Borovnica ’45 al confine orientale d’Italia |
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Gianni Barral | ||||
Paoline Editoriale Libri, pagg.310, Euro 16,00 | ||||
IL LIBRO – “Borovnica ’45” racconta le vicissitudini di guerra di un ufficiale dell’esercito italiano inviato al confine orientale d’Italia durante la seconda guerra mondiale. Gianni Barral si trova a combattere contro i partigiani sloveni e quelli italiani ma, contemporaneamente, si radica nella comunità slovena di un paesino della val Baccia, che lo accoglie e lo protegge anche al momento della resa, nella primavera del 1945, salvandolo dalle fucilazioni sommarie. Poco dopo però, l’ufficiale viene arrestato e deportato nel campo di concentramento di Borovnica. Tra fame e sevizie la mortalità è altissima, ma Barral, che ha imparato lo sloveno, viene assegnato all’amministrazione del campo e ha così salva la vita. Durante i tre mesi trascorsi a Borovnica, Barral fissa nella memoria – e ora anche sulle pagine – le atrocità di cui è stato, suo malgrado, testimone. Il volume presenta un notevole valore storico e documentario poiché è fonte primaria di informazioni sul funzionamento del campo della morte di Borovnica. È arricchito da un inserto fotografico in bianco e nero e da cartine che illustrano i luoghi che sono stati teatro dei fatti narrati. Inquadramento storico di Raoul Pupo, massimo esperto di storia del confine orientale d’Italia.
DAL TESTO – “L’alba del 1º maggio si levò in un grigiore spettrale. I nostri abiti si erano asciugati soltanto un poco. Ci eravamo appena messi in piedi per sgranchirci le membra irrigidite quando giunse l’ordine di prepararci alla partenza. Siccome sapevano che, a causa della debolezza, non potevamo portare pesi eccessivi, ci liberammo del superfluo. Io lasciai nello zaino la mantellina, lo zainetto tascapane, un paio di capi di vestiario e la piccola coperta militare. Lacerai la mia collezione di carte topografiche della zona (le conoscevo quasi a memoria), ma conservai la vecchia antologia di poesie slovene “Balade in romance” (Ballate e romanze). L’incolonnamento avvenne fra i capannoni, compagnia per compagnia, senza ordine preciso. La mia compagnia era in testa alla colonna, preceduta soltanto da una parte della Compagnia Comando. Ero curioso di vedere quale direzione avremmo presa: a destra verso il borgo o a sinistra verso Idrsko? La testa della colonna svoltò verso Idrsko. Ogni venti o trenta metri erano affiancati sui due lati da una guardia armata di fucile o mitra; qualcuno portava anche un fucile mitragliatore. Attraversammo Mlinsko e Idrsko in un silenzio da tomba, in cui si dilatava smisuratamente il rumore degli scarponi chiodati trascinati sull’asfalto. Un certo numero di persone, in maggioranza donne, si erano affacciate discretamente alle porte e alle finestre guardando in silenzio e senza ostilità quella lunga fila di sagome dinoccolate. A Idrsko mi accorsi con viva sorpresa che abbandonavamo la strada statale per imboccare la carrareccia per Livec. Non capivo il perché di quella deviazione apparentemente assurda. Cominciammo a percorrere la carrareccia, dapprima poco ripida, facendo frequenti soste. Sui margini vedemmo allineati i fucili mitragliatori “bren” regalateci dagli alleati il 16 gennaio. Erano undici su dodici; mancava quello che Casarotto aveva fracassato il giorno prima sulla spalliera del ponte”. L’AUTORE – Gianni Barral, torinese di nascita, provenzale di origine, si è laureato in lettere classiche (specialità glottologia) all’università di Torino. Emigrato in Francia, è stato docente titolare di lingua e civiltà italiana all’Ecole Supérieure de Commerce di Lione. Tornato in Italia, ha concluso la sua carriera come professore di lingua e letteratura francese nell’insegnamento secondario superiore. Occitanista, studioso di slavistica (in particolare civiltà slovena), ha pubblicato in traduzione italiana opere degli scrittori sloveni France Bevk, Prežihov Voranc, Boris Pahor, Matej Bor e dello storico Tone Ferenc. Ha collaborato alla rivista culturale Zaliv diretta da Boris Pahor. INDICE DELL’OPERA – Introduzione, di Renzo Timay - Indice dei toponimi – I. Dal T.96 a Caporetto (27 – 30 aprile) - II. Da Caporetto a Vipacco (30 aprile – 14 maggio) – III. Vipacco e Borovnica (14 maggio – 23 agosto) – Conclusione, di Renzo Timay – Allegati – 1. Il fatto d’arme di Kneške Ravne (4 – 5 maggio 1943) – 2. L’offensiva in valle Baca: Koritnica (28 giugno - 1º luglio 1944) – 3. Qualcuno più in alto? - Note di inquadramento storico, di Raoul Pupo - Concordia et Pax – Borovnica 2005 – Cartine dei luoghi teatro dei fatti narrati |