Nae Ionescu, Mircea Eliade, Emil Cioran. Antiliberalismo nazionalista alla periferia d'Europa
Emanuela Costantini
Morlacchi Editore, pagg.201, Euro 15,00
 
IL LIBRO – Nel periodo interbellico tutta l'Europa fu attraversata da una forte reazione antidemocratica. La Romania fu il paese in cui più tardi si instaurò un regime autoritario, eppure fu forse quello in cui la dimensione ideologica risultò più strutturata. Intellettuali di notevole spessore e di grande fama si schierarono compattamente a fianco di un movimento come la Guardia di Ferro di Corneliu Zelea Codreanu. Essi suonarono davvero "il piffero della rivoluzione" (legionaria), contribunedo a dare credibilità al movimento di Codreanu e legittimandone l'azione.
  Su queste responsabilità si è largamente taciuto nel dopoguerra, in parte per l'atteggiamento degli stessi intellettuali coinvolti, che hanno liquidato quegli anni come un veniale peccato di gioventù o hanno tentato di riscrivere il loro passato, in parte perché lo stesso regime comunista preferì far cadere il silenzio su quel periodo della storia nazionale, tentando non di rado un recupero dei nazionalisti romeni e adottando un atteggiamento repressivo nei confronti delle minoranze. 

  DAL TESTO – “I fantasmi di Heidegger e di Gentile, di Céline e di Hamsun, di Stefan George e di Ezra Pound, di Marinetti e di Majakovsky continuano a turbare quegli intellettuali occidentali che, seppure con tanti distinguo quanti sono, si professano fiduciosi nei valori della libertà e della democrazia, concretamente espressi nelle istituzioni parlamentari, nei diritti civili e politici del cittadino, nel libero esercizio delle attività economiche. Le ragioni del turbamento stanno nella difficoltà di accettare che una schiera di illustri rappresentanti della cultura occidentale abbiano potuto simpatizzare per, schierarsi a fianco di, confondersi con movimenti che quei valori negavano: turba il fatto che lo abbiano fatto in nome della difesa della collettività intesa come comunità razziale o etnico-culturale o di classe e al tempo stesso nell’esaltazione di un homo novus, emancipato dalle catene delle leggi “comuni”. Di questa schiera hanno fatto parte a buon titolo due intellettuali dell’Europa sud-orientale ben noti nel panorama culturale europeo e mondiale, Mircea Eliade ed Emil Cioran, le cui simpatie e impegno a favore del movimento eversivo e antisemita della Guardia di Ferro di Codreanu hanno attratto in tempi recenti l’attenzione della storiografia sia internazionale che romena. Nel periodo che precede gli anni Novanta la storiografia si è occupata quasi esclusivamente del movimento di Codreanu (ad esempio S. Fischer-Galati [1972] e A. Heinen [1986] in Occidente, P. Guiraud [1958] e M. Fatu-I. Ispalatelu [1971] in Romania), talvolta anche della resistenza alla modernizzazione nel periodo prebellico (Z. Ornea [1980]), ma a parte un ampio e documentato lavoro del romeno D. Micu [1975] su di una parte della cultura di destra espressa dalla rivista Gîndirea, nel complesso appare trascurato il retroterra culturale dei movimenti eversivi di destra e antisemiti romeni. Polemiche sporadiche sull’antisemitismo di Eliade e Cioran e sul loro coinvolgimento nella Guardia di Ferro non mutano il quadro di un sostanziale silenzio sulle vicende politiche che interessarono in gioventù questi due alti personaggi della cultura europea. La limitata documentazione in possesso degli storici occidentali e l’imbarazzo della cultura romena impegnata/obbligata nell’esaltazione delle “glorie” nazionali (e quindi a tacere su quelle scomode, ma pur sempre “glorie”) spiegano questa lacuna”. 

  L’AUTRICE – Emanuela Costantini (1975), laureata in Scienze Politiche presso l’Università degli Studi di Perugia, ha conseguito il dottorato di ricerca in «Storia politica dell’Età contemporanea (secoli XIX e XX)» presso l’Università degli Studi di Bologna. Ha pubblicato recentemente su «Intersezioni» l’articolo "Mihail Sebastian: un amico ebreo di Mircea Eliade" e, su «Romania Orientale», "La chiesa ortodossa rumena e l’antisemitismo". Per i nostri tipi, ne "L’intreccio perverso" (a cura di Armando Pitassio, 2001) ha pubblicato il saggio "L’irrazionalismo filosofico e il nazionalismo rumeno: il caso di Nae Ionescu". 

  INDICE DELL’OPERA – Prefazione, di Armando Potassio – Introduzione - Capitolo primo. Politica e società nella Grande Romania - 1. La nascita della Grande Romania - 2. Nuovi equilibri socio-economici - 3. Il panorama politico-istituzionale - Capitolo secondo. Ideologia e movimenti vecchi e nuovi nella Grande Romania - 1. Gli eredi della tradizione positivista: liberali e contadinisti - 2. L’antiliberalismo nazionalista - Capitolo terzo. Intellettuali antiliberali nella Romania degli anni Venti: Nae Ionescu e la “giovane generazione” - 1. Nae Ionescu: formazione e pensiero - 2. Il “mito” di Nae Ionescu - 3. Nae Ionescu e la politica - 4. La giovane generazione - Capitolo quarto. Gli anni Trenta: la “conversione” alla politica - 1. Un passaggio chiave: la crisi degli anni Trenta - 2. La Guardia di Ferro: il successo di un movimento ortodossista - 3. La conversione guardista di Ionescu - 4. Il fascino della Guardia di Ferro sulla giovane generazione - 5. La seconda metà degli anni Trenta: da sostenitori a militanti – Conclusioni - Indice dei nomi – Bibliografia