Il linguaggio della preistoria

Ausilio Priuli
Edizioni Ananke, pagg.320, Euro 25,00
 
IL LIBRO –  Da oltre un secolo molti studiosi ricercatori, cultori e appassionati si occupano della ricerca e dello studio degli infiniti segni lasciati dall'uomo in grotte, ripari e sulle rocce alpine levigate dai ghiacciai. Ogni giorno si aggiunge un nuovo tassello, una nuova scoperta ed il panorama sulla produzione paleoiconografica italiana si estende sempre di più, permettendo di conoscere sempre meglio, anche se sempre molto superficialmente, l'uomo del quale è espressione. Oramai ogni angolo, montagna, valle alpina è stata indagata; molto meno è stato fatto lungo la estesa catena appenninica, lungo le coste e sulle isole, pertanto è probabile che quanto è emerso fino ad ora sia solo una parte di quanto è stato prodotto e che verrà in luce negli anni a venire, quando l'archeologia rupestre non sarà più fagocitata da quella classica e le espressioni dei nostri più antichi antenati assumeranno la stessa dignità delle espressioni culturali storiche. Purtroppo, in tanti anni, poco è stato fatto per operare in termini divulgativi che permettessero a tutti di cogliere come l'Italia sia custode anche del più ricco patrimonio di arte preistorica al mondo, tanto che si può menzionare un solo lavoro che ha svolto anche questa funzione, edito nel 1973 e redatto da Paolo Graziosi, padre degli studi sull'arte preistorica in Italia, al quale tutti dobbiamo molto. Questo lavoro non vuoI essere un compendio che pretende di fare il punto dello stato della ricerca, anche perché sarebbe impossibile in questa sede menzionare ogni sito, ogni ritrovamento e tutti gli studi che sugli stessi sono stati effettuati ma vuole offrire un quadro d'insieme del fenomeno, ancora poco conosciuto, dell'archeologia rupestre italiana e spunti di riflessione per possibili approfondimenti. La trattazione tocca tanti angoli remoti del nostro paese e descrive alcuni dei più importanti complessi di arte rupestre e parietale dipinti o incisi; approfondisce la conoscenza di alcuni monumenti e delle più semplici manifestazioni dell'uomo che dalla preistoria paleolitica si sono mantenute nella tradizione incisoria fino quasi a noi.

DAL TESTO – “Le opere di cultura figurativa preistorica e di tradizione, pitture, grafici, incisioni, sculture o altro, sono l’insieme di forme cariche di contenuti. Ma a quali contenuti si è ispirato l’uomo per realizzare quelle forme? Cosa l’ha spinto a rappresentare? Siamo soliti credere che un oggetto sia costituito da tre dimensioni; in realtà, tale oggetto ne contiene anche una quarta: “il contenuto”, che fa assumere a quell’oggetto una sua specifica forma. In certe espressioni artistiche può essere dominante il gusto estetico, la ricerca pura del colore e delle forme, nella preistoria è stato dominante il contenuto, la quarta dimensione della realtà, la stessa dimensione che spinge il bambino ad esprimersi attraverso forme semplici, per lui comunque realistiche e cariche di contenuti, la stessa dimensione che spinge molti gruppi etnologici detti “primitivi” ad esprimersi attraverso forme che esulano dai nostri canoni estetici. Non si può certo dire che i bambini ed i primitivi siano privi di maturità, di spirito di osservazione o di interesse per quanto li circonda, anzi, generalmente è più spiccato il loro spirito di osservazione che non quello dei membri di culture più avanzate, spesso erroneamente dette “civili” o acculturate.
“Diversi sono gli schemi mentali, gli interressi, le categorie ideologiche e formali, le funzioni delle cose e delle opere prodotte, delle forme, degli strumenti, i contenuti della realtà e, quindi, i modi di riprodurre la stessa. La produzione infantile, la produzione dei primitivi, e la produzione preistorica e protostorica, sono essenzialmente contenuto. Noi, quando parliamo di “arte”, siamo soliti riferirci al realismo occidentale, all’evoluzione e alle conquiste del nostro mondo e crediamo, come giustamente fa osservare Arnheim (Arnheim, 1962), che tale realismo sia “…la meta naturale di ogni forma artistica…”, difficilmente sappiamo pensare in altri termini e spesso escludiamo a priori che possono esistere altre creatività, un altro tipo di realismo o di approccio alla realtà. Certa arte occidentale evoluta, proprio nella sua evoluzione si è allontanata, o meglio diversificata, dalle funzioni delle manifestazioni di cultura figurativa dei popoli preistorici e primitivi”.
 
L’AUTORE – Ausilio Priuli è nato a Capo di Ponte in Valle Camonica nel 1951. Ha trascorso la sua infanzia tra le rocce incise, seguendo fin dalla sua infanzia gli studiosi che in quegli anni, a seguito dei primi studi condotti sulle incisioni dai proff. G. Marro, G. Laeng, E. Suss, M. Mirabella Roberti, P. Graziosi e tanti altri, frequentavano i luoghi di rinvenimento, dando loro in continuazione preziose indicazioni su nuove rocce incise, su siti di interesse preistorico. Scoperto tra le rocce a metà degli anni sessanta dall'allora soprintendente alla Archeologia della Lombardia, prof. Mario Mirabella Roberti, è stato invogliato ad intraprendere studi regolari fino a conseguire la laurea in Archeologia con il massimo dei voti con una tesi sull'arte preistorica, presso l'Università Statale di Milano.
Dirige il Museo d'Arte Preistorica di Capo di Ponte ed il gruppo di ricerca che fa capo allo stesso. Ha pubblicato numerosi volumi e collaborato con molte riviste scientifiche e di divulgazione nazionali e straniere. Per i tipi di Ananke ha pubblicato il romanzo storico Otzi, l'uomo venuto dal ghiaccio.

INDICE DELL’OPERA – Introduzione – I. Arte preistorica: alla ricerca dei contenuti – II. Le tecniche degli artisti preistorici – III. Le più antiche manifestazioni spirituali in Italia – IV. L’arte post paleotica – V. Il megalitismo in Europa ed in Italia – VI. L’arte rupestre nel mondo alpino – VII. I Balzi Rossi – VIII. Monte Bego: santuario della preistoria ligure – IV. Le incisioni rupestri nella Val Camonica – X. Il santuario protostorico di Cima Verde in Val di Scalve (Bg) – XI. Valtellina preistorica – XII. L’archeologia rupestre nel territorio veronese – XII. Le incisioni rupestri dell’Altopiano di Asiago – XIV. Il Riparo Roberto di Sezze Romano – XV. La grotta dei Cervi di Porto Badisco – XVI. Levanzo e la Grotta di Cala Genovese – XVII. La produzione paleoiconografica rupestre abruzzese – XVIII. L’arte preistorica della Sardegna – Bibliografia