Uranio Impoverito: la verità

Giulia Di Pietro
Malatempora Editrice, pagg.101, Euro 10,00
 

IL LIBRO – La verità sull'URANIO IMPOVERITO, criminale prodotto della guerra, ma anche della disonestà di chi produce e per la guerra e per la pace, grida in queste righe di uno dei grandi vecchi del nostro sentire civile. E' l'ammiralio Falco Accame, forse unico che nelle forze armate, e poi da parlamentare e poi da cittadino si sia battuto per la verità dell'agghiacciante mortifero uranio impoverito che, silenzioso e implacabile, uccide. Mentre i media fingono, tacciono, distorcono, sottovalutano. Mentre la commissione parlamentare che per anni ha cercato di tirar per le lunghe é arrivata a conclusioni vergogose, che insultano le molte, molte morti che esso ha prodotto, produce e produrrà, se non sarà fermato. Dopo la vergogna di Marghera, questa dell'uranio impoverito é l'altra grande vergogna italiana la più terribile delle menzogne all'italiana.

DAL TESTO – "Cos’è l’uranio impoverito? È una scoria nucleare. Un sottoprodotto di scarto delle centrali nucleari che viene utilizzato per rafforzare gli armamenti. Molto più economico del tungsteno, facilita contemporaneamente due cose: rende più efficienti le armi e aiuta a disperdere delle scorie che altrimenti non si saprebbe dove andare a nascondere. Insomma, si sono inventati un modo per risparmiare e contemporaneamente per perfezionare il grande mostro bellico. La domanda è: è pericoloso? Non è accertabile, tuttavia si sono ammalate e sono morte molte persone. Militari, ma anche gente comune. È lecito pensare che, essendo una scoria nucleare, qualche problema debba pur portarlo. Come gli americani hanno avuto le loro sindromi di guerra, anche noi abbiamo la nostra “Sindrome dei Balcani”. Ma cosa è effettivamente una sindrome, non è dato sapere. Alla luce degli eventi, sotto questo termine trovano rifugio non solo le malattie che l’esposizione all’uranio ha causato, ma soprattutto la coltre di reticenze, silenzi, camuffamenti messi in atto per nascondere la verità. Non dare un nome preciso alle cose è un modo politichese per non far esistere quelle stesse cose, per relegarle nel limbo del “difficile da definire” dunque “difficile da imputare”. Come in un circolo vizioso, questo crea delle disattenzioni da parte delle istituzioni. Lo Stato che dovrebbe proteggere si trasforma nello stato che si autoprotegge per nascondere le proprie responsabilità. E qui si parla delle minime regole di assistenza e norme di protezione che dovevano essere approntate prima, durante e dopo le missioni. E che invece sono state disattese. Questo è il vero problema. Il libro è una lunga intervista a Falco Accame, presidente e ricercatore operativo dell’ANAVAFAF (Associazione Nazionale Assistenza Vittime Arruolate nelle Forze Armate e Famiglia dei Caduti), nata nel 1983 con l’intento di tutelare, prevenire e limitare il numero dei morti nelle forze armate in tempo di pace, e presidente dell’AUI (Aboliamo l’Uranio impoverito). Da sempre in prima linea sulla questione che riguardano i militari, dal dramma del nonnismo alle questioni strategiche, non poteva non interessarsi anche dell’uranio impoverito”.

L’AUTORE –Falco Accame, ammiraglio e parlamentare di estrema sinistra, si occupa da sempre di uranio impoverito ed è stato intervistato dalla nostra Giulia Di Pietro per questo libro sconvolgente: Uranio impoverito.