Su verità e menzogna
(testo tedesco a fronte)
Friedrich Nietzsche
Bompiani, pagg.162, Euro 8,50
 
IL LIBRO - Questo è uno scritto giovanile di Nietzsche, del 1873, pubblicato postumo. Si tratta della prima riflessione teoretica, autonoma e compiuta, del filosofo; egli stesso lo designò nel 1884 come un pro memoria in cui fosse già stato espresso, e in maniera più ardita che nelle opere edite, il proprio modo di pensare. Il testo espone una concezione metaforica della realtà, intesa prospettivisticamente come risultato, sempre in corso di rielaborazione, dell'originaria facoltà metaforizzatrice dell'uomo, capace di creare immagini, suoni, parole, persino i concetti più astratti e lontani dalla vita, in occasione di stimoli nervosi anch'essi, come tali altre metafore, privi di rapporto causale con le cose stesse. Si preannuncia, dunque, quella svolta radicale nel pensiero occidentale operata da Nietzsche nelle sue più note opere successive.
  Nell'edizione, con originale tedesco a fronte, lo scritto viene affiancato da un altro a esso strettamente connesso e di pochi mesi precedente, "Sul pathos della verità". Il volume è curato da Francesco Tomatis, professore ordinario in filosofia teoretica alla facoltà di lettere dell'Università di Salerno. Per Bompiani ha pubblicato "Filosofia della montagna" (2005), "Come leggere Nietzsche" (2006) e curato la nuova edizione di F.W.J. Schelling, "Filosofia della Rivelazione" (2002).
 
  DAL TESTO - "Codesta sarebbe la sorte dell'uomo, se egli fosse proprio soltanto un animale conoscente; la verità lo spingerebbe alla disperazione e all'annientamento, la verità, d'esser condannato in eterno alla non-verità. All'uomo s'addice però solo la fede nella verità raggiungibile, nell'illusione avvicinabile pieni di fiducia. Non vive egli propriamente attraverso un continuo venir ingannato? Non gli tace la natura la maggior parte delle cose, anzi proprio le più vicine di tutte, per esempio il suo proprio corpo, di cui egli ha solo una "coscienza" prestigiatrice? In questa coscienza egli è rinchiuso, e la natura gettò via la chiave. Oh la fatale brama di novità del filosofo, il quale desidera una volta di guardar attraverso una fessura là fuori e al di sotto della camera della coscienza: forse presagisce allora, come l'uomo riposi su ciò che è avido, insaziabile, schifoso, spietato, assassino, nell'indifferenza del suo non-sapere e per così dire sospeso in sogno sul dorso d'una tigre".
 
  L'AUTORE - Wilhelm Friedrich Nietzsche nasce a Röcken il 15 ottobre 1844, nella famiglia di un pastore protestante, ma rimane presto orfano del padre. Studia filologia classica a Bonn e a Lipsia sotto la guida di Friedrich Ritschl, che gli procura una cattedra di lingua e letteratura greca all'Università di Basilea, dove insegna per dieci anni, fino al 1879. (Qui conosce Richard Wagner diventandone presto amico).
  Nel 1872 Nietzsche pubblica il suo primo libro, "La nascita della tragedia" (respinto dall'ambiente accademico) e tra il '73 e il '76 le "Considerazioni inattuali". I rapporti con Wagner si deteriorano perché Nietzsche vede nei suoi ultimi lavori un ritorno mascherato al cristianesimo e in "Umano, troppo umano", pubblicato nel 1878, scrive il suo distacco da Wagner e da Schopenhauer. Dal 1879, costretto a lasciare la cattedra per motivi di salute, vive con una pensione datagli dall'università, tra la costiera francese e quella italiana e in Svizzera. Nel 1880 esce la seconda parte di "Umano, troppo umano", che porta il titolo "Il viaggiatore e la sua ombra"; nel 1881 "Aurora" e nel 1882 "La gaia scienza" dove si legge la speranza del filosofo di insegnare all'umanità la strada verso un nuovo destino. Nello stesso anno si innamora di Lou Salomé che però respinge la sua proposta di matrimonio. Tra il 1883 e il 1884 scrive "Così parlò Zarathustra" (pubblicato soltanto nel 1891); nel 1885 "Al di là del bene e del male" e di seguito "La genealogia della morale" (1887); e poi, "Il caso Wagner", "Il crepuscolo degli idoli", "L'anticristo", "Ecce homo", "Nietzsche contro Wagner" nel 1888.
  Nel 1889 a Torino viene colto da un attacco improvviso di pazzia.
  Sopravvive a se stesso per più di dieci anni e muore, infine, a Weimar il 25 agosto 1900.
 
  INDICE DELL'OPERA - Introduzione, di Francesco Tomatis - Cronologia della vita e delle opere di Nietzsche - Nota editoriale - Sul pathos della verità - Su verità e menzogna in senso extramorale - Note al testo - Parole chiave - Bibliografia