Il sacro nell’epoca nuragica. Dalla Dea Mater al Sardus Pater

Giorgio Baglivi
Edizioni Grafica del Parteolla, pagg.240, Euro 16,00
 
IL LIBRO – Giorgio Baglivi risiede da decenni in Isili, provincia di Cagliari. Laureato in Storia e Filosofia, è stato allievo del professor Vittorio Lanternari, del quale ha seguito le indimenticabili lezioni di Storia delle Religioni. Dopo una lunga attività come docente di scuole secondarie, è stato, a partire dai primi anni novanta, Preside di ruolo presso gli Istituti Tecnici. Attualmente lavora come Dirigente Scolastico presso l’Istituto Tecnico Commerciale e Geometri e Liceo Scientifico “L. Einaudi” di Senorbì. Cultore di Lingua e Civiltà Nuragica, ha pubblicato alcuni contributi nell’eccellente rivista “Sardegna Antica”, diretta dall’archeologo Giacobbe Manca. Appassionato di etnopsicanalisi, archetipologia, antropologia e scienza delle religioni comparate, l’Autore, in questo libro, indaga, cercando di ricomprenderle in un soddisfacente paradigma diacronico, le forme archetipiche del Sacro Nuragico, così come si vennero determinando nel loro sviluppo evolutivo, a partire almeno dal 2200 a.C. e fino all’Ottavo secolo: dalla Dea Madre, al culto degli Antenati, al Sardus Pater. Di imminente pubblicazione, presso questa stessa Casa Editrice, è un nuovo lavoro dell’Autore, nel quale si indagano, verificando in molti luoghi della terra le antiche procedure di alterazione–intensificazione fisico-geometrica dei luoghi ritenuti già sacri, al fine di predisporli meglio alle attività liturgiche previste dal Sacro Arcaico.

DAL TESTO – “In Sardegna, l’antropologia non descrittiva applicata al mondo nuragico non mi pare abbia conseguito risultati sempre entusiasmanti. Annessa, come qualche volta è stata, al territorio degli archeologi, non ha saputo elaborare una teoria compiuta, né formulare una propria ipotesi sulla complessa tematica nuragica. Non essendosi poi legata né alla psicologia analitica, né alla scienza delle religioni comparate, né agli studi sul Sacro dei mondi arcaici, né alle indagini sul simbolico o sul mitologico, si è ridotta al ruolo ancillare dell’antropologia descrittiva che le hanno spesso assegnato alcuni studiosi: mera catalogatrice di crani e scheletri! Non essendo stata, d’altro canto, in grado di elaborare una teoria autorevole, ancorché ipotetica (come tutte le teorie sul mondo nuragico!), sulle strutture antropologiche dell’archetipologia nuragica (un’indagine sul Sacro Arcaico è anche indagine sugli archetipi, nel senso che Jung ha dato a questo termine), sulla funzione del Nuraghe, libero campo alle più svariate interpretazioni: nuraghe-cosmo, nuraghe tempio del cosmoteismo, nuraghe-fortezza, nuraghe-casa, nuraghe-fattoria, nuraghe-mausoleo, ecc… Tutte teorie verosimili, si badi, ma che non hanno colto, a mio avviso, la vera essenza della sacralità nuragica. Gli idoli del politeismo psichico, gli dei, sono così riaffiorati senza controllo scientifico nella mente di alcuni studiosi dell’isola, magari per riprendere possesso delle sorgenti, di cui un tempo qualcuno pensa fossero i signori incontrastati o magari per riconquistare le alture, di cui in un passato lontano qualcuno pensa fossero gli sherpa invisibili. Qualcuno afferma, poi, di averli visti nei punti più alti del tragitto psichico, nel vertice dell’asse cosmico: sono gli dei adottati dall’impazienza antropologica di qualche studioso, che lungo filamenti simbolici (l’albero, il palo, la montagna, gli astri, il cielo) e s’incurvano per valutare se il sacrificio sia pari all’intercessione della supplica. Sono gli dei dei culti astrali, gli dei dell’olimpo e del cosmo. Cos’altro possono fare oggi questi studiosi se non dilatare le pupille per poter avere, ma soccombendo agli abbagli dello spirito, una qualche visione di loro? C’è chi afferma, poi, di aver visto gli dei all’interno stesso dei Nuraghi: mitiche divinità mesopotamiche, figure numinose della perduta classicità, larve della perduta Atlantide, ecc… La montagna cosmica, gli orientamenti celesti, la cosmizzazione… Il simbolismo degli impazienti ha rilevato la sua natura idolatria e poiché gli dei, come pensa Jung, sono diventati malattie, quando appaiono nella coscienza soggiogando la mente dei malcapitati che li incrociano”.

INDICE DELL’OPERA – Prefazione – Introduzione – Parte prima – I. L’orizzonte spirituale del mondo arcaico – I. Freud e Bachofen: due modelli a confronto sui mondi protostorici – 2. Il Sacro nei mondi protostorici e nell’epoca nuragica - 3. Il Sacro, la Tholos e il Villaggio nell’epoca nuragica – 4. Il culto della Grande Dea nell’orizzonte comune mediterraneo – 5. La conquista del Panteismo e dell’Aniconismo: La Grande Dea in Sardegna fra Neolitico Calcolitico ed Età del Bronzo – 6. Una comparazione dovuta: Egitto e Sardegna – 7. Dibattiti storie e mnemostorie nuragiche – II. Per una mistica nuragica – 1. Le fondamenta della mistica nuragica – 2. Una mistica molto particolare – 3. La tholos nella mistica nuragica: un approccio etimologico – 4. Le tracce del misticismo-magico nell’isola dei Nuraghi – 5. Il mondo nuragico fra devozione e magia – Parte seconda – I. La bella età dei complessi nuragici (XVI sec. a.C.) – 1. Il 1500 a.C. in Sardegna – 2. Il mondo nuragico fra matriarcato e patriarcato – 3. Un’ipotesi sulla struttura famigliare nuragica - 4. L’età delle Fortezze Sacre e dei Sacerdoti-Re - 5. Le Tombe dei Giganti nell’età dei Sacerdoti-Re – 6. Protomi taurine, betili e pietre coniche nell’età dei Sacerdoti-Re – 7. La Grande Guerra – Intermezzo – Il mondo antico nel passaggio dalla magia alla profezia – Cinque testi guida per i perplessi – Parte terza – I. Viaggi in Sardegna alla ricerca di Atlantide - 1. Il Nuraghe Arrubiu: immagini di una storiografia matriarcale sacra – 2. Un’incubazione a Barumini – 3. Il simbolismo della discesa e il Pozzo Sacro di Serri – 4. Il nuraghe uranico di Torralba e il simbolismo della risalita – Parte quarta – I. Il dopoguerra, l’età della decadenza e il dio-nuraghe – II. La rivolta monoteistico-patriarcale in Sardegna nell’XI secolo a.C. – 1. Verso il Sardus Pater. Ipotesi sul tramonto del Sacro in Sardegna – 2. Sardus ed Ekhnaton: due storie identiche? – Il Sardus Pater fra tramonto del Sacro, religione della luce e scapitozzamento dei Nuraghi – III. Quel che restava di un’epoca: i modellini di Nuraghe – Bibliografia