Sono morto per l’Italia

Paolo Piovaticci
Fruska Edizioni, pagg.278, Euro 25,00
 

IL LIBRO – È un libro di Paolo Piovaticci in memoria del fratello Guido Piovaticci caduto a Rovetta il 28 aprile 1945 a diciassette anni, con altri 42 giovanissimi legionari e amici della Legione Tagliamento della Repubblica Sociale Italiana, fucilato dai partigiani che in cambio della consegna delle armi, da loro effettuata, gli avevano promesso salva la vita. In esso Guido, nella sua breve vita ripercorsa dalla infanzia all’educazione scolastica e patriottica nel clima entusiasta dell’Italia fascista, alla fine drammatica in cui immolò la vita per il suo ideale, si fà po’ l’immagine emblematica di quella ultima generazione di giovanissimi, pura e sfortunata, ch’era forse la parte migliore del Fascismo. Il libro, fatalmente, rievoca la vicenda dell’eccidio di Rovetta, il più sanguinoso e raccapricciante della lotta fratricida italiana della II guerra mondiale. In tale rievocazione, il tragitto che portò quei ragazzi alla morte è ripercorso, anche al lume delle recenti conoscenze storiche, in modo nuovo più completo: non solo come semplice sequenza di luoghi fatti e personaggi, ma come sequenza interiore di stati d’animo, emozioni, sentimenti vissuti da loro gradualmente, e quindi anche in chiave psicologica. Di fronte a un delitto così orrendo compiuto mediante il tradimento della buona fede di combattenti leali, in gran parte minorenni, a guerra ormai finita, e con inaudita ferocia, il libro, supportato da documenti storici ufficiali, non si esime dall’assumere un proprio atteggiamento critico ‘logico’ verso i suoi responsabili non solo colpevoli ma legalmente impuniti.

  Il libro, un saggio storico condotto in forma narrativa, vuole, in base al diritto alla “verità” che nessuno Stato libero e democratico può negare, far rivivere la vicenda di Rovetta fin nelle sue vere motivazioni, e nel contempo costituire un contributo nuovo alla risorgente letteratura atta a far conoscere anche i “meriti” di quegli italiani, ingiustamente tenuti nella dimenticanza da chi magari col tradimento, come in questo caso, prevalse, che in buona fede ed eroicamente, pur sapendo che la guerra era persa, seppero cadere per la loro idea.                                                          

DAL TESTO – “La ‘Cultura’, il pane con il quale il regime nutriva fin dall’infanzia il corpo e la mente, il pensiero e la coscienza dei suoi giovani, trapela perfettamente ritratta nei quaderni di Guido. Questi sono piccoli e pochi, appena sei, alcuni dei quali con pochi, pagine scritte ed altri privi di molte pagine forse staccatesi, o staccate, o chissà come andate perdute anche se le poche pagine rimaste attaccate rendono già da sole, e con intensità, la sostanza del sapere voluto infondere dalla cultura ufficiale, e fervono di entusiasmo incontenibile per la fede nei suoi insegnamenti e nei suoi dettami. Essi recano impressa la visione del mondo nel quale il giovane di allora cresceva e si sviluppava nel fisico e nella mente, ed a grandi linee ci trasmettono, visti dai suoi occhi, i principali aspetti dell’ottica in cui veniva formato, ovvero la cultura fascista, i valori della Patria, la storia di Roma e d’Italia, la lingua e la letteratura italiana, l’esercizio sportivo. Il quaderno fondamentale, personalissimo diario che testimonia la sua formazione culturale, la devozione al Duce e l’amore per la Patria, è quello intestato ‘Cultura Fascista’, e che gli era particolarmente caro è provato dal fatto che l’ha accompagnato da suoi disegni raffigurati simboli patrii, del fascio ed eventi rilevati del tempo, il XX secolo, collegati con l’Italia e la politica mussoliniana. Esso ci fa entrare di colpo nell’atmosfera calda e inequivocabilmente ottimista nella quale il giovane figlio della lupa, poi il balilla e così via, fino al cittadino plaudente, respiravano. Nella prima paginetta, esso riporta la dizione “Guido Piovaticci, Cultura Fascista”, e, nella seconda, ovvero la pagina d’aperture, una cartolina incollata raffigurante Mussolini sorridente in divisa militare di capo dell’esercito, con sotto scritto ‘Il Duce’, e, più sotto, come lapidarie, le sue famose parole ‘Se avanzo seguitemi, se indietreggio uccidetemi, se muoio vendicatemi. Mussolini’. Nella pagina successiva, Guido riporta i disegni a sinistra del ‘libro’ e a destra del ‘moschetto’, e sul libro, aperto a manca raffigura il fascio del littorio e a dritta, scritto, il moto “libro e moschetto, fascista perfetto”. Guido doveva avere appena nove anni quando iniziò questo diario; infatti, proprio in questa pagina, egli riporta dizione ‘Scuola Maltoni  Mussolini’ e ‘Classe IV maschile’, ovviamente ‘elementare’ di Roma, che trovavasi nell’alto quartiere di Monte Mario, che lui frequentava”.

