Gli etruschi. Civiltà e vita quotidiana di un popolo aborigeno dell'Italia |
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Graeme Barker – Tom Rasmussen | ||||
Ecig, pagg.379, Euro 24,00 | ||||
IL LIBRO – I rasenna, come si definivano nella loro lingua, furono figli della loro terra. Le loro origini affondano nel neolitico, si dipanano per l’età del rame, del bronzo e del ferro, per giungere infine alle epoche storiche. La loro lingua non indoeuropea li ha fatti considerare degli immigrati venuti in Italia da lontano, ma l’opinione oggi prevalente fra gli studiosi è che fossero fra i più antichi popoli aborigeni italici, ultima isola non sommersa dal mare delle migrazioni successive. Questo libro, scritto da due etruscologi con notevolissima esperienza di ricerca diretta sul campo, è nuovo ed interessante per due motivi. Prima di tutto inserisce gli etruschi nella loro terra, dando anche a noi italiani, l’occasione di riscoprirla in tutta la sua unicità geologica e paesaggistica. Ci permette di capire l’intimità di questo popolo con la terra, che esplorò e dissodò fin dalla preistoria, in cui scavò miniere e gallerie, pozzi ed acquedotti, che percorse con la prima rete stradale, che cosparse di fattorie, case isolate, paesi e città, di cui navigò fiumi e mari. Gli Autori si giovano poi di un’approfondita conoscenza delle ricerche più recenti (la bibliografia è in massima parte di opere degli ultimi 30 anni), e delle scienze applicate all’archeologia, come la paleozoologia, la paleobotanica e la palinologia. Espongono inoltre i risultati delle recentissime vaste indagini territoriali che hanno permesso di spostare il fuoco della ricerca dalle tombe alla vita quotidiana, ridando agli etruschi la qualità che più amavano: la vita. DAL TESTO – “Un àugure soleva portare un bastone ricurvo o lituus come segno distintivo del suo ufficio, ma non tutti gli uomini rappresentati con bastoni ricurvi sono necessariamente àuguri. Per esempio il fatto che un personaggio di questo tipo sia stato scoperto in un dipinto nella Tomba degli Àuguri, che proprio da lui prese nome, dipende dalla tendenza comune di considerare i sacerdoti come l’elemento dominante nella società etrusca. In realtà tale personaggio ed il suo compagno svolgevano probabilmente il compito di arbitri dei giochi che, nel dipinto, si svolgono attorno a loro e gli uccelli che volano verso di lui servono solo a riempire elegantemente lo spazio pittorico, come avviene anche sulle altre pareti della tomba”. GLI AUTORI – Graeme Barker è docente di archeologia all’Università di Leicester. È stato direttore della British School of Rome e, nel 1999, è stato eletto membro della British Academy. |