestazioni culturali in nesso con il linguaggio. Nella sua variegata produzione spiccano anche romanzi, saggi, poesie, disegni e dipinti, anche se la notorietà presso il largo pubblico rimane legata all'opera letteraria. Dedica una particolare attenzione ai temi dell'oppressione burocratica realizzatasi nella Russia sovietica e dell'utopia intorno alla costruzione dell'“uomo nuovo”. La sua voce, autonoma e sempre personale anche rispetto a quella di altri dissidenti, mette al centro l'uomo: riconosce profondamente la tragedia avvenuta nel corso della storia, scagliandosi nel merito analitico contro le semplicazioni, i superficialismi e le facili llusioni. Tra le pubblicazioni più recenti apparse in Italia ricordiamo 'Appunti di un guardiano notturno', 'La casa gialla', 'La caduta dell’Impero del male'; ed ancora 'L'umanaio globale' (Spirali, 1998), visione apocalittica del mondo nel XXI secolo. Per Spirali ha pubblicato anche: 'Lo slancio della nostra giovinezza' (saggio letterario e filosofico sullo stalinismo), 'Catalogo dei dipinti e dei disegni' (arte), 'Katastrojka. La perestrojka nel culo della Russia' (romanzo).