INDICE DELL’OPERA – Dedica - A chi legge – Premessa – Capitolo I. Un giovane da eternare - I governi del dopoguerra – Prezioso vademecum – Capitolo II. Il diario della Cultura Fascista – Le opere salienti del Duce – Il legionario e il milite – L’ala italiana – Il quaderno dei valori della Patria – I quaderni di storia, lingua italiana e sport – Educazione dei giovani e doveri del cittadino – Capitolo III. Infanzia di Guido in seno alla famiglia – I figli di Annunziata – Il dottor De Torres – Adolescenza scolastica e patriottica di Guido – Istanza d’arruolamento volontario e primi meriti di Guido undicenne – Capitolo IV. Guido vince la borsa di studio ed entra in Convitto – Tenore elevato di vita imposto dal convitto – Guido convittore brillante ed ammirato – Il vicinato del rione Monti – Tre fatti significativi di Guido Convittore – La fuga di Guido dal Convito – Capitolo V. L’anno dei capovolgimenti militari e politici italiani – Il rifugio del piccolo Paulo a Velletri – Bombe su Roma, e Marisa colpita allo Scalo Merci – Dolore di Jolanda e lettere di Guido ai famigliari dopo la fuga – Capitolo VI. Il commendatore – Passi di lettere del Vennini a Jolanda dal triste Calvario del Carcere – Istanza al Duce – Vicinanza di Guido al Vennini nel comune ideale – Capitolo VII. Visita lampo di Guido tornando a casa in licenza – Tenera rassegna di lettere di Guido ai famigliari – L’ultima lettera di Guido pervenuta alla mamma, con similitudine delle due colonne – L’esplosione alla Caserma Cadorna – Capitolo VIII. Guido isolato da Roma e dalla famiglia – Lettere di Guido dense di travaglio a un “amico di casa” di Brescia – Il tentativo di Aldo Testa – Capitolo IX. Jolanda rimasta sola e senza un sostegno amico – Prime bande rionali antifasciste – L’ultima lettera di Guido all’ignoto amico da quelle “montagne terribili” – Una inequivocabile certezza – Un ghiotto boccone – Nella morsa delle bande partigiane – I legionari isolati in armi al Passo della Presolana – Artifizi partigiani per la resa dei militi – La resa del sottotenente Panzanelli al cnl di Rovetta con verbale firmato dalle parti – Capitolo XI. Prologhi del dramma di Rovetta - Approcci dei capi partigiani e seduta definitiva al bar – Un sistema studiato psicologicamente – Capitolo XII. Ritorno alla baita alla scuola di Rovetta - Irruzione nella scuola e prelevamento dei prigionieri – Una brutta figura di parroco – Evade, in extremis, Fernando Calciolo – Capitolo XIII. Dal sagrato di Ognissanti al muro del cimitero – I giovani legionari cadono da eroi, in quarantatrè – I maggiori responsabili – Accecati da un odio disumano – Dentro tre fosse – Capitolo XIV. Ricerche di Jolanda per il rintraccio del figlio – La terribile notizia della morte di Guido – Corrispondenza di Jolanda col parroco di Rovetta – Capitolo XV. Testimonianze di cordoglio per la perdita di Guido – Nascita a Roma del Comitato delle Famiglie dei Caduti – L’esumazione delle Salme dei Caduti – Lettere di Jolanda allo “zio Giuseppe” durante l’esumazione – Traslazione delle Salme dei Caduti al Verano di Roma – Capitolo XVI. La denuncia del Comitato delle Famiglie dei Caduti di Roma - Tentativo del Comitato romano di trasferire la pratica di Rovetta al tribunale di Roma – Assassini non punibili grazie alla legge – Il motivo profondo dell’eccidio – Un capro espiatorio ideale - Un discorso tutt’altro che chiuso – Il giudizio delle coscienze – Capitolo XVII. Immagini esemplari e gloriose dei Caduti di Rovetta - Una grande lezione – L’Italia meravigliosa – Evoluto è il governo che onora i Caduti – L’eterna memoria – Fonti bibliografiche – Indice